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Per intere generazioni di cronisti e di giornalisti Gino Falleri è stato un vero maestro e un caposcuola, come tale indimenticabile e per certi versi insostibuile. Se è andato in silenzio, dopo aver compiuto il suo 93 esimo anno di vita.
Per intere generazioni di cronisti e di giornalisti Gino Falleri è stato un vero maestro e un caposcuola, come tale indimenticabile e per certi versi insostibuile. Se è andato in silenzio, dopo aver compiuto il suo 93 esimo anno di vita.
Gino Falleri è morto nella notte tra il 18 e il 19 marzo di un anno fa in una clinica romana. Eravamo davvero in tanti ai suoi funerali il giorno successivo, martedì 19 marzo, alle ore 15 nella Chiesa parrocchiale di San Mattia, in via Renato Fucini 285, a Roma. Gino, molti se lo ricorderanno, era chiamato e definito da tutti noi come “il pubblicista del secolo”.
Indimenticabile la frase che ripeteva continuamente a noi che eravamo i suoi amici più cari, e ai suoi studenti che frequentavano i Corsi delle varie Scuole di Giornalismo, davvero intere generazioni di cronisti: “Il giornalista? Professione, mestiere o missione, senza alcuna prevalenza per la tipologia, non priva di responsabilità e di rischi fisici e materiali.
Nello stesso tempo non interessa molto se ancora non sia stato definitivamente sciolto il nodo se è una professione, comunque transeunte in quasi tutto il mondo occidentale, un mestiere, come spesso si sente definirlo in ricordo dei tempi passati, o una missione.
Nella società democratica giornalisti e giornali sono elementi indispensabili, come ha affermato Thomas Jefferson e ribadito Joseph Pulitzer nella seconda metà dell’Ottocento, che ha molto contribuito allo sviluppo del giornalismo americano”. Gino era nato a Mercatello sul Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino, l’8 luglio 1926, si era laureato in giurisprudenza e era stato iscritto nell’elenco pubblicisti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 1957.
Ha iniziato la carriera al quotidiano Il Messaggero di Roma, quindi ha lavorato per Momento Sera, Il Giornale d’Italia, Italia Sera, l’Opinione, Il Globo, l’agenzia di stampa Asca ed il Gr2 della Rai. È stato anche direttore di TeleTerni (1974-1977), capo ufficio stampa dell’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni (1971-1982) e consulente per i media del direttore generale dell’Ispesl fino al 31 dicembre 1988.
È stato, inoltre, addetto stampa del presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla cooperazione (1994-1995). Ex segretario generale aggiunto della Fnsi e membro della Giunta Esecutiva (1974-1976, 1978-1984 e 2007-2011), dal 1987 è presidente del Gruppo giornalisti uffici stampa e presidente dell’Unione giornalisti per l’Europa federale. Alle ultime elezioni dell’Odg laziale, il 20 maggio 2013, Gino Falleri è stato l’unico ad essere eletto al primo turno con 709 voti.
È stato docente di diritto all’informazione e giornalismo presso alcune università italiane, tra cui: Luiss, Università di Pisa (2005-2011), Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” (2006-2007) e Università di Siena (2008-2012).
Gino Falleri è stato anche consigliere del Comitato di direzione della Scuola Superiore di giornalismo della Luiss, ed è stato consigliere del Comitato di direzione della Scuola post-universitaria di giornalismo dell’Università di Tor Vergata di Roma e membro dell’Osservatorio sui media istituito dall’Università Bocconi di Milano. È, inoltre, socio fondatore e consigliere dell’Eurispes. Nel 1982 riceve il Premio 25º Anniversario Radiogiornale; nel 1983 il Premio Personalità Europea; nel 1986 il Premio Capo Circeo-Regione Lazio; nel 1987 il Premio Chianciano della critica radiotelevisiva; nel 1987 la Targa d’Oro della Fondazione Poeti Scrittori e Giornalisti per la pace; nel 1987 il XX Premio Città Eterna; nel 1992 il Premio Luigi Vinci; nel 1997 il Premio Nazionale Stampa Sabina; nel 2002 il Premio Internazionale Tivoli per il turismo; nel 2002 il Premio Itaca; nel 2006 il Premio alla carriera assegnato dal Gruppo Uffici Stampa; nel 2006 la Targa dell’Incrociatore Garibaldi; nel 2006 il Premio Scugnizzo d’Oro; nel 2012 il Premio speciale Fontane di Roma; nel 2012 il Premio Internazionale Cartagine.
Numerose le pubblicazioni che portano la sua firma: “Pubblicisti ieri e oggi”, Roma; “Professionista della comunicazione: l’addetto stampa”, “Uffici stampa: fonte e supporto dell’informazione ancora da approfondire”, “Uffici stampa tredici anni al Duemila”, “Addetto stampa: una professione non regolamentata”, “La comunicazione istituzionale: luci ed ombre della legge Frattini-Di Bisceglie”, in Regioni e Comunità locali, “Diffamazione, libertà di stampa e rischio del giornalista”, “La riforma delle professioni intellettuali: un nuovo modello per quella giornalistica”, “Il Portavoce, competenze e limiti”, “Gli scenari dell’informazione futura: giornalisti e pubblicisti”, ordine professionale e deontologia.
“Gino Falleri, – afferma il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi sul giornale che dirige “Giornalistitalia” – oltre che un grande amico, è stato una preziosa risorsa per la categoria dei giornalisti che deve a lui importanti risultati raggiunti per quanto riguarda l’istituzione degli uffici stampa e il riconoscimento dei diritti di chi vi lavora.
A Gino Falleri, dobbiamo, ancora, tante battaglie condotte in difesa dei pubblicisti e dei valori etici e deontologici della professione giornalistica”. “Uomo colto, di profonda esperienza e grande competenza giuridico amministrativa, determinato, severo e brillante allo stesso tempo, Gino Falleri ha saputo interpretare sempre con lucidità i cambiamenti sociali e i mutamenti del mondo dell’informazione.
Suscita grande tristezza e profonda commozione la notizia della scomparsa di Gino Falleri, leader storico, in attività sino all’ultimo, del giornalismo italiano- scriveva il 19 marzo scorso lo stesso Franco Siddi- Ci lascia un professionista con i fiocchi che ha voluto sempre condurre la sua esperienza nell’ambito dei pubblicisti, con una dedizione speciale alla figura dell’addetto stampa, di cui rimane figura eminente, nobilitata dall’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica di cui andava giustamente fiero.
Sono onorato di averlo avuto a fianco nella segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, tra il 2008 e il 2011, – rimarca Siddi – potendone apprezzare ancora di più le sue doti, nonché l’umanità, la concretezza e la lealtà di dirigente della professione.”
a raccogliere ora la sua eredità, tracciata per anni con un impegno costante, sono i gruppi di “Giornalisti Unitari di Stampa Romana” e “Giornalisti 2.0”.Le due più rappresentative compagini del mondo pubblicistico regionale, grazie alla disponibilità concessa dalla famiglia Falleri, di cui ringraziano la Signora Rossana ed il figlio Roberto, hanno gettato le basi per tornare ad offrire ai colleghi pubblicisti del Lazio quella sponda di affidabilità e di concretezza che, all’interno degli organismi associativi ed istituzionali dei giornalisti, il compianto Vicepresidente aveva sempre assicurato.
Sulla strada tracciata dal suo impegno, si consolida adesso all’interno dell’Ordine regionale il “Gruppo Gino Falleri”, composto dai Consiglieri pubblicisti Roberto Rossi del GUS, Giornalisti degli Uffici Stampa, e Maurizio Lozzi della FNGPI, la Federazione Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti Italiani.
La prima partecipazione pubblica della nuova compagine, di cui fanno parte anche i giornalisti Massimo Di Russo, pubblicista, il sottoscritto Maurizio Pizzuto, professionista emolti altri ancora, fedelissimi e non di Gino Falleri.