“Giornalisti 2.0”: Rischio nullità per le elezioni dell’Ordine del Lazio. Nuovo appello al ministro della Giustizia

Ancora un duro attacco di “Giornalisti 2.0 – Gruppo Falleri” alla presidenza dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. A giudizio del Gruppo che si rifà al compianto Vicepresidente dell’Ordine Gino Falleri, ci sono tutti i motivi giuridici sufficienti per annullare le prossime elezioni dell’Ordine del Lazio per via di una serie di procedure formalmente non corrette. Qui di seguito la nota che il Gruppo Gino Falleri ha appena inviato ai massimi organi istituzionali dello Stato.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 23 Settembre 2020
Roma - 23 set 2020 (Prima Pagina News)

Ancora un duro attacco di “Giornalisti 2.0 – Gruppo Falleri” alla presidenza dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. A giudizio del Gruppo che si rifà al compianto Vicepresidente dell’Ordine Gino Falleri, ci sono tutti i motivi giuridici sufficienti per annullare le prossime elezioni dell’Ordine del Lazio per via di una serie di procedure formalmente non corrette. Qui di seguito la nota che il Gruppo Gino Falleri ha appena inviato ai massimi organi istituzionali dello Stato.

“Giornalisti 2.0”: Rischio nullità per le elezioni dell’Ordine del Lazio. Nuovo appello al ministro della Giustizia
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Ora basta scherzare, qualcuno per favore ci dica cosa fare. Ce lo dica il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ce lo dica il Presidente del Consiglio Nazionale Carlo Verna, ce lo dica chiunque sia in grado di darci una certezza.

Da settimane centinaia e centinaia di giornalisti del Lazio si rivolgono a noi per capire se il giorno 27 settembre in prima convocazione, il 4 e 5 ottobre in seconda convocazione ed eventualmente l'11 e 12 ottobre in caso di ballottaggio, si voterà davvero per il rinnovo del consiglio regionale dell’ordine dei Giornalisti?

Ma si voterà solo per il regionale? O si voterà anche per il nazionale?

Ora per il Nazionale non si può più votare.

Con un apposito decreto del 15 settembre (convalidato dal ministero della Giustizia) il Presidente del Consiglio Nazionale Carlo Verna ha rinviato in tutta Italia il rinnovo del consiglio nazionale al prossimo 8 novembre in prima convocazione, 15-16 novembre in seconda convocazione e 22-23 novembre in caso di ballottaggio, ma da parte della presidenza dell’Ordine del Lazio non arriva nessuna comunicazione in questa direzione.

È chiaro che il voto del Lazio rischia di essere annullato da questi silenzi, da questo clima di confusione generale, da questo incomprensibile atteggiamento di Piazza della Torretta.

Ma perché rischiare di portare i giornalisti laziali al voto e rischiare che sia tutto vanificato da un semplice ricorso e per di più spendendo soldi a vuoto?

Perché la Presidente Paola Spadari non convoca una conferenza stampa e chiarisce una volta per tutte la sua posizione?

Perché, in alternativa, non si mette in rete, sul sito dell’ordine, la vera posizione dell’esecutivo in carica?

La stessa lettera di convocazione dell’ordine regionale del Lazio, così come è stata scritta, formulata, e inviata (ma non tutti l’hanno ancora ricevuta) contiene un “falso” di forma evidente e macroscopico.

La convocazione sarebbe andata bene se avesse fatto riferimento solo al rinnovo del regionale, ma non al nazionale.

Come si fa a comunicare ai colleghi interessati al voto che si vota anche per una cosa per la quale invece non si potrà votare in nessun modo, avendolo già formalmente deciso il Consiglio Nazionale? In tal caso non si viola forse la par condicio elettorale?

E poi perché nel Lazio, a differenza di molte altre Regioni con minor numero di iscritti che hanno istituito 3 (e addirittura 4) seggi si dovrebbe votare in un unico seggio a Roma per tutto il Lazio che soprattutto nel 1° turno creerebbe inevitabili assembramenti in un periodo di pandemia da Covid-19?

Ma come fa il ministro di Giustizia Alfonso Bonafede, e con lui i suoi uffici preposti, a non intervenire su una vicenda che rischia di far saltare il tappo della democrazia interna al mondo della comunicazione del Lazio?

Che precedente si vuole creare?

La stragrande maggioranza degli ordini regionali si sono adeguati alla direttiva firmata da Carlo Verna, rinviando le elezioni al prossimo 8 novembre e riunificando le elezioni del regionale con il nazionale: perché il Lazio insiste con il voler guidare una macchina senza freni in direzione del baratro?

Non sono stupidi i giornalisti del Lazio, non li si sottovaluti, sono cresciuti anche loro, non si pensi che a Roma si possa fare tutto e il contrario di tutto in barba ad ogni regolamento ufficiale o direttiva legislativa.

Decine di avvocati e di giuristi, da noi interpellati, parlano di un “paradosso giuridico” che va immediatamente fermato e corretto.

E’ vero che sarebbe inutile chiedere al Consiglio Nazionale di commissariare l’Ordine di Roma per tutta una serie di leggerezze e imprecisioni amministrative e formali, perché il Consiglio Nazionale non ha competenza in materia, ma è anche vero che se il prossimo 27 settembre, quindi fra quattro giorni soltanto, il seggio verrà aperto per la prima convocazione delle elezioni, sarebbe allora tutto da annullare, e migliaia di giornalisti laziali sarebbero costretti a tornare presto alle urne per salvare il salvabile.

Chiederemo ancora oggi al Gabinetto e agli uffici del ministro Bonafede di intervenire immediatamente per sanare il sanabile, ma così non si può più tergiversare e andare avanti.

Chiediamo solo il rispetto del diritto, o meglio il rispetto sacro dei diritti e dei doveri dei giornalisti laziali che hanno diritto di sapere se possono votare, per chi possono votare, quando possono votare e in che modo possono farlo.

Presidente Spadari, non chiediamo la luna. Chiediamo solo il rispetto pieno della libertà di voto.


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