Giorno del Ricordo: Maliqa, 9 anni, insegna ai compagni di classe la storia di Magazzino 18
Una studentessa romana si è ispirata all'omonimo musical di Cristicchi per scrivere, il 10 febbraio, un tema da leggere a scuola.
(Prima Pagina News)
Sabato 13 Febbraio 2021
Roma - 13 feb 2021 (Prima Pagina News)
Una studentessa romana si è ispirata all'omonimo musical di Cristicchi per scrivere, il 10 febbraio, un tema da leggere a scuola.
Magazzino 18 è uno spettacolo scritto nel 2013 dall'artista Simone Cristicchi in collaborazione con il giornalista Jan Bernas. L'opera racconta le fasi dell'esodo giuliano, dalmata, istriano, avvenuto nel dopoguerra.

Maliqa, 9 anni, si è ispirata allo spettacolo di Cristicchi per scrivere una lettera ai suoi compagni di classe in occasione del Giorno del Ricordo e metterli così al corrente di quello che avvenne, a partire dal 1945 in poi, agli italiani della Venezia Giulia, della Dalmazia e dell'Istria, dato che nella sua scuola il dramma degli esuli non viene insegnato.

Prima Pagina News ha deciso di pubblicare integralmente il tema della studentessa romana.


"Nel porto vecchio della città di Trieste, c’è un magazzino dove il tempo sembra essersi fermato. Si chiama 'Magazzino 18'. All’interno ci sono oggetti abbandonati: icone religiose, quadri, cornici, mobili, letti e tantissime sedie. Sotto a ognuna di queste sedie c’è il nome del proprietario. Io mi chiamo Maliqa, ho un nome straniero perché sono nata da un matrimonio misto, ma sono italiana e in una di quelle sedie c’è il nome di qualche mio familiare.


Chissà se anche voi lo avete, perché sono le sedie d’italiani che vivevano in Istria, in Dalmazia e nella città di Fiume che, dopo la fine della seconda Guerra mondiale, furono costretti ad abbandonare e a fuggire in Italia, perché erano perseguitati da Tito, un dittatore che aveva preso il potere della Iugoslavia e di quelle terre che prima erano italiane. Una volta arrivati in Italia, questi italiani furono costretti a distaccarsi delle loro cose che furono messe nel magazzino 18, perché nei campi profughi dove venivano portati, non c’era altro spazio.


E pensate che sono stati anche fortunati, perché molti altri italiani di quelle stesse terre, più di 10 mila persone, vennero torturate dai militari iugoslavi, uccise e buttate, alcune ancora vive, nelle foibe, che sono buchi naturali molto profondi che si formano nella terra della regione del Carso, tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia.

Tutto questo perché erano italiani e venivano considerati nemici del popolo iugoslavo.

Oggi 10 febbraio è il giorno del ricordo, e io voglio ricordare tutti i nomi sotto a quelle sedie e gli italiani meno fortunati che sono stati uccisi e gettati nelle foibe, perché mi chiamo Maliqa, ho un nome straniero, ma sono fiera di essere italiana.

Maliqa 4A - Roma".

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