Il diritto/dovere di cronaca da parte dei giornalisti e la reazione di esponenti delle forze di polizia locale

Una chiarificazione necessaria.

di Giorgio Riondino
Domenica 13 Settembre 2020
Roma - 13 set 2020 (Prima Pagina News)

Una chiarificazione necessaria.

Venerdì 11 settembre ,ore 15.30 circa. Roma, via Cola di Rienzo. Scarsi pedoni. Normale traffico automobilistico. Se non avessi deciso di accompagnare mia moglie dal dentista, sarei rimasto al fresco in casa.

Siamo in anticipo sull'appuntamento e decido di prelevare un po' di contanti al bancomat del Monte dei Paschi. Terminata l'operazione mi accingo ad attraversare. Noto una autovettura della Polizia locale di Roma Capitale ferma in seconda fila un paio di metri prima dell'attraversamento pedonale.

Le macchine che sopraggiungono si fermano dietro quella della Polizia, ritenendo che diano la precedenza a pedoni in attraversamento.

Quando si accorgono che così non è, si rimettono in moto, superando l'ostacolo e senza una possibilità di chiara visione dell'incrocio e di eventuali pedoni. Decido di prendere nota del fatto, magari per scrivere una noticina più tardi, nel modo usuale e più immediato : scatto una foto col cellulare. Continuo per la mia strada e mi sento richiamare fortemente.

Dall'auto con i colori d'istituto, che nel frattempo ha acceso le luci segnaletiche, scendono due agenti che sostengono che non potevo fotografarli e quindi mi devono diffidare ed identificare. Dichiaro che non ho fotografato persone e quindi non comprendo la loro reazione. La risposta mi lascia basito: lei pubblicherà la foto sul web, commettendo un reato.

Mi stanno contestando non un'infrazione o un reato, ma la possibilità che possa compierlo.

Tanto varrebbe diffidarmi dal compiere rapine, stupri, omicidi: potrei commettere questi ed altri reati.

Mi chiedono i documenti. Sono in due, una donna in divisa ed un uomo con il giubbino giallo; vicino all'automobile un terzo uomo con giubbino, mi sembra. Esibisco il tesserino dell'Ordine dei Giornalisti e chiedo alla poliziotta il suo numero identificativo.

La risposta è che quel tesserino non serve a niente e mi chiede di esibire la patente di guida. " Non sto guidando e non ho la patente" è la mia risposta. Aggiungo anche che vorrei conoscere il suo numero di matricola, che il documento da me esibito è valido e che, se proprio non vuole tenerne conto, me ne posso anche andar via. Sia mai! Se mi azzardo a far l'atto di andar via mi dovranno portare al comando per identificarmi.

Dico ad alta voce che avrei voglia di chiamare i Carabinieri perchè il loro operato non mi convince.

" E noi cosa siamo? Non sa neanche perché siamo fermi lì".

"Non lo so e non lo voglio sapere. So soltanto che siete fermi in doppia fila, siete di intralcio al traffico e costituite un pericolo per i pedoni". Vorrei anche aggiungere che ho l'impressione che non facessero veramente nulla di importante, visto che ormai era circa mezz'ora che discutevano con me.

Prendono il tesserino, si chiudono in macchina, dopo avermi detto che non porto la mascherina (...nella pubblica via !). dopo una decina di minuti mi avvertono ( a me francamente è sembrata più una minaccia che un avvertimento...di garanzia) che mi avrebbero fatto pervenire a domicilio una diffida. Il numero di matricola dell'agente non mi è stato dato, se è stato steso un verbale non mi è stato mostrato.

Se arriverà una qualsiasi forma di diffida ( minaccia) provvederò a tutelarmi e a denunciare il comportamento vergognoso di persone rivestite di particolari e delicati compiti, che dovrebbero essere al nostro servizio e operare a nostra tutela. Analizziamo i fatti. Io conosco la legge e la rispetto, quelle persone o la ignorano - il chè non è ammesso- o volutamente la infrangono.

Già nel 2012 il Garante per la Privacy ha stabilito che " i pubblici ufficiali, compresi i rappresentanti delle forze di polizia impegnati in operazioni di controllo o presenti in manifestazioni o avvenimenti pubblici possono essere fotografati e filmati" e puo' farlo senza problemi anche un privato cittadino - non giornalista - a condizione che questo non sia espressamente vietato dall' Autorità pubblica e che l'uso delle immagini e delle riprese rispetti il Codice della privacy.

A maggior ragione ritengo che come giornalista possa, ed anzi debba, documentare ed eventualmente denunciare quello che potrebbe essere e non solo apparire una infrazione commessa da chi è preposto a far rispettare le leggi, senza essere fermato, richiesto di identificazione, "minacciato" di diffida! Ma l'ignoranza o l'infrazione delle leggi va ben oltre.

La tessera di appartenenza all'Ordine dei giornalisti è un documento di riconoscimento ( ai sensi dell'art.1, lett.c del D.P.R. 445/2000) valido a tutti gli effetti, come ha riconosciuto il Ministero dell'Interno, anche se non puo' essere utilizzata come documento di identità: non bastava agli agenti riconoscermi? Per quale motivo dovevano accertare la mia identità? Il problema è proprio quello del reciproco rispetto, delle libertà del Cittadino da una parte, dell'operare delle forze dell'ordine dall'altra.

Mi auguro un intervento chiarificatore da parte del Comando della Polizia localedi Roma Capitale e dell'Assessore delegato.

In verità gradirei anche delle scuse per il tempo che mi è stato fatto perdere, per la successiva discussione con mia moglie " è inutile che combatti contro i mulini a vento", per quelle che ritengo velate minacce, per il tempo sottratto a un lavoro di pubblica utilità.

Forse tra i tanti problemi ai quali il neo Prefetto di Roma, l' ottimo Matteo Piantedosi, dovrà prestare attenzione c'è anche quello del funzionamento della Polizia locale di Roma Capitale.


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