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Nei mesi scorsi, esattamente luglio 2020, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, con propria determina, ha convocato le elezioni per il rinnovo del medesimo Consiglio Nazionale. Di conseguenza anche i Consigli regionali andranno al rinnovo a conclusione del mandato triennale iniziato a fine 2017.
Nei mesi scorsi, esattamente luglio 2020, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, con propria determina, ha convocato le elezioni per il rinnovo del medesimo Consiglio Nazionale. Di conseguenza anche i Consigli regionali andranno al rinnovo a conclusione del mandato triennale iniziato a fine 2017.
Data fissata per le elezioni è domenica 27 settembre 2020, la prima domenica di voto per il rinnovo degli organismi dirigenti degli Ordini regionali e di quello nazionale.
In realtà lo sarà appunto solo formalmente perché quel giorno il voto sarà valido solo se si recheranno alle urne il 50% più uno degli aventi diritto.
Ogni iscritto riceverà quindi la convocazione alle urne con l’invito a recarvisi direttamente la domenica successiva, 4 ottobre, quando il voto sarà valido qualunque sia il numero dei votanti.
Domenica 11 seguirà invece il voto di ballottaggio per quei candidati che al primo turno non avranno ottenuto almeno il 50% più una delle preferenze espresse, per cui si sceglierà tra i due più votati per ogni seggio non coperto con il voto del primo turno.
Cosa accadrà in realtà? Nessuno ancora lo sa. Nessuno ancora ha avuto notizia ufficiale della risposta che il Ministero della giustizia competente per la materia ha già recapitato al Presidente nazionale Carlo Verna e in cui per la verità – noi l’abbiamo letta- si lascia ad ogni ordine regionale libertà di movimento.
Accadrà insomma per tutti noi quello che ci ha già abbondantemente insegnato in questi mesi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e cioè che in nome dell’emergenza Covid ha fatto di tutto e di più, scavalcando il Parlamento, mortificando il consenso popolare, e dimenticandosi che in realtà, lui capo del governo mai eletto da nessuno, ha calpestato spesso e volentieri ogni forma di democrazia?
Lo ha salvato- vi ricordiamo- il ricorso alla fiducia in più occasioni. Questo rischia di accadere anche in casa nostra? In nome di una emergenza che non è più quella dei primi mesi dell’anno, qualcuno spera, e tenterà, di poter rinviare sine die il giorno delle elezioni.
Spera cioè di poter andare avanti impunito e senza controllo per i prossimi sei mesi, occupando un posto che non gli appartiene più.
Parliamo di alcuni presidenti di ordini regionali, che hanno già velatamente manifestato il desiderio di voler rinviare le elezioni al prossimo 2021. In modo da stare al proprio posto per un altro anno magari, il tempo necessario per ricostruire semmai maggioranze oggi rabberciate e insicure.
E cosa fa il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine Carlo Verna?
Noi ci auguriamo che Carlo Verna riscopra tutta la sua immensa cultura giuridica, e porti ogni ordine regionale al voto.
Non diventi Carlo Verna complice di un sistema del rinvio che giova solo ai furbastri del voto, o a quei presidenti che sperano di poter continuare a vivacchiare seduti su uno scranno che non è più quello di una volta.
Se invece si cerca una giustificazione al rinvio, che non sia per favore l’emergenza Covid, perché questo ci offende tutti.
Gli Ordini Regionali che non andranno al voto vanno per legge commissariati, senza se e senza ma, altrimenti sarebbe come difendere l’illecito.
Noi crediamo che Carlo Verna abbia il carisma e la forza per commissariare immediatamente quegli Ordini che non rispetteranno le scadenze rituali e formali del voto.
Grazie Presidente. Grazie davvero da tutti noi.