La donna che amava troppo

Perché amare diviene "amare troppo", e quando questo accade? È finita agli arresti domiciliari la 35enne di Prato indagata per aver avuto una relazione con un ragazzo minorenne al quale impartiva ripetizioni scolastiche nel tempo libero, essendo impiegata come operatrice sanitaria.

di Sara Bruni
Lunedì 01 Aprile 2019
Roma - 01 apr 2019 ()

Perché amare diviene "amare troppo", e quando questo accade? È finita agli arresti domiciliari la 35enne di Prato indagata per aver avuto una relazione con un ragazzo minorenne al quale impartiva ripetizioni scolastiche nel tempo libero, essendo impiegata come operatrice sanitaria.

Perché amare diviene "amare troppo", e quando questo accade? È finita agli arresti domiciliari la 35enne di Prato indagata per aver avuto una relazione con un ragazzo minorenne al quale impartiva ripetizioni scolastiche nel tempo libero, essendo impiegata come operatrice sanitaria. All’epoca dei fatti contestati alla donna, il ragazzo, che adesso ha 15 anni, non ne aveva compiuti ancora 14.

Dalla loro relazione, come avrebbe provato il test del Dna, il cui esito è stato tuttavia secretato dalla Procura, sarebbe nato anche un bambino che oggi ha 7 mesi. Le ipotesi di reato per la donna sono di violenza sessuale su minore ed e’ stata emessa ordinanza di custodia cautelare.

Quanto giunto agli onori della cronaca merita quantomeno una riflessione, umana ancorché giuridica. Il ragazzo chattava con frequenza assidua con la sua insegnante, la sentiva perché lei sovente minacciava di ammazzarsi e quindi cercava di sostenerla e tranquillizzarla.

Sembrava essere all’esasperazione, ma lei incalzava “mi sa che stavolta prendo coraggio devo solo trovare un modo quasi indolore, la vita non ha mai fatto per me, da quando ti amo più che mai, però ecco, ci tengo a rivederti”. E la sera ribadisce che ha trovato una soluzione per uccidersi: «Mi sparo aria in vena”. Se non si conoscessero i soggetti e quindi una donna adulta e un ragazzo adolescente, il racconto potrebbe apparire quale una qualunque storia d’amore tra due individui in cui l’uno si è disinnamorato ma non riesce a staccarsi dall’altra e la stessa perché respinta si accanisce ancor di più verso il suo oggetto del desiderio. Nell’immaginario adolescenziale, il ragazzino che ha un rapporto con una donna adulta, più che come vittima, viene spesso reputato un privilegiato.

Altrettanto, comunemente si ritiene che la donna adulta che si avvicina ad un uomo sia esso adulto, anziano o adolescente sia necessariamente legata al bisogno primario di affettività. Quando il bisogno sessuale e l’attrazione sono istinti posseduti anche dal genere femminile. Esiste una pedofilia femminile? La psicologa Eliana Lamberti, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, afferma che esiste eccome ma che viene secretata perché non riconosciuta a volte come tale. La fattispecie in esame, in realtà, testimonia altro: la donna lo aveva rivelato a tutti, persino al proprio marito. Non si era nascosta, non la considerava una verità scomoda. Quel bambino era frutto di amore. Forse turpe, scomodo, sconosciuto, senza dubbio sul finire violento, ma amore. L’ordinamento giuridico tutela la libertà sessuale, nello specifico del minore, sulla premessa di una presunzione di incapacità di questo a prestare consapevolmente il consenso a simili scelte affettive e sessuali. La nuova concezione della sessualità come diritto della persona umana, e’ disponibile solo da parte del titolare e non più collegata ad una valutazione moralistica. Il delitto di violenza sessuale richiede necessariamente, affinché il reato si perpetri, il compimento di atti sessuali in contrasto con la volontà del soggetto passivo. Laddove manchi il dissenso viene meno la tipicità del fatto. Non nel caso di minori dove appunto la mancanza di volontà e’ presunta. Certo i dodici, tredici anni di ora appaiono come anacronistici rispetto a quelli dei nostri nonni.

Sembriamo vivere in una dimensione atemporale in cui l’anagrafica viene superata velocemente, rapidamente e fugacemente. Ma quanto e’ certo, e’ che si tratta di amore. Amore e dolore. Amore incolpevole e malsano di una donna, amore di un marito verso la sua famiglia, amore di un ragazzo per la sua vita. Amore di una madre che vuole proteggere il suo bambino dalle attenzioni di una donna. Amare. Amare ha molteplici forme. Qualcuna discutibile qualcuna riconosciuta ed accettata. Amare vuol dire soffrire e provare dolore.

E’ una storia di istinti in cui la ragione ha perso la sua rotta e tutti ne hanno pagato le conseguenze. Ma nessuno può ritenersi esente da questo groviglio di emozioni: una piccola parte di ogni essere umano è riprodotta all’interno. Siamo tutti qui con la lente di ingrandimento a puntare il dito contro una donna vittima di se stessa e probabilmente delle proprie fragilità.

Al contempo, però, accanto ad un ragazzo, bisognoso di vivere la sua vita, la sua sessualità di trovare le sue domande cui dare delle risposte. Un ragazzo che non si sa come si sia relazionato da principio con la donna se ne sia stato innamorato o se, da subito, ne sia stato abusato. A questo solo il processo saprà dare delle risposte. “Il mondo in cui viviamo sembra essere segnato da frammentarietà , discontinuità e insignificanza: ogni immagine sostituisce in fretta la precedente, L'attenzione e’ diventata la piu’ rara delle risorse. Quali sono le conseguenze per la morale? [...] dal punto di vista morale, una vita in frammenti, governata da una profonda ambivalenza etica difficile da tollerare.” (VITA IN FRAMMENTI di Zygmunt Bauman)


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