“Cossiga e l’alfabeto con la K”, a 10 anni dalla sua morte Antony Muroni rimette ordine nella storia della Repubblica

A dieci anni dalla scomparsa di Francesco Cossiga, l’uomo che ha custodito e gestito alcuni dei misteri degli anni di piombo e ha guidato la turbolenta transizione tra Prima e Seconda Repubblica, l’editore Santelli di Cosenza pubblica un nuovo saggio del giornalista Anthony Muroni, dedicato alla figura dell’ex presidente della Repubblica -la prefazione è di Paolo Savona- e dai contenuti anche questa volta assolutamente inediti.

di Pino Nano
Domenica 18 Ottobre 2020
Roma - 18 ott 2020 (Prima Pagina News)

A dieci anni dalla scomparsa di Francesco Cossiga, l’uomo che ha custodito e gestito alcuni dei misteri degli anni di piombo e ha guidato la turbolenta transizione tra Prima e Seconda Repubblica, l’editore Santelli di Cosenza pubblica un nuovo saggio del giornalista Anthony Muroni, dedicato alla figura dell’ex presidente della Repubblica -la prefazione è di Paolo Savona- e dai contenuti anche questa volta assolutamente inediti.

Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Francesco Cossiga, politico di lungo corso ed ex Presidente della Repubblica.

Per l’occasione Anthony Muroni, giornalista e in passato autorevolissimo direttore de L’Unione Sarda, ha pubblicato per la Santelli Editore “Cossiga e l’alfabeto con la K”, e che sarà in tutte le librerie dal 5 novembre prossimo.

Il libro verrà presentato in anteprima il 29 ottobre, alla presenza di Vittorio Sgarbi, Giuliano Amato, Luciano Violante, Paolo Del Debbio, Clemente Mastella, Paolo Naccarato e Peppino Gargani.

L’appuntamento é  a Sutri, nella Chiesa di San Francesco, alle ore 16:00. Non una biografia, questa di Antony Muroni, oggi lui è Responsabile delle Comunicazioni Esterne della Commissione per la Biblioteca e l’Archivio Storico del Senato, giornalista di grande spessore e tradizione professionale, non una raccolta di memorie, dunque, ma il racconto forte coraggioso e soprattutto indipendente di una storia politica che si è sviluppata nell’arco di mezzo secolo.

Un’esperienza che, giocoforza, - ci confida l’ex Direttore dell’Unione Sarda- “è stata condizionata dalla complessa personalità di un uomo colto, spirituale, irascibile e permeato da un ferreo atlantismo”. Cossiga – spiega in questo suo saggio Antony Muroni- fu un uomo politico che non poteva lasciare indifferenti, nel bene e nel male.

“Al di là del giudizio complessivo sul suo operato, non è facile disconoscerne il notevole spessore umano, culturale e istituzionale”. L’originale ritratto proposto da Antony Muroni si rivela una sorta di dizionario, in cui ogni capitolo si dipana prendendo le mosse dalle ventuno lettere dell’alfabeto.

Manca la K, richiamata nel titolo, che attraversa però l’intera narrazione, quasi che il Kossiga delle scritte sui muri a fine anni ’70 vivesse ormai, latente e sovrapposto, appiccicato all’originale. E così frasi, circostanze, situazioni, incontri, scontri, inimicizie e riappacificazioni scorrono nell’album fotografico di un personaggio già parecchio raccontato ma ancora forse non compiutamente scoperto, molto citato ma spesso incompreso.

Da “Analfabeta di ritorno” a “Zombie con i baffi”, (due degli epiteti rivolti a nemici di giornata, come Michele Zolla e Achille Occhetto), Muroni ci conduce in un’impetuosa cavalcata che passa dalla vicenda delle Br al rapporto con D’Alema e Berlusconi, dalle due richieste di impeachment affrontate e respinte al rapporto con la religione, dall’high tech al caso Ustica, dalle vicende giovanili dei Giovani Turchi alle umane debolezze di un personaggio in cui amore e dolore hanno convissuto, in un’esistenza in cui la tragedia si mischia al comico e il dramma storico al romanzo d’avventura. Ne vien fuori un personaggio quasi nuovo rispetto allo stereotipo oramai ricorrente.

Perché non dirlo? “Cossiga e l’alfabeto con la K” è un saggio scritto con impeccabile stile giornalistico, che scorre veloce e compone un quadro originale e necessario, e che riconferma Antony Muroni grande cronista e notista politico d’altri tempi, quando il racconto della politica nei giornali che più contavano lo facevano davvero in pochi, e di solito erano i più bravi in assoluto. Che dirvi di più? Ci rivediamo a Sutri.


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