Ciclisti più sicuri: “Basta con le stragi per le strade, troppi incidenti, il Governo ci aiuti a sopravvivere”
Lettera-aperta al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio da parte di Gianfranco Di Pretoro, della Federazione Ciclistica Italiana Lazio, Responsabile Piste Ciclabili e Sicurezza, che qui ricorda le ultime stragi della strada, vittime appunto ignari ciclisti della domenica.
(Prima Pagina News)
Lunedì 01 Marzo 2021
Roma - 01 mar 2021 (Prima Pagina News)
Lettera-aperta al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio da parte di Gianfranco Di Pretoro, della Federazione Ciclistica Italiana Lazio, Responsabile Piste Ciclabili e Sicurezza, che qui ricorda le ultime stragi della strada, vittime appunto ignari ciclisti della domenica.
“Sono sconvolto per la morte del giovane ciclista Giuseppe Pilone!Non possiamo,non dobbiamo rassegnarci a chi muore per una passione benemerita come quella di andare in bicicletta. Con Giuseppe sono stati uccisi i sogni di liberta’ di un giovane,un mondo di speranze frantumate in un attimo.Non possiamo,non dobbiamo rassegnarci alla sopraffazione del piu’ forte. Signor Presidente della Repubblica, Signor Capo del Governo italiano, in un momento così difficile per il mondo intero, trasmettervi il lamento di tanti cicloturisti e ciclo agonisti che ogni giorno pedalano “fuori dalle aree urbane”, può sembrare inopportuno ma siamo tanto stanchi di pedalare con la paura per la sopraffazione dei motorizzati. La nostra unica colpa è quella di seguire la passione per la bicicletta !”.

La lettera è firmata da Gianfranco Di Pretoro, Federazione Ciclistica Italiana Lazio, Responsabile Piste Ciclabili e Sicurezza, e ricorda in particolare anche la tragedia di Rosario Costa ciclista morto per la strada e che i giornali locali il 15 maggio 2016 hanno raccontato con grande attenzione.

“Un altro ciclista vittima di un incidente sulla strada. Una nuova tragedia, ancora più dolorosa per la giovane età della vittima. A perdere la vita domenica mattina è stato il quattordicenne Rosario Costa, uno dei ragazzi della Asd Nibali, la squadra sportiva dilettantistica del campione siciliano. Il giovanissimo si stava allenando lungo la litoranea in provincia di Messina insieme al padre a un gruppo di amici. Secondo una prima ricostruzione il quattordicenne si è scontrato contro un compattatore della Messinambiente che proveniva in senso opposto”.

Con lui sono ormai 534 i ciclisti morti, numero che dovrebbero far sobbalzare le autorità interessate alla mobilità, invece, si fa poco per diffondere la cultura del rispetto verso di noi.

È sacrosanto – aggiunge oggi Gianfranco Di Pretoro- impegnarsi per una mobilità alternativa nelle citta’ ma non si possono trascurare le strade “fuori città” pedalate per turismo e per gli allenamenti agonistici da un gran numero di cittadini. Nell’area metropolitana di Roma,i ciclisti morti nel 2016,rappresentano con il 7% ,la terza categoria dopo gli automobilisti e motociclisti. Ci tremano ancora le gambe ripensando alla strage sulla SS 18, in località Marinella a Sant’Eufemia di Lamezia Terme:8 ciclisti morti, famiglie distrutte in un attimo”.

Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale non deve riguardare solo l’abitacolo degli automezzi, il tipo di guard rail o le utenze deboli nelle aree urbane ma tutti gli utenti della strada.

Cosa chiediamo? Gianfranco Di Pretoro lo spiega bene: “Il riconoscimento al ciclista del suo spazio ben visibile sulla strade che conducono alle mete turistiche più appetibili. Semplicemente, una corsia disegnata a terra con il logo della bici, talvolta colorata nel suo interno e ben lisciata. Costa pochissimo, responsabilizza inequivocabilmente il motorizzato in caso di contatto con il ciclista e facilita la realizzazione della fitta rete ciclabile. La corsia ciclabile diventa un vero salvavita contro la distrazione del motorizzato se la si evidenzia esternamente con la “Banda Rumorosa e catarifrangente”.

“Naturalmente, la predetta corsia ciclabile, dovrà essere inserita nel Codice della Strada.Facciamo una crociata tutti insieme, tutte le associazioni unite per chiedere al Ministero delle infrastrutture, Ministero dell’Ambiente e dello sport,alla Regione, lo spazio ed il rispetto che meritiamo sulle strade aperte al traffico”.

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