26 Gennaio 2021, Porto di Viareggio. Alla presenza del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Zafarana, con una cerimonia solenne, e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza legate al Covid, si svolge il tradizionale battesimo del mare del nuovo Pattugliatore Veloce della Guardia di Finanza P.V. 10 “Tenente Petrucci”, imbarcazione che andrà ad aumentare le capacità operative della componente navale del Corpo. Madrina del varo, la nipote signora Clelia Catalucci.
La moderna unità -per come precisato dal Comando Generale delle Fiamme Gialle- porta il nome di un valoroso ufficiale vittima del terrorismo, il Tenente Franco Petrucci, ucciso nell’attentato dinamitardo di “Malga Sasso”, nel comune di Brennero (BZ), il 9 settembre 1966, unitamente ad altri due finanzieri”. Da oggi, dunque il nome del Tenente Petrucci, i suoi ideali, la sua storia sono destinati a solcare e ad attraversare i mari del mondo. E a bordo, un equipaggio fiero di essere al servizio del Paese su un pattugliatore moderno e dal nome così prestigioso.
L’orgoglio del Corpo lo si coglie tutto nel discorso ufficiale del Comandante Generale Giuseppe Zafarana alla cerimonia del varo: “Il Pattugliatore è stato realizzato dal Cantiere Effebi Overmarine secondo un innovativo progetto sviluppato in collaborazione con la Guardia di Finanza la quale, grazie a questa nuova unità navale, sarà in grado di integrare il proprio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti e migliorare il contributo nelle operazioni di cooperazione internazionale sotto l’egida dell’European Border and Coast Guard Agency – Frontex, nel cui ambito il Corpo ricopre il ruolo esclusivo del coordinamento tattico”.
Come dire? Ci sono tutti i presupposti per svolgere nel modo più efficiente ed ottimale il nostro compito sul mare tra i primi della classe, con professionalità e tecnologia; conoscendo la determinazione e la lungimiranza del generale Giuseppe Zafarana c’è da giurare che grandi obiettivi saranno raggiunti anche in questa occasione.
Dopo la cerimonia del varo, ci viene concesso di salire a bordo e a bordo troviamo un abile giovane capitano, Antonio De Maria, comandante di questo gioiello della tecnica navale.
Uniforme nera di mare e fascia blu, il giovane comandante con straordinaria competenza descrive ambienti e caratteristiche tecniche dell’unità al Comandante Generale e allo Stato Maggiore della Guardia di Finanza in visita a bordo; ma la cosa che il volto del Capitano Antonio De Maria non riesce a trattenere è il senso del suo orgoglio, e quello di tutto l’equipaggio, per questa nuovo pattugliatore che dovrà operare veloce ed in alto mare.
Il “Tenente Petrucci” è la prima unità di una nuova e modernissima classe la cui realizzazione è cofinanziata dell’Unione Europea nell’ambito del Fondo Sicurezza Interna, un concentrato di tecnologie innovative che danno l’idea dello stato dell’arte del settore. Siamo insomma in presenza di una nave che possiede caratteristiche di elevata sicurezza e di grande versatilità d’impiego. Dal punto di vista tecnico, l’unità è lunga 44 metri e sviluppa una velocità massima di 45 nodi, grazie a una propulsione ad idrogetti e a 4 motori “MTU” da 2600 HP. Il pattugliatore è quindi organizzato in quattro sistemi principali, rispettivamente per la navigazione, il comando e controllo, le comunicazioni e l’armamento, con elevatissimo standard tecnologico.
Il “Petrucci” ha un equipaggio composto da 22 membri, un’autonomia di circa 700 miglia alla massima velocità, può ospitare a bordo personale di collegamento Frontex nonché eventuali naufraghi con una capienza massima di 150 persone. Ma la nave è dotata anche di una zona dedicata all’utilizzo di sistemi a pilotaggio remoto (S.A.P.R.) per implementare la capacità di scoperta.
È dotata inoltre di un battello pneumatico per le attività di boarding, il quale sarà movimentato da un innovativo sistema di lancio e recupero a mezzo “scivolo poppiero”, adottato per la prima volta sul naviglio della Guardia di Finanza. Questo sistema -ci spiega il capitano Antonio De Maria- ci permette la veloce messa in acqua e il recupero anche in condizioni meteo-marine difficili.
