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Un libro dedicato ai giovani calabresi, quello di Marisa Manzini, procuratore aggiunto di Cosenza. “Fa silenzio che parrasti assai".
Un libro dedicato ai giovani calabresi, quello di Marisa Manzini, procuratore aggiunto di Cosenza. “Fa silenzio che parrasti assai".
Un libro dedicato ai giovani calabresi, quello di Marisa Manzini, procuratore aggiunto di Cosenza. “Fa silenzio che parrasti assai". Il potere delle parole contro la 'ndrangheta “ (edito da Rubbettino), è stato presentato lunedì pomeriggio all'Hotel San Francesco di Rende, Cosenza, su iniziativa di Confapi Calabria e dell'Ordine dei Consulenti del lavoro di Cosenza, ulteriore testimonianza di un impegno congiunto sui princìpi della legalità, un vero e proprio evento letterario che ha avuto come protagonista lei, Marisa Manzini, un magistrato che in Calabria ha sfidato come nessun altro aveva mai osato fare prima la cosca mafiosa più potente della regione, quella dei Mancuso di Limbadi, una donna che oggi è diventata icona del coraggio femminile nella professione più delicata e più complessa della vita del Paese. Un dialogo fitto e interessante che ha visto protagonisti, insieme all'autrice, Fabiola Via, presidente CDL Cosenza e Francesco Napoli, Vice presidente nazionale Confapi, ma con molti interventi anche da parte del pubblico presente, numeroso e attento. La presentazione del libro di Marisa Manzini fa da apripista ad una serie di incontri che Confapi Calabria e i consulenti del lavoro intendono dedicare alla legalità, declinata nei temi che ricadono nella sfera di azione e di interesse delle due organizzazioni: dall'asseverazione di conformità contrattuale contributiva all'applicazione del protocollo di legalità. «Nel libro di Marisa Manzini – ha esordito Franco Napoli -, scritto da un punto di osservazione diretto e senza filtri, combattono due forze: la forza della parola contro la forza dell'omertà. Chi scrive non solo ha scelto la prima, ma ha deciso di non confinarla nel chiuso di un'aula di giustizia, ma di diffonderla attraverso un libro, fecendone messaggio globale”. L' invito a non cadere nella trappola dell'omertà, vero e proprio nutrimento dell'apparato mafioso, è il messaggio su cui ruota il libro di Marisa Manzini. Quell'omertà che non si subisce, 'perché – dice la Manzini – di qualunque evento delittuoso si tratti, chi non parla lo fa attraverso una scelta consapevole, diventando automaticamente complice. Questo bisogna spiegarlo ai ragazzi, a partire dal loro quotidiano. Essere a conoscenza di un fatto di bullismo e non denunciarlo è un atto di omertà, lo dico sempre ai ragazzi negli incontri che faccio nelle scuole. Omertà è una parola che non dovrebbe esistere nel loro vocabolario”. I cronisti che hanno seguito negli anni scorsi Marisa Manzini nelle sue vesti di magistrato contro i Mancuso di Limbadi hanno avuto modo di raccontare per lunghe stagioni del grande coraggio di questa donna, arrivata in Calabria appena ragazza, e cresciuta come magistrato nel cuore della procura della repubblica di Vibo Valentia, in una delle zone più a rischio-ndrangheta della regione, una terra che alla fine anche una donna come lei ha imparato ad amare e a rispettare. Marisa Manzini parla al cuore dei calabresi, “terra che nel suo libro descrive nelle sue bellezze, dicendoci chiaramente che abbiano una grande risorsa da rispettare - evidenzia Francesco Napoli. “Questa terra ha il diritto di rinascere – è la risposta di Manzini – ed il dovere di dare alle nuove generazioni gli strumenti per poter correggere gli errori commessi». Questa terra ha il diritto di rinascere, fornendo alle nuove generazioni gli strumenti per poter correggere gli errori commessi». Omertà quale freno allo sviluppo, omertà che uccide le imprese sane. Nell’ottica di combattere l’illegalità che non risparmia il mondo del lavoro, è stato avviato un impegno comune tra il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e l’Ispettorato nazionale del lavoro. “L’accordo – spiega Fabiola Via - si pone in continuità con l’impegno profuso negli ultimi anni dalla categoria nel denunciare e osteggiare tutti quei fenomeni elusivi che destabilizzano il mercato del lavoro. Bisogna parlare tanto di legalità in tutti gli ambiti – incalza Fabiola Via. Noi lo facciamo riferendoci in particolare al mondo del lavoro, denunciando che l’illegalità la fa da padrone e, con gli strumenti che il nostro consiglio nazionale ci ha messo a disposizione, proviamo a contrastarla o quanto meno a portarla a conoscenza delle aziende e dei lavoratori con l’intento di riuscire a fermarla e contenerla. Parlare e non tacere perché l’omertà , come ci ricorda il procuratore aggiunto Manzini, rappresenta uno dei cardini su cui si fonda la forza della ‘ndrangheta”. Anche in questa occasione Franco Napoli non poteva fare di meglio, che invitare a discutere del futuro della Calabria una delle vere protagoniste del riscatto di questa regione così lontana ancora da tutto. B.N.