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Dal 2 al 4 ottobre, torna a Soveria Mannelli il festival Sciabaca targato Rubbettino
Dal 2 al 4 ottobre, torna a Soveria Mannelli il festival Sciabaca targato Rubbettino
“Se c’è una lezione che la pandemia ci ha insegnato- sottolinea Antonio cavallaro, l’uomo-immagine della Rubettino Editori- è che la metafora che meglio descrive il mondo è senza dubbio quella della rete di cui noi, la nostra famiglia, la nostra città sono un punto: ciò che accade qui e ora può condizionare quanto accade o accadrà in un altro angolo del pianeta, per quanto remoto possa apparire”. E non è certo un caso, se è l’immagine di una rete da pesca, la sciabaca, quella che dà il nome al festival che Rubbettino organizza per il quarto anno di seguito in Calabria, a Soveria Mannelli dal 2 al 4 ottobre. Quella di Soveria Mannelli -precisa la nota di Antonio Cavallaro- “non deve apparire una scelta scontata, specie per un editore come Rubbettino abituato a muoversi agevolmente ben oltre i confini regionali. Certo, Soveria è la città in cui ha sede la Casa Editrice e a cui lo stesso Rosario Rubbettino, il fondatore prematuramente scomparso nel 2000, non ha mai voluto rinunciare; ma è pur vero che Soveria, un po’ per l’orografia del territorio, un po’ per la perifericità della regione, può apparire una scelta azzardata per un festival che si pone l’obiettivo di rappresentare una delle kermesse culturali tra le più importanti del Paese”. Eppure, la scommessa di Florindo Rubbettino e della sua squadra è proprio quella di rimettere in discussione le consolidate coordinate di centro e periferia e dimostrare che quel che è usualmente periferia può diventare centro, anche se per pochi giorni soltanto. E se questo discorso vale a un livello più alto, vale ancor di più a livello locale: la Calabria è una terra di montagna, con una storia di montagna alle spalle ma la cui urbanizzazione recente è avvenuta soprattutto lungo le coste o in zone pianeggianti. La montagna si sta rapidamente spopolando. Quella non dello sviluppo, ma della sopravvivenza stessa delle aree interne in quanto aree urbanizzate e popolate è la sfida più grande che la nostra regione si troverà a vivere nei prossimi decenni. Non a caso, proprio a questo tema sarà dedicato il pomeriggio di sabato 3 ottobre con una tavola rotonda dal titolo “Le montagne al centro. Una nuova strategia per le aree interne” cui prenderanno parte il Presidente Nazionale dell’Unione dei Comuni Montani, Marco Bussone; il coordinatore del Comitato tecnico delle Aree interne del Ministero per il Sud, Francesco Monaco; la storica e archeologa Giovanna De Sensi Sestito, curatrice del volume “La montagna calabrese”, recentemente edito da Rubbettino e lo stesso editore Florindo Rubbettino. In forte continuità con i temi trattati da questo dibattito, l’attesa lectio magistralis del tardo pomeriggio di sabato, che quest’anno è stata affidata al direttore dello Svimez Luca Bianchi e che avrà come titolo “Perché il Sud non gode degli stessi diritti del Nord”. Il resto della kermesse si svolge secondo un copione oramai ben collaudato, miscelando sapientemente momenti ludici a momenti di riflessione e approfondimento culturale. Le norme per la prevenzione del Covid hanno obbligato gli organizzatori a prevedere una partecipazione a numero chiuso agli eventi per cui il suggerimento è quello di registrarsi sin da subito sul sito del festival www.sciabaca.it dove si potrà peraltro prendere visione dell’intero programma. “Per chi non riuscisse a far parte dei fortunati spettatori o per quanti vivessero in luoghi troppo distanti da Soveria Mannelli, da quest’anno -conclude la nota di Antonio Cavallaro- (anche qui uno dei pochi lasciti positivi della pandemia) gli eventi verranno trasmessi in streaming sulla pagina facebook Rubbettino, su quella Sciabaca e sul canale YouTube Rubbettino”. (b.n.)