Cresce l’ allarme Green pass obbligatorio, approvato dal Governo di Mario Draghi, per i luoghi della socialità in Italia. Le manifestazioni in opposizione, come sempre pacifiche, si svolgeranno in oltre 80 città anche domani e andranno avanti, a oltranza ogni sabato, fino a quando l’ esecutivo non ritirerà il provvedimento.
I sit – in si aggiungono ai rallentamenti dei camion e degli automobilisti, su molte autostrade italiane, affinchè termini al più presto questa situazione di profonda sofferenza della nazione. L’ iniziativa continua a ottenere un grande successo, nonostante la potente censura dei social in violazione della Costituzione italiana che garantisce, all’ articolo 21, la libertà di espressione.
Il provvedimento di Palazzo Chigi viene contestato dunque, ogni giorno di più da un sempre maggiore numero di cittadini, in quanto è ritenuto incostituzionale, fonte di discriminazione (tra i ‘benedetti’ dal siero anti Covid e coloro che hanno scelto legittimamente di non esserlo, ai sensi dell’ articolo 32 della Carta fondamentale del nostro Paese).
Il certificato sanitario viene valutato inoltre come un ricatto per spingere la popolazione verso la somministrazione del farmaco, che presenta numerosi dubbi sulla sua efficacia, nonostante l’ assenza del via libera dell’ EMA fino al 2023. Lo Stato italiano non impone dunque un obbligo formale, esonerando così se stesso dai risarcimenti economici in caso di decesso (sono stati almeno 23.252 i morti in Europa e 2.189. 537 le reazioni avverse, dati Eudra Vigilance), o di effetti collaterali, del cittadino che si è sottoposto al trattamento sanitario.
C’è ora l’ allarme riguardante i test, la cui realizzazione è necessaria per ottenere il ‘santo certificato’, in alternativa alla scelta di non sottoporsi alla ‘sacra iniezione’.
"I nostri punti tampone nel territorio provinciale sono 66. Solo in agosto hanno somministrato circa 70mila test. Se le stime dicono che ci sono ancora quasi 50mila trentini non vaccinati, le conseguenze non lasciano dubbi. Potremmo arrivare a dover soddisfare richieste per 150mila tamponi settimanali. Quota non sostenibile".
E’ l’ allarme lanciato dal presidente di Federfarma Trentino.
"L'impegno di certo non manca – spiega dunque Paolo Betti-, ma la realtà è che se le persone non si vaccinano entro il 15 ottobre (data dalla quale sarà applicato, ovunque nella penisola, l’ obbligo del possesso del certificato sanitario ndr) c'è il rischio che il sistema non regga".
Preoccupazione anche delle farmacie comunali: le richieste dei tamponi potrebbero passare presto a 12 mila dalle 3.500 di luglio.
Nessun aiuto dalla Provincia.
"L'amministrazione punta sui vaccini. Faremo un tavolo di lavoro organizzativo, ma ciò non vuol dire che si faranno test sostenuti dal pubblico", dichiara l'assessora provinciale alla Salute, Stefania Segnana.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News