Auguri speciali a Carlo Riccardi, il re dei fotografi romani che oggi compie 95 anni.

La storia di Carlo Riccardi è la storia della fotografia in Italia. Nessuno meglio di lui può oggi meglio rappresentare la grande famiglia dei fotoreporter che hanno fatto grande non solo Roma ma la storia di questo nostro Paese in tutto il resto del mondo.

di Pino Nano
Domenica 03 Ottobre 2021
Roma - 03 ott 2021 (Prima Pagina News)

La storia di Carlo Riccardi è la storia della fotografia in Italia. Nessuno meglio di lui può oggi meglio rappresentare la grande famiglia dei fotoreporter che hanno fatto grande non solo Roma ma la storia di questo nostro Paese in tutto il resto del mondo.

Auguri speciali a Carlo Riccardi, il re dei fotografi romani che oggi compie 95 anni.
Guarda la fotogallery

Oggi 3 ottobre Carlo Riccardi, fotografo e pittore compie 95 anni. Padre storico dei fotografi romani, icona della cronaca fotografica di quasi un secolo, Carlo Riccardi è l’artista, non potremmo usare termine diverso per raccontarlo- che attraverso i suoi scatti ha descritto raccontato inseguito e accompagnato divi, politici, papi, testimoni del mondo, ma anche tantissima gente comune attraverso oltre ottant’anni di Storia d’Italia.

 

Ha un record tutto suo, che riguarda il suo immenso archivio privato, che oggi vanta circa tre milioni di negativi originali di foto fatte dal 1945/46 in poi, e ufficialmente certificato dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio.

 

 È la conferma più solenne che un artigiano come lui potesse aspettarsi dalla vita o sognare da ragazzo.

 

Un archivio storico senza precedenti per Roma Capitale e che suo figlio Maurizio Riccardi, straordinario professionista ed erede di suo padre, vuole ora trasformare in una grande biblioteca mediatica che possa essere utile agli osservatori e ai demo antropologi di tutto il mondo, perché nelle foto di suo padre Riccardo c’è davvero la Storia d’Italia.

 

A parlarmi di lui, giovane, è stato in queste ore un altro grande fotoreporter romano, Mario Carbone, che oggi ha la sua stessa età, vengono quindi entrambi da molto lontano, e Mario Carbone dice di Carlo Riccardi “Era un numero uno anche da ragazzo, instancabile, inarrestabile, inafferrabile, segugio nato, e mentre io allora fotografo il mondo dei grandi artisti internazionali che ruotavano attorno allo studio di Renato Guttuso, quindi grandi pittori e grandi artisti del tempo, Carlo Riccardi inseguiva la gente comune, le proteste sociali, le manifestazioni di piazza le prime rivolte studentesche, i primi raduni in favore dell’ambiente e contro il nucleare, le prime guerriglie armate del ‘78”.

 

Un testimone autentico, dunque, del nostro tempo e della storia repubblicana, che andrebbe raccontato nelle università e nelle scuole di Giornalismo perché nessuno meglio di lui può spiegare cosa significava vivere giorno e notte per strada a caccia di scatti e di scoop. Ma erano altri tempi.

 

Scopro solo per caso, un Natale di tanti anni davanti al famoso presepe dei netturbini di Roma, proprio alle spalle del Vaticano, che il vecchio Carlo Riccardi non era solo un grande fotoreporter, ma è stato anche un artista dell’avanguardia europea, meglio famoso come “pittore delle MaxiTele”.

 

 E’ il 16 agosto del 1986 quando a Piazza del Popolo, a Roma, sotto gli sguardi curiosi dei turisti, Carlo Riccardi srotolava e avvolgeva incravattando l’obelisco di Piazza del Popolo con una MaxiTela, “precursore della Street Art”, scrive di lui la critica di quegli anni, che con le sue enormi opere in movimento dà vita, forse lui allora del tutto inconsapevole, di una vera e propria scuola di pensiero che si ritroverà sotto il nome di ”Art on the way”.

