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Appena fresco di stampa l’ultimo libro dei meridionalisti Nicodemo Oliverio e Luigi Giorgi , che partono dalla questione meridionale per spiegare la freschezza e la contemporaneità del pensiero di don Luigi Sturzo
Appena fresco di stampa l’ultimo libro dei meridionalisti Nicodemo Oliverio e Luigi Giorgi , che partono dalla questione meridionale per spiegare la freschezza e la contemporaneità del pensiero di don Luigi Sturzo
Sturzo e la sua visione globale del mondo, Sturzo e la freschezza del suo linguaggio, Sturzo e la meravigliosa utopia che aveva del Sud, Sturzo e la magia del suo pensiero filosofico, Sturzo e poi ancora Sturzo, quasi una straordinaria lettera d’amore a questo sacerdote siciliano che ha profondamente segnato la storia della Repubblica italiana e soprattutto la nascita della vecchia Democrazia Cristiana. Il cattolicesimo politico, la questione meridionale e la riforma agraria, è un saggio appena fresco di stampa scritto a quattro mani da Nicodemo Oliverio e Luigi Giorgi (322 pagine, Il Pensiero-Edizioni) nella ricorrenza dei cento anni dell'appello ai "Liberi e forti" di don Luigi Sturzo, e nel ricordo forte del dibattito sul regionalismo rafforzato, dibattito mai del tutto sopito, e occasione ideale per i due studiosi per una rilettura degli scritti del sacerdote di Caltagirone. Ma soprattutto, occasione ideale per riproporre le modalità con cui la Democrazia cristiana, guidata da Alcide De Gasperi, affrontò la riforma agraria. Il libro affronta le vicende storiche e sociali che hanno caratterizzato le politiche per il Mezzogiorno attraverso la ricostruzione delle posizioni e delle idee di don Luigi Sturzo e tramite la stagione delle riforme dei governi del centrismo guidati dallo statista trentino, con un'attenzione particolare agli avvenimenti che videro coinvolta, negli anni della ricostruzione, la Calabria. Straordinario lavoro di cesello storico e letterario questo che fanno in questo saggio i due meridionalisti Oliverio e Giorgi, che come d’incanto ridanno vita e fiato agli ideali del cattolicesimo militante, utilizzando per questo una scusa quasi banale e secondaria che è quella della grande riforma agraria del Paese. Ma Nicodemo Oliverio e Luigi Giorgi non solo soli in questa straordinaria avventura, lo studio che ci propongono si avvale infatti e si arricchisce dei saggi di Luca Bianchi e Federica Sindici che “aprono la ricerca storica all'attualità delle analisi politiche, sociali, agricole ed economiche relative alla questione meridionale del Paese, come questione anche democratica”, nonché della prefazione di Francesco Malgeri, storico di grande respiro nazionale e internazionale. Ma diciamola tutta fino in fondo, i due autori non sono nuovi ad avventure letterario-storiche di questa valenza, anzi hanno alle loro spalle una produzione importante di saggi legati alla storia del Sud e alle trasformazioni sociali del nostro Paese. Nicodemo Oliverio, deputato del Pd dalla XIV alla XVII legislatura, allievo all’Università di Aldio Moro, collaboratore di fiducia dei grandi leaders della DC, da Zaccagnini a Fanfani, da De Mita a Castagnetti e ultimo allo storico ed indimenticabile leader della Cisl Franco Marini di cui è Oliverio oggi uno degli amici davvero più cari, ha già pubblicato “Rappresentanza politica e divieto di mandato imperativo: ieri, oggi e domani” (scritto con Felice Caristo), Il cuore e la terra. Agricoltura e Sud per uno sviluppo a misura d’uomo (scritto con Franco Laratta), Energie primarie (Nicodemo Oliverio intervista Di Guelfo Fiore). Sono di Luigi Giorgi invece (membro della Società Italiana per lo studio della storia contemporanea, la Sissco e riconosciuto studioso di pregio dell’Istituto Luigi Sturzo) testi come Liberi e forti. L'antifascismo del Partito popolare italiano, Luigi Sturzo,l’Italia, l’Europa e il Mediterraneo, La DC e la politica italiana nei giorni del golpe cileno, Liberi e Forti, Ermanno Dossetti, Impegno civile, fede e libertà. Insomma, quanto basta per capire che siamo in presenza di due studiosi fortemente appassionati del Sud, impastati di cultura popolare e meridionalista, profondi conoscitori dei meccanismi che hanno trasformato il Paese e soprattutto l’economia agricola italiana, più appassionati e consapevoli di quanto essi stessi non confessino nei loro volumi e nelle loro analisi, e che non hanno mai smesso di credere nella rinascita del Sud e nella riproposizione di quelle teorie sturziane che hanno poi dato vita e forza al cattolicesimo popolare e a quel grande partito politico che fu la DC di Alcide De Gasperi. Ha pienamente ragione lo storico prof. Francesco Malgeri quando scrive nella sua introduzione che “Questo libro ripropone alla nostra attenzione il tema della questione meridionale, che ha profondamente segnato la vita politica, economica e sociale del nostro Paese”, e ha molta più forza il concetto che Malgeri fa suo e che riguarda l’attualità del momento politico. Per Francesco Malgeri è quasi una confessione a cielo aperto, e come tale di grande coraggio culturale e di grande respiro politico, quando dice “Sappiamo bene che negli ultimi decenni sia venuta meno nel dibattito politico nazionale l’attenzione ai problemi del Sud e il tema della questione meridionale, che appare non come un argomento attorno a cui cercare soluzioni legate ai problemi del lavoro, della scuola, dell’ambiente, della criminalità. La Questione Meridionale appare oggi una materia consegnata alla storia e agli storici”. Ma poi il vecchio professore universitario di Storia Contemporanea aggiunge con grande senso di amarezza un concetto che è ancora più forte del precedente: “E’ prevalsa la tesi che gli interessi del Nord sono diversi da quelli del Sud e, quindi, non spetta agli abitanti del Nord risolvere i problemi del Mezzogiorno”. Una visione che non coglie le profonde connessioni esistenti nella realtà socioeconomica del paese e che si nutre soprattutto di interessi localistici e particolari”. Come uscirne allora? Malgeri ha una sua chiave di lettura, che è certamente una chiave privilegiata e utopica essendo lui uno studioso, ma che è anche piena di tradizione storica: “Auguriamoci – dice- che anche grazie a questo libro, la questione meridionale torni ad essere, come ammoniva Sturzo, un “problema nazionale” e diventi un impegno imprescindibile nell’agenda politica della classe dirigente del nostro Paese”. Da come vanno però le cose oggi in Italia non c’è molto da sperare, ma sarebbe anche un delitto lasciar cadere l’appello del prof. Malgeri, che facciamo anche nostro: Allora diciamo così: Presidente Conte, per favore, Ministro Di Maio, per favore, Ministro Franceschini per favore, oltre l’Alitalia, oltre l’Ilva, oltre il Fondo Salva Stati, oltre la riforma della giustizia, oltre le mille beghe di partito e i mille fantasmi che dei partiti si nutrono, oltre tutto questo c’è ancora il Sud a cui un Governo serio deve necessariamente pensare, e su cui deve con urgenza riflettere. Guai a sottovalutare il problema! (B.N.)