Esecuzione di "Diabolik": un filo conduttore lega l' omicidio alla scia di delitti che in passato ha insanguinato la Capitale.

Tutte le ipotesi sulle indagini.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 14 Agosto 2019
Roma - 14 ago 2019 (Prima Pagina News)

Tutte le ipotesi sulle indagini.

di EMILIO ORLANDO

Tifo violento, narcotraffico internazionale e legami la criminalità organizzata in un omicidio eccellente. La mano assassina che ha sparato il colpo mortale alla nuca di Diabolik lo storico capo degli ultras laziali, al secolo Fabrizio Piscitelli e che ha turbato l' apparente tranquillità di via Lemonia nel quartiere dell' Appio Claudio, potrebbe essere la stessa responsabile di altri omicidi ancora irrisolti che hanno sconvolto Roma negli anni passati.

La modalità d' esecuzione, il calibro dell' arma utilizzata dal sicario, in questo caso un 7.65 che potrebbe essere stato sparato da una penna pistola e

l' abilità mefistofelica di quest' ultimo di mimetizzarsi tra i passanti per passare inosservato senza che la sua fisionomia rimanga impressa nei testimoni, avvalorerebbero questa ipotesi al vaglio degli inquirenti. Il killer che mercoledì 7 agosto, prima di cena ha spezzato per sempre la vita di “Diabolik” conosceva bene le sue abitudini di vita, i suoi orari ed aveva fatto in modo di colpire proprio nel parco degli Acquedotti dove, tra jogger e persone a spasso con il cane ha indossato il travestimento del "maratoneta".

Scarpe da ginnastica, pantaloncini da runner e magliettina con le tasche posteriori, dove ha potuto occultare l' arma senza problemi. Le indagini stanno seguendo la pista della criminalità albanese legata al narcotraffico che per il momento appare promettente, senza però tralasciare quella legati ai clan criminali legati alla 'Ndrangheta.

L' autista cubano che era insieme a Diabolik al momento dell' omicidio ha rivelato alla polizia indizi interessanti. Nei giorni che hanno preceduto la feroce esecuzione, chi voleva uccidere Piscitelli ha studiato le vie di accesso e di fuga a quella che sarebbe diventata al momento giusto la potenziale scena del crimine. Un rompicapo per i detective della sezione omicidi della squadra mobile della questura capitolina, che stanno lavorando senza sosta, insieme alla Procura ed alla Direzione Distrettuale Antimafia per dare un nome ed un volto all' assassino che era insieme ad un complice.

L' omicidio è avvenuto in una zona dove i regolamenti di conti a mano armata non sono mai mancati anche in tempi recenti. Siamo ai primi di Aprile, quando in via Falvio Stilicone, distante in linea d' aria ottocento metri da dove è stato freddato Fabrizio Piscitelli, vengono gambizzati Mario Gizzi e Maurizio Salvucci, rispettivamente di sessantasei e cinquantuno anni entrambi con precedenti. Gizzi abita a Grottaferrata proprio dove Diabolik aveva una villa, che in passato gli era stata sequestrata, ma che lo scorso anno ne era rientrato in possesso dopo la Cassazione aveva annullato la sentenza di confisca.

A Luglio del 2008 Emiliano Zuin venne ferito da colpi di pistola in un' autorimessa in via Lucio Papirio a soli duecento metri dal teatro dell' omicidio di ieri. Alcune imponenti operazioni anticrimine che hanno portato in manette decine di narcotrafficanti, messe a segno nei mesi scorsi dalla guardia di finanza, dai carabinieri e dalla polizia hanno interessato ambiti criminali vicini a Fabrizio Piscitelli. Organizzazioni criminali trasversali dedite al traffico internazionale di armi e droga, i cui sodali appartengono a clan della 'Ndrangheta e della Camorra e della mafia albanese hanno fatto traballare intessi illeciti da guadagni milionari. Proprio a Maggio le fiamme gialle, arrestarono diciotto persone tra Montespaccato e Primavalle.

Tra le persone finite in manette anche il quarantottenne Marco Turchetta, altro capo storico degli irriducibili. L' uomo venne accusato di essere un corriere della droga e di trasportare carichi di cocaina da una parte all' altra della città.

Fiumi di cocaina che hanno invaso Roma, destinati alle piazze di spaccio i Primavalle, Montespaccato e del Tuscolano, in mano alle famiglie Sgambati, Gambacurta, Salvatori, e Nicitra legate a loro volta ai clan 'ndranghetisti dei Belloco che comprano la droga direttamente in Colombia dal cartello di Cali. Alcuni omicidi avvenuti tra il 2011 ed il 2013 sembrano essere stati messi a segno dalla stessa mano. Daniele Lo Presti, il paparazzo dei vip assassinato a febbraio del 2013 sul greto del Tevere all' altezza di Ponte Testaccio mentre faceva jogging.

Anche in quell' occasione pare che a sparare fu un killer travestito da jogger.

Nel 2013 in viale Giorgio Morandi a Tor Sapienza il settantenne Claudio D' Andria venne ucciso con un colpo di pistola alla testa calibro 7.65 da un killer ad oggi ancora rimasto ignoto. Anche il macabro ritrovamento sull' Aniene al Foro Italico del piede e del polpaccio del tifoso laziale ed ultrà Gabriele Di Ponto, il cui cadavere venne fatto a pezzi e mai ritrovato totalmente fecero all' epoca pensare che Di Ponto, residente a San Basilio, venne giustiziato nell' ambito di un regolamento di conti maturato tra tifo violento e spaccio di droga.


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Fabrizio Piscitelli
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