Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
In Italia non se ne parla, eppure 12 milioni di persone sono rinchiuse in lockdown da un altro decreto emesso dal Presidente Alberto Fernandez, dal Governatore della Provincia, Axel Kichillof e dal Sindaco della città di Buenos Aires, Horacio Rodriguez Larreta.
In Italia non se ne parla, eppure 12 milioni di persone sono rinchiuse in lockdown da un altro decreto emesso dal Presidente Alberto Fernandez, dal Governatore della Provincia, Axel Kichillof e dal Sindaco della città di Buenos Aires, Horacio Rodriguez Larreta.
Ieri, in Argentina, secondo alcune fonti, hanno però confermato un allentamento delle restrizioni che verranno annunciate ufficialmente domani: “Dobbiamo flessibilizzare la quarantena e imparare a convivere con il virus.
Non possiamo più continuare a bloccare tutto ! Ora è il momento della responsabilità collettiva ma se i dati dovessero peggiorare ulteriormente, saremo costretti a ritornare nuovamente in lockdown.” E’ la strategia dello “step and go”, visto che i dati non accennano a diminuire e anzi ieri è stato raggiunto un nuovo picco.
In Argentina è inverno e fa freddo, sarà anche per questo motivo climatico che la situazione non accenna a migliorare oppure ci sono concause sociali, demografiche, sanitarie e politiche? “ Di nuovo seduti uno vicino all’altro e stanchi di una chiusura che dura dal 30 di Marzo”. Ci dice Pierpaolo Manzo, un italiano che oramai da anni vive in Argentina, raggiunto telefonicamente tramite messenger.
Pierpaolo è letteralmente disperato: è in lockdown con la famiglia da oltre e mesi. Incredibile! Quando l’ha raccontato stentavo a crederci. Oltre 100 giorni, ma secondo altre fonti (dipende da quando si conta l’inizio della quarantena) si è oramai arrivati a 119 giorni.
Una situazione al limite della sopportazione se pensiamo a quanto abbiamo sofferto qui in Italia per un periodo molto meno lungo. Eppure dell’Argentina non se ne fa cenno in Italia, nonostante i milioni di italiani che vivono in quella terra così bella e tanto lontana da visitare.
Ci mettiamo a leggere “El Clarìn” e “La Nacion”, due dei quotidiani più importanti dell’Argentina, per farci un’idea di quello che sta accadendo.
Si parla addirittura di un lockdown di ben 121 giorni ! Le restrizioni variano da Provincia a Provincia, essendo una Nazione molto grande e con un impianto costituzionale Federale.
L’Argentina è una Terra bellissima e piena di risorse e ci viene in mente cosa sta accadendo anche al Venezuela che sta vivendo una situazione probabilmente ancor più drammatica e che il coronavirus non sta che peggiorando.
Ma quando tornerete ad una “pseudo-normalità”? Chiediamo a Pierpaolo, cercando uno sfogo velato di speranza. Invece la voce cambia tono, passando in un battibaleno da infuriato a pessimista: “Qui le forze politiche si accusano reciprocamente e sono molto preoccupato. Soprattutto perché abbiamo il problema della popolazione più indigente e dei quartieri più poveri (le “villas”), dove vivono accalcate milioni di persone che continuano purtroppo ad infettarsi e quindi ho paura che questa situazione possa non finire più”.
Dunque nella Provincia di Buenos Aires, i cittadini resteranno chiusi almeno fino a domani venerdì 17 luglio, questo a causa dell’esplosione dei casi di contagi nelle “villas”, dove molte volte non ci sono nè acqua potabile, né corrente elettrica.
E dove a causa del sovraffollamento urbanistico tipico di queste realtà del Sud America (come in Brasile dove ci sono le “favelas” ed in Venezuela dove milioni di persone vivono in baracche di latta e cartone chiamati “ranchitos” o “ranchos”), è impossibile immaginare anche un minimo di distanziamento sociale.
Ad aggravare ancor più la situazione, questa pandemia sta impoverendo ancora di più l’Argentina che già sinceramente non è che se la passasse molto bene. “ Viviamo in una bolla di sapone che chiamiamo casa .
I nostri figli non vanno a scuola da mesi, con la consapevolezza di aver perso un anno scolastico importante per formazione e struttura ma la cosa che più mi addolora è che non sento da parte di chi ci governa una idea intelligente al proposito”.
Ascoltando queste sue recriminazioni, rimaniamo amareggiati pensando a quanta similitudine sta accadendo nella nostra Italia. Ahimè…
Ieri, il consueto bollettino diramato dalle autorità, ha certificato 4250 nuovi infettati e 82 morti. Ci sembra di essere tornati indietro di mesi fa, quando anche qui si aspettavano i dati della nostra Protezione Civile con le dita incrociate, sperando che i dati cominciassero a diminuire.
Un incubo che per molti argentini non è ancora finito. Garra siempre…y suerte !
(Foto di Gianluca Rizzante)