 

Da quel momento Carlo Riccardi poterà in giro le sue MaxiTele dalle grandi piazze alle periferie e nei paesi con una mission ben precisa, quella di sensibilizzare l’opinione pubblica per una valorizzazione organica e attenta dell’immenso patrimonio artistico del nostro Bel Paese. Geniale, estroverso, multietnico, quasi poeta, menestrello folle di una capitale che lo segue e lo giudica con ammirazione

 

La sua storia professionale è ormai storia ufficiale della fotografia italiana. Nato a Olevano Romano (RM) il 3 ottobre 1926, Carlo incomincia a lavorare giovanissimo come ritoccatore in uno studio di foto pittura. Nel ’45 scatta foto e le colora per i militari americani che stazionano al Rest Center del Foro Italico. Lì conosce un giovane Federico Fellini (1920-1993) che all’epoca disegnava le caricature per i militari.

 

Il ’45 è l’anno della svolta professionale, l’inizio del suo percorso artistico come fotografo. Roma, palcoscenico particolarmente ricco di occasioni, presenze e situazioni, gli offre tutti gli spunti. Sono i primi anni della Repubblica, del neorealismo, dell’inizio del cosiddetto “boom economico”, delle grandi produzioni hollywoodiane, della “Dolce vita”.

 

Carlo Riccardi quegli anni li vive da protagonista, fotografando tutti i personaggi famosi che transitano nella “Città eterna”: artisti, intellettuali, attori, re e regine. E lì - in via Veneto, in via Condotti, a piazza di Spagna - comincia l’avventura del primo “paparazzo” della“Dolce Vita”, ma anche della documentazione di un’epoca.

 

 Amico di Federico Fellini, di Ennio Flaiano e di Totò, è il primo a immortalare Greta Garbo in Italia. Le sue fotografie sono esposte in decine di mostre diverse dedicate alla “Dolce vita”. Sono sempre sue foto di Gary Cooper e Jayne Mansfield, conservate oggi nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

 

Negli anni Cinquanta Riccardi fonda la rivista «Vip» e nel frattempo lavora per «Il Giornale d'Italia» e «Il Tempo». La sua lunga carriera e la costante presenza in un arco di tempo fiorente di momenti importanti per il Paese lo porterà, negli oltre cinquant’anni compresi fra il 1958 e il 2013, ad immortalare sulla pellicola fotografica ben sei Papi diversi, Giovanni XXIII (1958), Paolo VI (1963), Giovanni Paolo I (agosto 1978), Giovanni Paolo II (ottobre 1978), Benedetto XVI (2005), e ultimo Papa Francesco (2013).

 

“Senza contare – ci racconta il vecchio maestro- tutte le foto fatte a Pio XII, eletto Papa nel 1939”.

 

Man mano che gli anni passano trova il tempo e la passione per mettere in piedi mostre fotografiche in tutto il mondo. Ricordiamo quelle permanenti sulla “Dolce Vita” a Parigi e a Pechino, e numerose esposizioni in Italia: Vita da Strega. Sono cinquanta scatti legati agli anni fra il 1957 e il 1971, quindici diverse edizioni del Premio Strega, e in cui appaiono autori e autrici che hanno segnato la storia della nostra letteratura, Giorgio Bassani, Elsa Morante, Dino Buzzati, Carlo Cassola, Raffaele La Capria, Mario Tobino, Natalia Ginzburg, Giovanni Arpino, Paolo Volponi, Michele Prisco, Anna Maria Ortese, Alberto Bevilacqua, Lalla Romano, Guido Piovene, Raffaele Brignetti, e molti altri ancora.

 

Indimenticabili anche le rassegne successive,“I tanti Pasolini”, ventisei scatti legati agli anni compresi fra il 1960 e il 1969,  La Dolce Vita”, “Sophia Loren”, “I Papi Santi, “Donne e Lavoro”, “I Trattati di Roma,”Totò nell'obiettivo di Carlo Riccardi,”Il popolo della Repubblica”, “Claudia Cardinale”, e infine dulcis in fundo per gli appassionati della musica mondiale “The Beatles in Rome.

