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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 10 aprile ha annunciato che per la "fase 2" dell'emergenza legata al coronavirus, si sarebbe avvalso di un Comitato di esperti in materia economica e sociale. Un Comitato con il compito di elaborare e proporre misure necessarie a fronteggiare l'emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 10 aprile ha annunciato che per la "fase 2" dell'emergenza legata al coronavirus, si sarebbe avvalso di un Comitato di esperti in materia economica e sociale. Un Comitato con il compito di elaborare e proporre misure necessarie a fronteggiare l'emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive.
Presidente Conte, possiamo permetterci di porgerle qualche domanda? Dai calcoli, molto sommari, che abbiamo fatto spulciando i giornali e i resoconti parlamentari di questi giorni deduciamo che in nome dell’emergenza Covid almeno 500 esperti e consulenti diversi lavorino oggi per il Governo in carica. Presidente, ma chi li paga tutti questi esperti?
E soprattutto, quanto costa al popolo italiano tutta questa gente? Era assolutamente necessario reclutare una truppa di esperti così numerosa? C’è chi ritiene nel mondo delle Università, soprattutto straniere, che sarebbe bastato meno di un quinto di tutto questo personale.
Anche a noi per la verità è sembrata una schiera eccessiva di consulenti, che poi puntualmente ritroviamo di sera, in televisione, magari l’uno contro l’altro. Possibile che il suo portavoce non glielo abbia detto? Ognuno dei suoi esperti ha una sua posizione, una sua opinione, un suo modo di pensare, una sua diagnosi, ma anche una sua possibile terapia, ma ogni opinione espressa risulta diametralmente opposta al modo di pensare di tutti gli altri.
Chi avrà mai ragione sul serio? Povero Presidente, non vorremmo stare nei suoi panni in questi giorni a Palazzo Chigi, perché tra i suoi consulenti, magari superpagati, c’è davvero chi la vuole cotta e chi la vuole cruda.
Leggiamo che addirittura Vittorio Colao sarebbe rimasto per giorni e giorni bloccato a Londra, ma come si fa a presiedere un’emergenza così grave come questa da così lontano e soprattutto da remoto?
Immaginiamo che ad influenzarla potrebbe essere stato il suo giovane ministro Alfonso Bonafede, fissato come è con l’uso da remoto financo per i processi, ma non si fidi Presidente dei consigli dei suoi ministri, potrebbero ritorcersi un giorno contro di lei.
Ci creda, non sempre la tecnologia può risolvere i problemi più seri, e non sempre la tecnologia può davvero sostituirsi agli uomini. Lei è prima di tutto un uomo di legge, un grande avvocato, e sa bene quanto il valore umano conti in queste cose.
Non sappiamo se risponderà mai alle nostre domande, ma ci sembrava giusto rispettare le mille richieste dei nostri lettori che ogni giorno ci pongono il problema dei costi delle sue task force, lamentando di non aver mai ricevuto come soggetti titolari di partita IVA i benefici promessi dal suo Governo.
Ma lei lo sa che di soldi in giro ne sono arrivati davvero molto pochi? Lo sa che migliaia di famiglia soffrono la fame? La fame vera Signor Presidente.
Lo sa che ci sono migliaia di artigiani e commercianti che non apriranno mai più le loro botteghe? Lo sa che i prossimi mesi saranno ancora più pesanti di quello che abbiamo già vissuto? E lo sa che la crisi del settore turistico manderà a casa migliaia di altri operai e lavoratori? È bastato che qualcuno protestasse sul numero effimero delle donne presenti nelle sue task force per farle dire “risolveremo il problema”.
Ma cosa significa? Che aggiungerà altri nomi a quelli già scelti? Nomi al femminile questa volta? Quindi da 45° magari arriveremo a 500 super esperti? Chi tristezza presidente tutto questo.
Quando lei non sarà più alla guida del Governo forse si renderà conto da solo dei gravi danni che si sono prodotti in questi mesi in nome dell’emergenza. Un’ultima cosa Presidente, non ci resti male per favore: la querelle pesante che ha investito in queste ore il suo ministro della giustizia non fa bene al suo Governo e alla sua immagine.
In altri tempi sarebbe caduto il Governo, e comunque un premier d’altri tempi avrebbe preteso dal suo ministro le immediate dimissioni.
Capiamo che il suo rapporto con Bonafede è un legame forte, ma ci sono delle regole che ogni democrazia dovrebbe accettare fino in fondo. Se non altro per salvaguardare l’onore dello Stato. Cordialmente Presidente, Maurizio Pizzuto