Infarto: scoperta a Terni una delle cause. Sarebbe il batterio Escherichia coli

Il Prof. Dominici: aperta la strada per vaccino e terapie mirate

(Prima Pagina News)
Sabato 18 Gennaio 2020
Terni - 18 gen 2020 (Prima Pagina News)

Il Prof. Dominici: aperta la strada per vaccino e terapie mirate

Sono stati resi noti i risultati di una ricerca condotta dal dipartimento di Emodinamica del reparto di Cardiologia dell'Ospedale di Terni con l'Università di Roma La Sapienza e un team guidato dal direttore della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma, secondo i quali, all'origine della trombosi coronarica c'è anche la concentrazione nel sangue del batterio Escherichia coli, che porta alla coagulazione del sangue. Nel merito, il direttore del dipartimento di Emodinamica dell'Ospedale di Terni e Professore dell'Ateneo cittadino, dott. Marcello Dominici, ha detto: "Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista di cardiologia European Heart Journal, e' stato condotto su un campione di 150 pazienti arruolati in due centri, la Cardiologia di Terni, e il Policlinico Umberto I di Roma, grazie a una collaborazione scientifica in atto da anni. Lo studio ha dimostrato che nella genesi della trombosi coronarica che causa l'infarto un ruolo importante lo gioca l'Escherichia Coli, un batterio di origine prevalentemente intestinale che entra in circolo nel sangue, determina infezione e innesca la coagulazione all'interno della coronaria. Infatti, in quasi tutti i pazienti con infarto esaminati risultava in circolo nel sangue e nel trombo coronarico una grande quantità di questo batterio, che non era presente invece nel cosiddetto gruppo di controllo, cioè nei soggetti non colpiti dalla patologia". Quanto rilevato dal gruppo di ricerca, già oggetto di divulgazioni informative nei giorni scorsi, può portare a notevoli miglioramenti dei programmi di prevenzione e delle terapie contro malattie come l'infarto del miocardio e l'ictus, che interessano 100.000 persone l'anno in Italia. "Questi risultati, riprodotti anche negli animali, aprono la strada sia a terapie mirate da somministrare in fase acuta tramite molecole che inibiscono il legame tra batterio e placca arteriosclerotica, sia - continua Dominici - a un vaccino anti-infarto che prevenga cioe' il processo di trombosi delle coronarie". Il batterio, dunque, rientra tra i fattori di rischio insieme con il fumo, il colesterolo elevato, l'ipertensione e il diabete. La ricerca, per la cui messa a punto ci sono voluti 5 anni, l'uso delle finanze insite nelle strutture e il lavoro di tutti, è l'emblema della simbiosi che intercorre tra le strutture ospedaliere e le Università, che dovrebbe verificarsi sempre.


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