 

Ma non meno rilevante sarà la sua attività di pittore.

“Carlo Riccardi- ricorda suo figlio Maurizio- comincia a curiosare nel mondo dell’arte osservando i pittori tedeschi ed inglesi ospitati da suo padre Mario nella casa di campagna ad Olevano Romano, meta privilegiata di artisti stranieri.

 

Ancora oggi Olevano Romano ospita “Casa Baldi”, la residenza dei borsisti nominati dai Ministeri della Pubblica Istruzione dei Länder, gestita dall'Accademia Tedesca. Al suo arrivo a Roma, Saro Mirabella, maestro di Renato Guttuso, gli insegna a dipingere e a ritoccare le fotografie. Fotografando le opere, fa amicizia con pittori che, di lì a breve, si sarebbero affermati sempre più. Papà mi parlava sempre di Corrado Cagli, Giorgio De Chirico, Pericle Fazzini, lo stesso Renato Guttuso, Sante Monachesi, e Luigi Montanarini, che lo convincono a continuare a sperimentare la sua arte”.

 

Tutto qui?

Niente affatto. Mentre lavora come fotoreporter per «Il Giornale d’Italia» e per «Il Tempo» Carlo rivela anche il suo talento come organizzatore di mostre.

 

Dà vita alla galleria d’arte Le Scalette Rosse, oggi Spazio5, in via Crescenzio 99/d, a pochi metri da piazza del Risorgimento a Roma. Dipinge, scrive poesie, e, insieme ad altri intellettuali, fonda il movimento artistico “Quinta Dimensione”, l’ultimo manifesto pittorico del Novecento, firmato da oltre cinquanta artisti contemporanei.

 

Negli anni Settanta, fondamentale sarà l’incontro con Karol Wojtila, all’epoca era ancora Arcivescovo di Cracovia, il quale lo convinse a dipingere venticinque quadri aventi come soggetto paesaggi e città polacche, in particolare Wadowice, città natale di Wojtila, che diventerà Papa Giovanni Paolo II dal 1978 al 2005.

 

 I quadri di Carlo Riccardi vengono quindi esposti nel ’78 in una mostra che passerà alla storia della cultura di Roma Capitale, dal titolo “Cattedrali a Cracovia, omaggio al Papa , allestita nella chiesa romana di San Pio V e inaugurata dal Pontefice «venuto da lontano». E in quegli stessi anni, Carlo viene chiamato a ricoprire la carica di Segretario Generale del Sindacato Artisti della Cisl.

Fra le sue Maxitele vale la pena di ricordare quelle esposte nella Romerplatz Rathaus di Francoforte, quella in Piazza della Signoria a Firenze, nel Chiostro di San Domenico a Siena, al Lido di Ostia (RM), nel bosco della Serpentara a Olevano Romano.

 

Ma famosissima rimarrà nella storia che verrà la maxitela di ottocento metri che il grande Carlo Riccardi dedica alla Polonia, esposta nella Sala Nervi in Vaticano e inaugurata da Giovanni Paolo II. Ma le sue frequentazioni vaticane non finiscono mai, e nel 2015 dona a Papa Francesco un’opera per la Pace.

Che dirvi di più?

Il giudizio unanime e corale di questo straordinario artista italiano è condensato in una frase di appena tre righe: “Ancora oggi le sue tele continuano a fare il giro del mondo.

 

Un uomo e un artista che, con la sua vita e la sua opera, ha dato un contributo fondamentale alla conservazione e valorizzazione della memoria della Storia d’Italia degli ultimi sette decenni”.

Buon compleanno Carlo, e approfitto ora per dirti ancora una volta “grazie” per essere venuto, anni fa, alla presentazione di un libro “Storia di un Grand Commis”, che raccontava la storia di Giuseppe Borgia, tuo vecchio e grande amico personale.

Anche lui, che oggi non c’è più, portato via dal Covid, non faceva altro che raccontare “Alla mia festa è venuto anche Carlo Riccardi”.

 

 

 


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

95° compleanno
Carlo Riccardi
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU