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Turismo fai da te, o meglio Turismo entro i confini nazionali, un gioco che per gli analisti di Demoskopika potrebbe portare nelle casse dello Stato oltre 21 miliardi di euro. In testa alla classifica delle regioni più amate la Sicilia la Sardegna e la Campania.
Turismo fai da te, o meglio Turismo entro i confini nazionali, un gioco che per gli analisti di Demoskopika potrebbe portare nelle casse dello Stato oltre 21 miliardi di euro. In testa alla classifica delle regioni più amate la Sicilia la Sardegna e la Campania.
Dove andare in vacanza nei prossimi mesi? L’analisi di Demoskopika ci spiega che per “Appartenenza turistica”, : svetta la Sicilia. 41 siciliani su 10 amano la vacanza “in casa”. È oramai consolidato l’orientamento secondo il quale la ripresa del turismo in Italia punterà, in una prima fase, sulla prossimità valorizzando tradizioni, peculiarità e patrimonio culturale come matrice identitaria della comunità. La scelta dei cittadini di trascorrere le vacanze all’interno del territorio di residenza, dunque, può fare la differenza, soprattutto per compensare la drastica contrazione dell’incoming turistico prevista per la stagione in corso in maniera più o meno omogenea in tutto il Belpaese. In altri termini, si va delineando il processo secondo cui saranno premiati quei sistemi turistici locali che più degli altri saranno in grado di trattenere i rispettivi “mercati autoctoni”, convincendoli ad usufruire dei prodotti turistici e dei servizi ricettivi caratterizzanti l’offerta turistica. In questa direzione, Demoskopika ha ideato il T.a.tu.r, acronimo che sta per tasso di appartenenza turistica regionale quale rapporto dei turisti che trascorrono la vacanza nella regione di residenza sul totale dei vacanzieri residenti di quella regione. Tre i gruppi di turisti rilevati in coerenza con la strategia del “sasso nello stagno”: gli identitari, gli esterofili, e, infine, i nazionalisti. Lo spaccato che emerge – precisa il Presidente di Demoskopika Raffaele Rio- presenta uno scenario alquanto variegato. A conquistare la vetta, infatti, è la Sicilia che, con il 40,59%, presenta il più elevato livello di appartenenza turistica: su un totale di 3,2 milioni di arrivi generati dai turisti autoctoni mediamente in un anno, ben 1,3 milioni (identitari) si sono “consumati” in territorio siciliano. A seguire, con tassi rilevanti, anche la Sardegna e la Campania rispettivamente con il 29,06% e il 26,63%. Appartenenza più che significativa anche per Lombardia (21,37%), Puglia (20,51%) e Veneto (19,91%). A registrare un tasso di appartenenza intermedia cinque sistemi turistici regionali: Piemonte (18,20%), Calabria (18,18%), Toscana (16,72%), Emilia-Romagna (15,75%) e Lazio (14,28%). In un livello minore rientrano Friuli Venezia Giulia (10,93%), Abruzzo (9,25%), Marche (8,61%) e Trentino-Alto Adige (5,94%). In coda, con valori bassi del tasso di appartenenza turistica la Basilicata (5,41%), la Liguria (5,30%), il Molise (4,87%), l’Umbria (3,61%). A chiudere la classifica del tasso di appartenenza turistica regionale è, infine, la Valle d’Aosta i cui circa 11 mila turisti identitari pesano soltanto per l’1,27% sul totale dell’universo dei viaggiatori valdostani. Per gli analisti di Demoskopika il turismo autoctono può generare 84,9 milioni di arrivi e 278 milioni di presenze. Ogni anno sono circa 85 milioni i flussi degli arrivi turistici movimentati dagli italiani: 21,1 milioni sono coloro i quali prediligono le vacanze all’estero, 49,2 milioni rappresentano il gruppo di coloro che scelgono di trascorrere le vacanze in Italia ma non nella loro regione di residenza e, infine, 14,6 milioni il cluster di chi ama trascorrere le vacanze nel territorio dove vive. Movimenti rilevanti su cui puntare per la stagione in corso, resi ancora più evidenti dalle presenze turistiche che potrebbero generare: ben 278 milioni di cui 66,5 milioni dai turisti definiti dallo studio “esterofili”, 164 milioni dal gruppo dei “nazionalisti” e, infine, 46,9 milioni dagli “identitari”. I vantaggi – conclude Raffaele Rio – non sarebbero di poco conto. Se gli italiani che hanno trascorso le vacanze all’estero optassero quest’anno per l’Italia, le presenze potrebbero compensare la perdita dei turisti stranieri almeno del 30%, con punte del 67% in Puglia con 2,3 milioni di presenze, del 65,7% in Emilia-Romagna con 7,1 milioni di presenze e del 63,5% in Umbria con 326 mila presenze e con alcune regioni che potrebbero addirittura superare la soglia massima di compensazione come Molise, Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Marche.