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Incontriamo questa volta Gerardo Tango, un delicato e struggente cantautore pugliese, la cui anima chiara, trasparente e sognante mostra il meglio di sé soprattutto nella gran molte di eventi live ai quali partecipa.
Incontriamo questa volta Gerardo Tango, un delicato e struggente cantautore pugliese, la cui anima chiara, trasparente e sognante mostra il meglio di sé soprattutto nella gran molte di eventi live ai quali partecipa.
Il suo più recente lavoro intitolato “Il vento è forte qui si vola meglio” non solo condensa questa esperienza sui palchi dove è protagonista ma getta anche una luce progettuale su quello che abita nei sogni e nelle prospettive di Gerardo Tango. Ne parliamo insieme amabilmente.
Nei tuoi lavori si coglie la tua ricerca degli aspetti "alti" sia delle radici più squisitamente musicali sia di quelle più dichiaratamente poetiche. Non a caso, nei tuoi interventi pubblici citi nomi come De André o Fernanda Pivano. Il che, in effetti, è quel che più appartiene alla Storia della Musica Italiana intesa nella sua essenza più pura. Quanta parte del tuo tempo tutto questo ha comportato in fase di studio ed ascolto e quanto è invece scaturito dalla tua esperienza personale?
Grazie mille, non tutti colgono questo aspetto, soprattutto in questo momento storico. Beh, De André quando l’ho scoperto è stato un fulmine che mi ha squarciato l’anima come un albero in una pioggia d’estate. Dico questo perché fino a 23-24 anni ero un “rockettaro” che snobbava la Musica Italiana preferendo altro, il cosiddetto Classic Rock (Queen, Led Zeppelin ecc.) poi come Magia ho capito. Ho capito che in Italia c’erano e ci sono (ora un po’ meno) dei grandi artisti che nulla hanno da invidiare a quelli stranieri e De André ora per me è l’apice della Musica Italiana e dovrebbe essere conosciuto e studiato in tutto il mondo per quello che ci ha lasciato. Paradossalmente ho scoperto prima la Poesia, mi ricordo di aver letto “Sulla Strada” di Kerouac a 19 anni che la Bella Musica Italiana. Ora continuo a studiarlo e continuo a leggere i classici della Beat Generation sapientemente tradotti dalla grande Fernanda Pivano
Sei spesso in giro. Quanta rilevanza ha per te suonare dal vivo? Il contatto del pubblico, in qualche modo, ti sostiene ed aiuta anche nel ri-disegnare la stesura di testi e musiche o è un "test" del tuo discorso artistico?
Vorrei esserlo molto di più, in giro. Suonare dal vivo per me è molto importante. Il contatto col pubblico è importante ma di solito scrivo per cose che avvengono al di fuori dei concerti. Faccio un esempio: nel mio album “il vento è forte qui…si vola meglio” c’è una canzone “L’invisibile” nata dopo una visita ad un centro di aggregazione per “diversamente abili” , lo Zenith Di Andria. Una seria sono andato a visitarli e questi ragazzi e ragazze mi hanno dato veramente tantissimo. Bene, notato una ragazza che mi guardava mentre scriveva su un quaderno ed i suoi occhi mi hanno trasmesso qualcosa e quel suo “sguardo” è finito nella mia canzone. In generale, il contatto col pubblico è fondamentale, portare le proprie canzoni in giro è qualcosa di indescrivibile.
Puoi raccontarci la genesi e lo sviluppo di "Il vento è forte qui... si vola meglio"?
”Il vento è forte qui.si vola meglio” ha avuto una genesi di un anno e mezzo credo, la band nel frattempo è cambiata rispetto al primo album “Una Donna”, e quindi uno adatta le sue capacità compositive ai musicisti con cui collabora. In questo album si sentono di più le mie influenze Rock, rispetto al primo. “Il Riccio”, “C’è un’Italia” e “Confessione” sono canzoni che già eseguivo col mio vecchio gruppo i Mufla, “Prosopagnosia” è una delle ultime che ho scritto e parla di un amico che ahinoi non c’è più. Francesco nel 2016 ha avuto una serie di infarti che lo hanno portato in uno stato di coma. Sono andato a trovarlo in ospedale ad Andria ed i pazienti in coma possono essere visti solo dall’esterno, l’unica che poteva entrare era sua moglie ed allora mi sono chiesto: “Ma lui capisce chi è questa donna? Capisce il bene che gli vuole? I baci che e le carezze che gli dà? O non si rende conto di quello che gli sta succedendo?” E così è nata “Prosopagnosia”. L’album è stato registrato a Bari tra agosto e settembre del 2017 presso i Sorriso Studios del grande Tommy Cavalieri, in esso hanno suonato (oltre me): Paola D’Aloisio ai fiati, Cristina Dilecce al Sinth, Michele Deluisi al Bouzouki e al violino, Leo Episcopo alle tastiere, Giulia Nanni al basso, Stefano Montrone alla batteria. Ho avuto la fortuna di avere la copertina disegnata da Raffaele Fiorella. L’album è stato anticipato dall’uscita del video di “Grano” con la regia di Alfredo Melidoro, è distribuito da Isola Tobia Label
Un'ultima domanda, pensando soprattutto ai giovani ed ai giovanissimi che si avvicinano al mondo della Musica ritenendo sia un solo trampolino di lancio verso fama successo e gloria. Circondati, però, dai talent e dalla famelicità di case discografiche e majors. Cosa senti di poter loro consigliare, sulla base della tua esperienza personale?
La strada che ho intrapreso è una strada in salita, soprattutto se si rimane al Sud, credo che città come Roma Milano Torino o Bologna offrano qualche possibilità in più. Ho scelto di fare questo dopo tanti anni di lavoro in fabbrica perché credo che nella vita, nel bene e nel male, bisogna fare quello che si vuole fare perché così si vive meglio. Ci si rispetta e si rispetta gli altri ed il mondo che ci ospita. Sui talent non mi esprimo, credo siano dannosi. https://www.facebook.com/gerardo.tango https://isolatobialabel.com/chiosco/album/il-vento-e-forte-qui-si-vola-meglio/