Domenico Romano Carratelli, un anno dopo la sua morte il “suo” Codice ha già fatto il giro del mondo
Domenico Romano Carratelli, verrà ricordato sabato a Vibo Valentia con una messa per il primo anno di anniversario della sua morte (12 marzo 2020) alle ore 11.00, nella Chiesa S. Maria la Nova, proprio a due passi dallo studio dell’ex Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
di Pino Nano
Giovedì 11 Marzo 2021
Roma - 11 mar 2021 (Prima Pagina News)
Domenico Romano Carratelli, verrà ricordato sabato a Vibo Valentia con una messa per il primo anno di anniversario della sua morte (12 marzo 2020) alle ore 11.00, nella Chiesa S. Maria la Nova, proprio a due passi dallo studio dell’ex Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
Domenico Romano Carratelli, un anno dopo la sua morte il “suo” Codice ha già fatto il giro del mondo
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Di Domenico Romano Carratelli resta oggi, nella gente comune, il ricordo di un uomo e di intellettuale di gran classe, che però passerà alla storia, non tanto, e non più solo, per l’impegno e la sua attività politica, ma soprattutto per aver ritrovato, ormai lui non più giovane, il famoso “Codice Romano Carratelli”, pregevole manoscritto cinquecentesco, che rappresenta un esempio mirabile di pianificazione territoriale dell’epoca, un affresco di città fortificate, torri e castelli nella Calabria Ulteriore, un documento prezioso tanto sotto il profilo storico e documentaristico, quanto sotto quello meramente artistico, “poiché i 99 acquerelli che compongono il manoscritto che ho ritrovato - raccontava Mimmo - sono di una bellezza davvero rara e sorprendentemente, ancora perfettamente ben conservati”.

Collezionista di libri antichi e di ceramiche di Gerace, prima di morire “Mimmo” aveva avuto anche il privilegio di portare il “suo” bellissimo Codice-raro al Quirinale, per farlo vedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, suo amico di vecchia data.

Ormai viveva solo per quello, voleva che il suo Codice girasse per il mondo, e sognava di poter organizzare delle mostre itineranti nelle più grandi capitali estere, il tutto anche grazie all’amorevole collaborazione della sua seconda moglie Teresa Saeli, affascinante e instancabile Capo Delegazione del FAI.

“Perché è un modo finalmente diverso -diceva sempre- di raccontare al resto del mondo la storia della mia terra e della mia gente”.

Non solo mafia, e non solo ‘ndrangheta insomma.

E' quasi commovente il ricordo che ne fa il suo “amico di barca e di vita”, Tommaso Marvasi in un pezzo molto bello pubblicato su La Discussione, appena il giorno dopo la sua morte: “La passione era il suo tratto più evidente; la signorilità il suo naturale portamento. Passione: non soltanto nella sua attività politica, affrontata con abnegazione, generosità e intelligenza e con rara sensibilità. Ma anche passione nella sua naturale inclinazione verso il bello e nella capacità di godere delle espressioni artistiche. Quasi l’incarnazione del famoso verso di Keats, 'a think of beauty is a joy for ever', per la sua capacità di andare in estasi davanti alle opere d’arte. Caravaggio il suo mito”.

Tutto vero. Tutto straordinariamente vero. Quanto mai oggi, ancora più vero di prima.

Quando “Mimmo” non faceva politica, o meglio quando “Mimmo” non aveva impegni politici istituzionali pressanti e di particolare importanza, il “vecchio giurista” andava allora per musei e pinacoteche alla ricerca di capolavori d’arte da guardare e, quando poteva farlo, anche da comprare.

Conosceva i mercanti d’arte romani come nessuno avrebbe mai potuto aspettarsi da uno come lui, e conosceva soprattutto i mercatini dell’antiquariato napoletano così bene da poterli un giorno anche riunire insieme e raccontarli in una mappa dettagliatissima e aggiornata, tanto li amava e li frequentava.

Da topo di biblioteca quale era da ragazzo, da grande era diventato topo dei vecchi vicoli storici delle città d’arte, a caccia di oggetti rari legati alla storia della Calabria.

Elegante, meridionalista sobrio, autoironico, determinato, caratterialmente anche arrogante testardo caparbio cocciuto, eterno lottatore, anche questo va detto, ed eterno sognatore, capace sempre di incredibili voli pindarici, come il giorno in cui si illuse di poter dichiarare guerra ai poteri assoluti del suo partito e della classe dirigente dominante democristiana, schierandosi platealmente contro Pujia Ligato Misasi Antoniozzi Pucci Quattrone Vito Napoli, fortemente sostenuto dal suo leader di riferimento che era Francesco Bova, innamorato dei grandi spazi, uomo abituato a viaggiare molto, e a guardare il mondo esterno con la lucidità tipica dei grandi pensatori del Sud.

Ambientalista convinto e della prima ora, nei primi anni ’80 trova il modo, e soprattutto anche il coraggio civile di promuovere e di proporre la mozione con cui viene bloccata la costruzione della Centrale a Carbone di Gioia Tauro.

