Mimmo Nunnari, 73 anni, giornalista saggista e scrittore calabrese di grande impatto mediatico, “Elogio della Bassitalia con qualche invettiva contro il razzismo del Nord” è il suo ultimo libro, dedica questa bellissima lettera di Natale al padre e alla madre, e all’amore profondo che li legava. Sembra quasi una favola questa storia, ma lo scrittore avverte “Ce ne sono tantissime di lettere d’amore come questa, di mio padre a mia madre, e che presto diventeranno il mio prossimo libro “.
Questa lettera d’amore ha già fatto il giro della rete, dopo essere stata pubblicata su “invececoncita”, il blog di Concita De Gregorio su Repubblica.it. Domani è Natale e noi abbiamo pensato di farla anche nostra questa lettera sulle “Privazioni del Natale”, noi chiusi bloccati isolati nelle nostre nuove città per via di un virus che continua ancora a seminare vittime e contagi, noi che della guerra non abbiamo mai capito nulla forse, per non averla né conosciuta né vissuta in prima persona, noi che un amore così forse non lo abbiamo mai provato o incontrato.
Questa lettera ci riporta invece indietro nel tempo, ad un Natale di 80 anni fa, quando gli amori resistevano “nonostante tutto”. È davvero troppo bella questa lettera per non rileggerla insieme. “In questi giorni di polemica insensata sulle ‘privazioni’ che il governo imporrebbe per il Natale, ho pensato ai miei genitori, appartenenti ad una generazione di uomini e donne, a cui la guerra voluta da Mussolini ha rubato gli anni migliori della giovinezza. Sono stati ragazzi o adulti, i soldati, che per lunghi anni sono rimasti forzatamente separati dai loro amori, dai loro affetti, dai loro interessi".
"E quando sono tornati, quelli che sono tornati, perché migliaia e migliaia sono morti in battaglia, si sono fatti carico della ricostruzione di un paese come l’Italia, umiliato dal fascismo, sommerso da macerie fisiche e morali come mai era accaduto prima, neanche dopo la Prima guerra mondiale.
Sono andato a cercare una lettera che mio padre aveva spedito all’allora sua fidanzata, Mimma, poi diventata sua sposa, alla fine della guerra, quando lui dopo la coda di un’umiliante prigionia in mano degli inglesi, prima in Sudafrica e poi nella Scozia meridionale, era tornato a casa". "Per più di dieci anni non si erano visti. Il loro amore si era mantenuto saldo con la corrispondenza, con le lettere d’amore dal fronte che avevano supplito all’assenza.
Sono centinaia queste lettere, mi hanno dato uno spunto per un libro che pubblicherò spero per la fine dell’anno 2021. Ma ne parlo perché la lettera che sono andato a cercare è della vigilia del Natale 1939 che mi aiuta a riflettere sulle polemiche per le ‘privazioni’ del Natale 2020 e soprattutto sull'insensatezza della guerra nell’Italia di Mussolini".
"‘Zliten (Libia) 20 dicembre 1939.
Caro amore, speravo di partire la sera del 16 dicembre e finalmente poterti riabbracciare, invece è arrivato l’ordine che per gli autieri la licenza per rientrare a casa è sospesa.
Immagina un po’ il mio cuore, nel sentire questa nuova. Oltretutto a me ed ai miei compagni ci è toccato accompagnare a Tripoli quelli che sarebbero dovuti andare in licenza dopo di noi. Loro sono partiti e invece noi no!
Ti dico tutto questo per farti capire quanto è grande la mia … fortuna. Perciò bisogna pazientare ancora, sperando che tutto vada bene.
Per quanto, sicuramente, la presente non arriverà in tempo per le feste, ti auguro un buon Natale, unitamente alla tua famiglia.
Io, il Santo Natale lo passerò qui, sotto la mia tenda, nella mia solitudine, come altri tre ne ho già passati. Invio saluti a tutti i tuoi e te, uniti a baci. Tuo Peppino’”. (Mimmo Nunnari)
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