L’unità navale, appena terminati i collaudi, verrà assegnata al Gruppo Aeronavale di Taranto, sotto il Comando del Tenente Colonnello Emilio Vitrone, che storicamente partecipa alle attività di contrasto ai traffici internazionali perpetrati nel canale d’Otranto. Quale componente di proiezione del servizio navale della Guardia di Finanza, e come Local Coordination Center per la missione congiunta Themis, invia propri uomini e mezzi per il supporto nelle operazioni internazionali Poseidon (in Grecia) e Indalo (in Spagna) sotto l’egida dalla European Border and Coast Guard Agency – Frontex. La stessa unità navale “Tenente Petrucci” svolgerà operazioni internazionali in tutto il Mediterraneo per il contrasto dei traffici illeciti internazionali.
Per caso scopriamo che il Capitano del Pattugliatore Veloce “Tenente Petrucci” è di origini calabresi, di Vibo Valentia, dove ha frequentato il liceo scientifico e il conservatorio di musica, da sempre con una grande passione per il mare. Dopo il liceo arriva all’Accademia della Guardia di Finanza, a Bergamo, consegue la Laurea in Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria, ma subito dopo arrivano anche diversi master e corsi di perfezionamento. Frequentato il corso di specializzazione per Comandanti di Unità e Stazione Navale presso la Scuola Nautica di Gaeta viene assegnato al Gruppo Aeronavale di Taranto, reparto il cui compito principale è quello di perseguire e contrastare ogni tipo di traffico illecito proveniente dall’alto mare, in supporto e in coordinamento con gli altri reparti del Corpo. Reparto di assoluta eccellenza militare e tattica.
-Capitano De Maria, possiamo dire che siamo su una nave modernissima per gli strumenti di cui è dotata?
“Forse è anche poco dire modernissima. Su questa nave, con il confronto quotidiano con il cantiere costruttore, siamo riusciti a coniugare capacità operative con alto standard di confort indirizzato all’equipaggio. La parte tecnologica è costituita da sistemi di scoperta radar di ultima generazione, associati al sistema optronico. Abbiamo a bordo sistemi di comunicazioni tali da permettere a questa nave le connessioni con le sale operative e con le altre unità navali e aeree all’interno di uno stesso scenario di operazioni. Le linee di carena e i quattro propulsori idrogetto permettono alla nave di avere capacità di trasferimento in tempi più che ragguardevoli per una nave il cui dislocamento è superiore alle 200 tonnellate e la possibilità di compiere manovre cinematiche in spazi ristretti.”
-Queste caratteristiche sono anche a vantaggio della sicurezza?
“Assolutamente sì. Tecnologie e allestimenti moderni sono a vantaggio della sicurezza del personale a bordo. Le capacità di trasferimento e perciò di poter rischierare in tempi rapidi l’unità navale in un qualunque porto italiano o europeo, quando richiesto dall’Agenzia Frontex, e alle dotazioni di bordo risultano vantaggiose per una veloce risposta alle esigenze operative e perciò a salvaguardia degli interessi nazionali”.
-Secondo Lei cosa serve per far operare al meglio una unità così grande? “L’aspetto professionale e umano è fondamentale. La nave oltre ai modernissimi sistemi sarà equipaggiata da personale altamente qualificato e d’esperienza, persone unite tra loro da spirito di corpo e nel raggiungimento di obiettivi comuni; uomini e donne dalle alte competenze marinaresche e conoscitori dei compiti di polizia economico-finanziari e di pubblica sicurezza in mare assegnati al Corpo della Guardia di Finanza. L’alto addestramento tecnico è il primo tassello per compiere attività di antimmigrazione, contrabbando e contrasto al traffico internazionale di stupefacenti; consideri che tra i membri dell’equipaggio ci sono finanzieri che costituiscono il team di abbordaggio che su questa nave opererà con un battello di servizio con varo rapido e utile per raggiungere altre navi sottoposte a controllo”.
Nella voce del Capitano Antonio De Maria percepiamo una responsabilità e un sentimento di appartenenza e di orgoglio rivolto soprattutto verso il personale che a breve sarà sotto la sua guida, e che insieme a lui solcherà i mari del Mediterraneo, lontani forse dagli affetti più cari, ma nella consapevolezza piena di onorare il giuramento di ogni militare, che è di fedeltà alla Repubblica Italiana.
Onore, dunque, alle meravigliose Fiamme Gialle di questo nostro Paese.
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