Ma è di Domenico Romano Carratelli anche il primo disegno di legge regionale per la istituzione della Provincia di Vibo Valentia ed è suo l’emendamento su cui esprime parere favorevole alla istituzione di detta Provincia.

Un vero e proprio puzzle politico quello della nuova provincia di Vibo Valentia che Carratelli costruisce in maniera maniacale e che insegue per anni convinto che alla fine i fatti gli avrebbero dato ragione.

Ma portano anche la sua firma, e il suo nome, diversi disegni di legge che poi diventeranno leggi regionali, come la istituzione del Parco Regionale delle Serre, la istituzione dei Musei degli Enti locali e di interesse locale, la istituzione dell’Accademia Hipponiana di Musica, istituto di Formazione Superiore di Musica, con sede a Vibo Valentia, la legge di riforma delle Proloco calabresi, e infine la istituzione del Difensore Civico in Calabria.

Pochi in realtà forse lo sanno, ma “Mimmo” passerà alla storia soprattutto perché è sua l’ideazione del toponimo “Costa degli Dei”, un modo affascinante per indicare il tratto di costa marina della provincia di Vibo Valentia che va da Pizzo Calabro fino a Nicotera e Coccolino, uno dei paesaggi più belli del mondo e da lui, poi, “cristallizzato” in una Delibera formale della Regione, questa volta lui nella sua veste di Assessore Regionale al Turismo. Solo per questo la costa Tropeana gli dovrebbe un ricordo eterno.

Come Presidente della Commissione del Piano di Sviluppo e come Assessore al Turismo Carratelli porta a casa però un altro obiettivo importante per la sua Tropea, ed è la realizzazione del porto e del lungomare di Tropea, idea che lui stesso aveva già proposto molto tempo prima, nel 1973, da Sindaco di Tropea.

E in quello stesso anno, era il 1973, “Mimmo” pose per primo il problema della tutela e del riconoscimento legislativo della “Cipolla Rossa di Tropea”, logo che ormai ha fatto il giro del mondo.

Da Parlamentare Nazionale è stato primo firmatario di numerose proposte di legge di assoluta rilevanza. Ricordiamo qui l’introduzione dell’insegnamento della storia regionale e locale nella scuola, le Norme per la tutela e la valorizzazione dei dialetti e della cultura locale, l’Istituzione del Servizio Civile Volontario, l’Abolizione del Servizio Militare di Leva e istituzione del Servizio Militare Professionale .

E al suo impegno si deve anche la istituzione della sezione staccata del Tribunale di Vibo Valentia a Tropea. Mi pare di averlo già scritto in passato da qualche altra parte.

Dalla vita l’avvocato Domenico Romano Carratelli ha avuto davvero tutto quello che un uomo avrebbe potuto sognare di avere, ma ha avuto soprattutto – e di questo ne era perfettamente consapevole e fiero- una marea di amici veri, che hanno continuato a volergli bene fino all’ultimo giorno della sua vita, anche quando lui aveva ormai smesso di fare politica militante e aveva scelto di trascorrere l’ultimo tratto della sua vita nel silenzio della sua casa di campagna.

Era il 1991 ed ero con lui in America, lui allora parte integrante della Delegazione della Giunta Regionale Calabrese in visita a Little Italy, la mattina in cui gli chiesero di scegliere come trascorrere parte della sua giornata libera a Boston.

Gli chiesero, ricordo, due cose insieme: la prima, se avesse voluto partecipare ad una cerimonia solenne in onore della delegazione straniera appena arrivata dalla Calabria, e a cui sarebbe stato presente il Sindaco di Boston; la seconda, se avesse invece preferito fare una passeggiata fino agli stabilimenti della Timberland, lontana e sconosciuta periferia del Massachusetts, per conoscere da vicino la grande industria americana della pelle, e soprattutto per capire come facevano gli americani a comprare le famose scarpe di cuoio a meno di dieci dollari al paio.

Mimmo non ebbe nessun dubbio. Lasciò i suoi compagni di viaggio alla cerimonia politica in programma al Boston City Hall, e si mise in macchina con noi giornalisti che avevamo invece deciso di arrivare alla Timberland per raccogliere qualche storia particolare di emigrazione italiana.

Fu una giornata davvero indimenticabile. Dopo che noi finimmo il nostro lavoro, lui chiese di poter comprare delle scarpe allo spaccio della Timberland, e ricordo che si portò a casa almeno dieci paia di scarpe diverse. Ma lui era fatto così. Avrà speso non meno di cento dollari in tutto, ma ne avrebbe comprate volentieri molte di più, voleva solo portare un ricordo di quella visita agli stabilimenti della Timberland ai suoi amici più cari di Vibo e Tropea.

Fu quella una giornata di sole e di sorrisi, per lui e per tutti noi ricordo, lui finalmente libero e lontano da ogni legaccio istituzionale ipocrita e superfluo della diplomazia politica di quegli anni, una giornata che poi si concluse a tavola con una lunga sosta in un ristorantino di pescatori del Maine, davanti a delle aragoste fumanti. Era la tradizione sacra di quel luogo, Dio mio che giornata, Mimmo! Oggi Mimmo riposa nel cimitero di Briatico, nella cappella di famiglia. (3-Fine)

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