Afghanistan, il dramma dei bambini. George Laryea-Adjei (Unicef): “Interveniamo prima che sia troppo tardi”
Allarmata denuncia del Direttore regionale dell'Unicef George Laryea-Adjei sulla drammatica condizione dei bambini afghani. Prosegue intanto la campagna umanitaria a favore di mamme e bambini della Fondazione Marisa Bellisario.
di Pino Nano
Giovedì 02 Settembre 2021
Roma - 02 set 2021 (Prima Pagina News)
Allarmata denuncia del Direttore regionale dell'Unicef George Laryea-Adjei sulla drammatica condizione dei bambini afghani. Prosegue intanto la campagna umanitaria a favore di mamme e bambini della Fondazione Marisa Bellisario.
"Nelle ultime settimane -denuncia il Direttore regionale dell'Unicef George Laryea-Adjei- con l'aumento del conflitto e dell'insicurezza, sono i bambini, i meno responsabili della crisi in Afghanistan, ad aver pagato il prezzo più pesante. Non solo alcuni sono stati costretti a lasciare le loro case, sono stati tagliati fuori dalle loro scuole e allontanati dai loro amici, ma sono stati anche privati dell'assistenza sanitaria di base che può salvarli da malattie come la polio e il tetano”.

Ora, con una crisi di sicurezza, prezzi alimentari alle stelle, una grave siccità, la diffusione del Covid e un altro inverno rigido alle porte, i bambini sono più a rischio che mai. Non usa mezzi termini l’alto dirigente dell’Unicef: “ Se la tendenza attuale continua, l'Unicef prevede che un milione di bambini sotto i 5 anni in Afghanistan soffrirà di malnutrizione acuta grave - una malattia pericolosa per la vita. Nel frattempo, più di 4 milioni di bambini, tra cui 2,2 milioni di ragazze, sono fuori dalla scuola. Circa 300.000 bambini sono stati costretti a lasciare le loro case, alcuni in pigiama mentre dormivano, altri mentre erano seduti tranquillamente a leggere i libri di scuola. Troppi di loro hanno assistito a scene che nessun bambino dovrebbe mai vedere. I bambini e gli adolescenti stanno lottando con ansie e paure, con un disperato bisogno di sostegno per la loro salute mentale”.

Sappiamo – aggiunge ancora George Laryea-Adjei – “che alcuni partner stanno pensando di tagliare gli aiuti all'Afghanistan. Questo è molto preoccupante e pone alcune domande importanti: avremo abbastanza risorse per mantenere in funzione i centri sanitari e garantire che le donne in gravidanza possano partorire senza rischiare la vita? Avremo abbastanza risorse per tenere aperte le scuole e garantire che sia le ragazze che i ragazzi possano trascorrere i loro giovani anni di apprendimento in spazi sicuri e accoglienti? Avremo abbastanza risorse per salvare la vita di centinaia di migliaia di bambini gravemente malnutriti?”.

Una condizione allarmante rispetto alla quale serve intervenire e prima che sia troppo tardi. L'Unicef, ricordiamo, è in Afghanistan da 65 anni ed è presente sul campo in tutto il paese.

“Stiamo coinvolgendo tutti gli interlocutori- sottolinea George Laryea-Adjei- in modo da poter aumentare la nostra risposta in tutte le regioni. Stiamo già sostenendo team mobili per la salute e la nutrizione nei campi per gli sfollati interni, allestendo spazi a misura di bambino, centri di nutrizione e siti di vaccinazione, preposizionando ulteriori aiuti salvavita e sostenendo migliaia di studenti in classi di istruzione su base comunitaria”.

Ma sono assolutamente necessarie più risorse. I giovani e i bambini – dice ancora l’alto funzionario dell’UNICEF- ci hanno detto che hanno un disperato bisogno dei beni e dei servizi più elementari - bisogni ai quali, se viene dato supporto, la comunità umanitaria può facilmente rispondere.

“L'Unicef– conclude nel suo appello George Laryea-Adjei – ha recentemente lanciato un appello per 192 milioni di dollari e noi esortiamo i donatori ad aumentare il loro sostegno alle famiglie e ai bambini vulnerabili che stanno lottando in mezzo a una crisi umanitaria che sta aumentando. I bisogni dei bambini dell'Afghanistan non sono mai stati così grandi. Non possiamo abbandonarli ora”.

Ma è già attiva una rete di solidarietà di oltre 30 imprenditrici italiane da Nord a Sud, pronte a ospitare donne con bambini e anche intere famiglie afgane in fuga dal regime talebano. L’ha promossa la presidente della Fondazione Bellisario, Lella Golfo.

“Abbiamo appena consegnato al Ministero degli Interni un elenco di amiche della Fondazione Marisa Bellisario” ha detto Golfo. “Appena viste le terribili immagini giunte dall’Afghanistan ho lanciato un appello alle amiche della Fondazione Bellisario che hanno accolto con straordinaria generosità il mio invito”. “Sono oltre trenta le imprenditrici da Nord a Sud pronte ad ospitare nelle loro case più di 150 profughi fra donne e bambini –ripete la presidente Lella Golfo- ma anche intere famiglie in fuga. Ho preso immediatamente contatto con le istituzioni e ieri ho consegnato al Ministero dell’Interno l’elenco delle donne che hanno offerto la loro ospitalità. Un gesto di solidarietà concreto, coerente con la storia delle numerosissime missioni internazionali della Fondazione, soprattutto in Afghanistan”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

afghanistan
appello
bambini
Fondazione Bellisario
George Laryea-Adjei
Lella Golfo
Pino Nano
PPN
Prima Pagina News
progetto
solidarietà
Unicef

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU