In seguito al rinvio a giudizio richiesto dai PM Stagnaro e Filippini nell’ottobre 2020, circola la cronistoria della vita del noto imprenditore milanese Alberto Genovese, conosciuto come l’ideatore del sito di ricerca Facile.it.
Il racconto delle sue vicissitudini degli ultimi anni giunge sulle prime pagine dei giornali in seguito alle numerose feste che si tenevano sulla Terrazza Sentimento (meraviglioso attivo vista Duomo) o quelle estive in trasferta a Villa Lolita ad Ibiza.
La felicità, l’euforia, la bellezza e l’amore hanno un prezzo. Sono dettagli che si trovano ai margini di una vita che non ha faro illuminante. La piazza di vendita di tali beni è una vasta distesa sconfinata di desiderio e brama di possesso. La moneta di scambio è costituita da uno degli strumenti più elementari conosciuti: l’illusione.
Si vende l’illusione. Supporre, ipotizzare e mistificare il vero. Solo per dolore. Perché ci si sentiti feriti e la vita che prima si conosceva non ci appartiene più. Ed ecco distese infinite di polvere bianca come anestetizzante del dolore e come antidoto del sentire. Totale assenza di emozioni. Esistono solo quelle alimentate dalla fantasia di una futile realtà.
La difesa di Genovese afferma come lo stesso sia stato travolto dal dolore di essere stato lasciato dopo sette anni di convivenza contornata dall’idea di “mettere su famiglia”. La ferita sembrerebbe essere stata talmente profonda da trovare come unico conforto la droga. Panetti, non strisce. E le donne utilizzate come merce di scambio.
Il suo malessere si rifugiava nella compra-vendita. Droga in cambio di sesso. Malato, sfrenato, abusato. Uomini, donne, bambine. Solo se storditi e privati dei propri sensi si poteva accettare la compagnia dell’uomo Facile.
Sesso. Compiacimento. Libido. Perversione. C&C: cocaina e Chanel. Questo ciò che serve per rendere consenzienti delle bambine di anni sedici e dintorni. Una storia d’amore che inizia e finisce reca con se ricordi che, in qualunque modo e sotto qualsiasi forma, contribuiscono a rendere ricco il singolo essere umano.
Altro è vendere una realtà fatata per dimenticare. Ciò genera un dolore profondo in coloro i quali, data la breve esperienza di vita, non possiedono idonei strumenti di difesa. E l’unica traccia di quello che è stato oltre a delle costosissime borse Chanel, è un vuoto interiore, colmo di tagli e bruciature, che forse mai si rimargineranno. E’ il vero prezzo da pagare a carico delle adolescenti che avevano appena iniziato a tracciare le linee della propria identità.
Identità coperta e annebbiata dal manifesto di un Facile Ego. Luoghi di incontro privati. Case. Ville. Spazi intimi. Vuoti. Spogli. Agglomerati di esseri umani. Invertebrati. Sofferenti. Onnipotenti. Ciechi. I bunga-bunga mascherati di bianco candore, per rincorrere il successo, per non sentirsi soli in un mondo che non sa più riconoscere l’umano sentire ma solo il finto dolore.
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