Marco Vannini, Cassazione: famiglia Ciontoli non agì per scongiurarne la morte
"Accettarono il decesso all'esito di un infausto bilanciamento tra il bene della vita del giovane e evitare che emergesse la verità sull'accaduto".
(Prima Pagina News)
Lunedì 19 Luglio 2021
Roma - 19 lug 2021 (Prima Pagina News)
"Accettarono il decesso all'esito di un infausto bilanciamento tra il bene della vita del giovane e evitare che emergesse la verità sull'accaduto".
I Ciontoli scelsero "di non fare alcunché che potesse essere utile a scongiurare la morte" di Marco Vannini. Così la Corte di Cassazione nella motivazione della sentenza di condanna per Antonio Ciontoli e la sua famiglia, in merito alla morte di Marco Vannini, ucciso a Ladispoli (Rm) con un colpo di pistola nella nottata fra il 17 e il 18 maggio del 2015.

Antonio Ciontoli è stato condannato definitivamente a 14 anni di carcere per omicidio volontario con l'aggiunta del dolo eventuale, mentre i figli Martina, fidanzata di Vannini, e Federico, e la moglie, Maria Pezzillo, sono stati condannati a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario.

Secondo la Cassazione, i quattro "accettarono" il decesso di Vannini, "all'esito di un infausto bilanciamento tra il bene della vita del giovane e l'obiettivo avuto di mira, ovvero evitare che emergesse la verità su quanto realmente accaduto".

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