Capitale della Cultura 2022, Taranto tra le 10 città italiane finaliste, il tifo e le ragioni del sindaco Rinaldo Melucci
Davanti alla giuria del Mibact sono sfilate Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra.
(Prima Pagina News)
Domenica 17 Gennaio 2021
Taranto - 17 gen 2021 (Prima Pagina News)
Davanti alla giuria del Mibact sono sfilate Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra.
Un sogno non costa davvero nulla. “Oggi è un giorno di festa- di il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, presentando la candidatura- perché per anni ci hanno insegnato che Taranto non doveva avere nulla a che fare con la bellezza, ma doveva solo produrre. Nell’ultimo mezzo secolo a Taranto abbiamo commesso tutti gli errori che si potevano commettere in un Paese civile. Una sorta di deserto dove non c’era posto per cultura e bellezza, dove non ci si doveva occupare del futuro, ma solamente di monocultura industriale, Pil e mercato”.

“Questo deserto ha prodotto una lacerazione nel tessuto sociale, ingiurie all’ecosistema e alla salute e la fuga dalla città dei più giovani e scolarizzati – ha sottolineato Melucci -. Abbiamo pensato che si dovesse reagire a questo deserto con la discontinuità, utilizzando il driver della cultura che ha coinvolto migliaia di cittadini e un Piano strategico comunale per far diventare Taranto una città resiliente e con un modello di sviluppo sostenibile e alternativo alla grande industria”.

Può un deserto far germogliare una pianta e questa dare frutti ad una comunità? Come può cambiare il clima di una terra lacerata dalla monocultura industriale e dalle ingiurie agli ecosistemi, alle coscienze e persino ai sogni delle future generazioni, e attraverso la cultura e la voglia di partecipazione sospingere la rinascita socio-economica e ambientale?

Tante Taranto, dal mare a luoghi unici dell’arte contemporanea, attraverso ventotto secoli di storie ed esperienze sensoriali, per un laboratorio nazionale di cultura resiliente e sostenibile. Dove c’era un deserto.

“Oggi vediamo Taranto come un laboratorio nazionale del Green Deal di cui parlano il governo e l’Unione europea e di cui una componente essenziale è la cultura. Con questo laboratorio vogliamo dare una possibilità ai bambini che meritano un futuro di pari diritti a quelli di qualsiasi altro territorio. La cultura cambia il destino è il fondamento di questo laboratorio. Se cambia Taranto può cambiare il Mezzogiorno e tutta l’Italia”, ha concluso Melucci.

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