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Malgrado la gender equality nel mondo del lavoro sia uno degli obiettivi del Millennio secondo le Nazioni Unite, il cammino da compiere sulla strada della parità di genere è ancora lungo.
Malgrado la gender equality nel mondo del lavoro sia uno degli obiettivi del Millennio secondo le Nazioni Unite, il cammino da compiere sulla strada della parità di genere è ancora lungo.
A ricordarcelo sono sempre i numeri, che rappresentano le evidenze più dolorose di prassi, stereotipi e dinamiche duri a morire. Se nel 2020 alcuni report internazionali hanno evidenziato come una donna su quattro abbia meditato l’abbandono del lavoro durante il lockdown, contro una media maschile di uno su cinque, nel 2021 sono arrivati i dati certi: l’Ispettorato del lavoro ha infatti recentemente reso noto come, su 42 mila dimissioni di genitori di bambini da zero a tre anni nel corso di questo ultimo anno, il 77% sia rappresentato da donne.
L’Italia non è un Paese per donne. E ancora meno: non è un Paese per donne madri e lavoratrici. Eppure, se si guarda agli stili di leadership e all’apporto femminile nelle organizzazioni, non si hanno dubbi: l’uscita delle donne dal mercato del lavoro è un enorme spreco. Di risorse, energie, competenze a ogni livello. Una situazione, questa, che impoverisce tutti.
L’indagine “Women in Charge. Analisi delle differenze di genere ai vertici delle imprese", realizzata da Badenoch + Clark in collaborazione con JobPricing, ha voluto descrivere il profilo di carriera delle “donne che ce l’hanno fatta” mediante le loro percezioni ed esperienze. L’indagine è stata realizzata analizzando i percorsi di carriera e le preferenze di 580 donne tra quadri e manager e prova a mettere insieme gli elementi che caratterizzano il cammino, i traguardi e gli ostacoli di carriera, le conseguenze sulle organizzazioni, le caratteristiche personali delle donne manager rispetto agli uomini e come tutta la sfera del lavoro si interfacci con il cosiddetto lavoro di cura, che, in media, pende sproporzionatamente sul capo delle donne.
Ne emergono una serie di indicatori di quanto sia ancora lontana la parità di genere nel mondo lavorativo: 1 uomo su 4 ha difficoltà ad accettare un capo donna, in media viene chiesto ad una donna di essere più performante di un uomo, il 77% ritiene che sia più probabile la promozione per i colleghi uomini, il 90% pensa che l’offerta di crescita retributiva per una manager sia inferiore rispetto a quella degli uomini. In definitiva: le manager dovendo dare un consiglio alle giovani donne suggeriscono loro di andare a lavorare all’estero.
Sebbene alcuni indicatori ci dicono che qualcosa si muove, è indispensabile e non più rinviabile unire il potere dei numeri a quello delle azioni concrete, soluzioni innovative e pragmatiche, con la convinzione che maggiori sono la trasparenza e la conoscenza sul tema, più veloce sarà il cambiamento.
Alexandra Andrade
SVP Professional Recruitment Head Southern Europe di Badenoch + Clark e Spring Professional