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Walter Tobagi giornalista e scrittore assassinato in un attentato terroristico il 28 maggio 1974perpetrato dalla Brigata XXVIII marzo, gruppo terroristico di estrema sinistra.
Walter Tobagi giornalista e scrittore assassinato in un attentato terroristico il 28 maggio 1974perpetrato dalla Brigata XXVIII marzo, gruppo terroristico di estrema sinistra.
Walter Tobagi nacque il 18 marzo 1947 a San Brizio, una frazione del comune di Spoleto, in Umbria. All'età di otto anni la famiglia si trasferì a Bresso, vicino a Milano, poiché il padre Ulderico era un ferroviere. La sua carriera di giornalista cominciò al ginnasio, come redattore del giornale del Liceo Ginnasio Giuseppe Parini di Milano La Zanzara, reso famoso per un processo provocato da un articolo sull'educazione sessuale.
Dopo il liceo, entrò giovanissimo all'Avanti! di Milano, ma vi rimase solo pochi mesi per poi passare al quotidiano cattolico Avvenire. Il direttore, Leonardo Valente, disse di lui: «Nel 1969, quando lo assunsi, mi accorsi di essere davanti a un ragazzo preparatissimo, acuto e leale.
Di lui ricordo le lunghe e piacevolissime chiacchierate notturne alla chiusura del giornale. Non c'era argomento che non lo interessasse, dalla politica allo sport, dalla filosofia alla sociologia, alle tematiche, allora di moda, della contestazione giovanile. Affrontava qualsiasi argomento con la pacatezza del ragionatore, cercando sempre di analizzare i fenomeni senza passionalità. Della contestazione condivideva i presupposti, ma respingeva le intemperanze.»
Sia all'Avanti! che all'Avvenire si occupò di argomenti diversi, ma andava sempre più definendosi il suo interesse prioritario per i temi sociali, per l'informazione, per la politica e il movimento sindacale, a cui dedicava molta attenzione anche nel suo lavoro «parallelo», quello universitario e di ricercatore.
La prima inchiesta ampia pubblicata su Avvenire fu sul movimento studentesco a Milano, quattro puntate di storia, analisi, opinioni sui gruppuscoli e sulle lotte del movimento degli studenti in quegli anni, un'inchiesta che costituì la «base» per un più organico e ampio lavoro pubblicato nel 1970 da Sugar col titolo Storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia sul cui frontespizio si leggeva: «Il Movimento studentesco espressione dei ceti medi proletarizzati può essere considerato di fatto una avanguardia proletaria? Dalla prospettiva del Movimento il Partito comunista va considerato come 'l'ala destra del movimento operaio' oppure "l'ala sinistra della borghesia"?
E a sua volta il Movimento Studentesco è "l'ala sinistra del movimento operaio", oppure il nucleo del partito rivoluzionario?».
Ma non trascurò neppure i temi economici realizzando inchieste in diverse puntate sull'industria farmaceutica, la ricerca, la stampa, l'editoria e altro. In quegli stessi anni si mostrò interessato anche alla politica estera, in particolare all'India, alla Cina, al Medio Oriente, alla Spagna alla vigilia del crollo del franchismo, alla guerriglia nel Ciad, alla crisi economica e politica della Tunisia, alle violazioni dei diritti dell'uomo nella Grecia dei colonnelli, alle prospettive politiche dell'Algeria. Tuttavia, l'impegno maggiore lo dedicò alle vicende del terrorismo, a cominciare dalla morte di Giangiacomo Feltrinelli e dall'assassinio del commissario Calabresi.
Si interessò, inoltre, alle prime iniziative militari delle BR, ai «covi» terroristici scoperti a Milano, al rapporto del questore Allitto Bonanno, alla guerriglia urbana che provocava tumulti e morti per le strade di Milano, organizzata dai gruppuscoli estremisti di Lotta Continua, Potere Operaio, Avanguardia operaia.
Passò poi al Corriere d'Informazione e, nel 1972, al Corriere della Sera, dove poté esprimere pienamente le sue potenzialità di inviato sul fronte del terrorismo e di cronista politico e sindacale. Tobagi venne ucciso a Milano in via Salaino, alle ore 11 del 28 maggio 1980, con cinque colpi di pistola esplosi da un "commando" di terroristi di sinistra facenti capo alla Brigata XXVIII marzo (Marco Barbone, Paolo Morandini, Mario Marano, Francesco Giordano, Daniele Laus e Manfredi De Stefano), buona parte dei quali figli di famiglie della borghesia milanese.
Due membri del commando in particolare appartengono all'ambiente giornalistico: sono Marco Barbone, figlio di Donato Barbone, dirigente editoriale della casa editrice Sansoni (di proprietà del gruppo RCS), e Paolo Morandini, figlio del critico cinematografico Morando Morandini del quotidiano Il Giorno. A sparare furono Mario Marano e Marco Barbone.