Papa Francesco in Ungheria, il Vaticano conferma che il Santo Padre a Budapest vedrà il premier Victor Orbàn
Avevamo ragione noi. Dopo aver dato voce su PrimaPaginaNews del 5 giugno 2021 - con un editoriale da Budapest dello scrittore e sociologo italiano Rocco Turi, sulla visita di Papa Francesco a Budapest il prossimo 12 settembre- alla “protesta ungherese”, il Vaticano aggiorna ora il nuovo programma del viaggio del Papa. Ancora da Budapest Rocco Turi.
di Rocco Turi
Venerdì 23 Luglio 2021
Roma - 23 lug 2021 (Prima Pagina News)
Avevamo ragione noi. Dopo aver dato voce su PrimaPaginaNews del 5 giugno 2021 - con un editoriale da Budapest dello scrittore e sociologo italiano Rocco Turi, sulla visita di Papa Francesco a Budapest il prossimo 12 settembre- alla “protesta ungherese”, il Vaticano aggiorna ora il nuovo programma del viaggio del Papa. Ancora da Budapest Rocco Turi.
La scelta di fermarsi in Ungheria con un obiettivo talmente essenziale sarebbe stata umiliazione sproporzionata a uno dei popoli più cattolici d’Europa. Dopo il nostro articolo che denunciava “alquanto oltraggiosa” la decisione di bypassare quello che era lo scopo principale del suo viaggio nel medio est Europa per fermarsi tre giorni in Slovacchia, Papa Francesco ha compreso l’errore accettando di ridimensionare il personale dissenso alla politica di Viktor Orbán per le sue posizioni considerate “populiste e anti-migranti”.

La modifica del programma non è granché, ma sufficiente per riconoscere l’infortunio. Il Papa non avrebbe potuto fare altrimenti di fronte all’accusa di usare pesi e misure diverse fra l’attacco al premier ungherese, l’abbraccio a Fidel e Raoul Castro e l’indifferenza di fronte alla sanguinosa giunta argentina degli anni ’70.

Insieme al nuovo programma del viaggio è arrivata anche la precisazione su “notizie e interpretazioni false” apparse sulla stampa locale e internazionale secondo le quali il Santo Padre avrebbe escluso a priori gli incontri istituzionali. Era questo il programma iniziale e il popolo ungherese aveva già deciso di farsene una ragione, rievocando la trionfale visita di Giovanni Paolo II dal 16 al 20 agosto 1991.

A seguito della “protesta” ben venga qualsiasi rettifica, anche se il viaggio papale finalizzato al grande evento del Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest è stato distratto da un lungo programma destinato alla Slovacchia. Strano ma vero.

Il nuovo programma di Papa Bergoglio non prevede altro che la conferma del suo viaggio, tranne anticiparlo di poche ore con l’arrivo a Budapest alle 7:45 del mattino.

Dopo un’ora presso il Museo delle Belle Arti ci sarà un incontro con il Presidente della Repubblica ungherese János Áder e il Premier Viktor Orbán. Subito dopo è prevista un’assemblea con tutti Vescovi ungheresi, durante la quale il Papa pronuncerà un discorso; altro intervento sarà rivolto ai rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese e nuovo discorso alla Comunità Ebraica a cui riserverà un incontro dedicato, sempre in un luogo “neutro” come il Museo delle Belle Arti, la cui caratteristica è la vicinanza con la piazza nella quale verrà celebrata messa conclusiva al Congresso Eucaristico Internazionale.

Insomma, anticipando la sua partenza, il Papa dirimerà la polemica per sanare l’infortunio col popolo ungherese e lasciare intatto il lungo programma da svolgere in Slovacchia. E per dare maggior peso simbolico alla sua fulminea presenza in Ungheria Papa Francesco reciterà l’Angelus. Poca cosa se si pensa che lo scopo del viaggio avrebbe dovuto essere finalizzato al Congresso Eucaristico e che per Papa Francesco sarebbe stata una grande occasione per conoscere la religiosità ungherese, nonché l’afflato con la classe politica locale.

Ciò che Papa Francesco non sa è che esiste una grande sintonia fra classe politica e popolo cristiano, mai cessata dai tempi di Re Mattia Corvino quando il sovrano aveva l’abitudine di travestirsi e viaggiare in incognito nel Paese per parlare con la gente, conoscere necessità e devianze, allo scopo di assecondare i desideri e ristabilire l’ordine.

Nonostante il loro fervente cattolicesimo e amore verso il prossimo, i cittadini ungheresi sono profondamente convinti che per entrare in un Paese straniero sia necessario seguire prassi legale ed esibire documenti. Questa è la semplice verità alla quale anche Papa Francesco dovrebbe attenersi per assolvere Viktor Orbán dalla becera accusa di essere “populista e anti-migrante”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

incontro
Papa Francesco
PPN
Prima Pagina News
Rocco Turi
Ungheria
viaggio apostolico
Viktor Orbàn

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU