La crisi di governo e la Riforma delle pensioni continuano a tenere banco, anche se ieri Conte è riuscito ad ottenere la fiducia dal Senato con 156 sì, che tuttavia non assicurano una maggioranza assoluta ed un governo che possa definirsi solido.
Anche alla luce della diffusione del Covid-19, la domanda che i cittadini si stanno ponendo, in particolar modo coloro che si avvicinano alla pensione e hanno paura per il destino di quota 100, è che cosa potrebbe avvenire, nel caso in cui, nonostante l'approvazione della Legge di Bilancio, dovesse formarsi un governo Conte ter, o se dovessero esserci soltanto le dimissioni di quello attuale, e se le trattative avviate dai Sindacati sul tema, qualora Nunzia Catalfo non dovesse più avere il dicastero del Lavoro e delle Politiche Sociali, possano arenarsi.
L'argomento è stato nuovamente affrontato dal Segretario della Lega, Matteo Salvini, durante la dichiarazione di voto di ieri, precisando che, qualora il governo non dovesse cadere, anche quota 100 deve restare in piedi.
"L’avvocato Conte ha fatto bene a combattere per quota 100 e opzione donna. Se l’Europa ci chiede di abolirle deve dire di no", ha detto Salvini, per poi aggiungere, in merito al voto di fiducia: "Non state cercando dei volenterosi, dei responsabili, ma dei complici per non perdere la poltrona".
Per Claudio Durigon, vista la debole maggioranza acquisita, il governo non può andare avanti: "Quello che si evince a seguito del voto e che nonostante vi sia stato dietro alle quinte un grande potere per accaparrarsi voti in parlamento, Conte esce comunque senza una maggioranza assoluta, specie se si tengono in considerazione i voti astenuti e contro. Anzi nei discorsi del Senato si intuisce che questa maggioranza non c’è proprio, il problema sta anche nella persona, Arroganza e trasformismo e quindi inaffidabilità sono ora l’essenza del Presidente che é passato dal Conte avvocato al conte figlio di “Giuseppi” a quello liberale e socialista a cui si è evocato in questa occasione. Ci chiediamo dove potrà ancora arrivare".
"Quel che però mi preme sottolineare - continua - é che in questo momento drammatico vi é una sola certezza e su questo in molti concordano: non possiamo permetterci un governo di minoranza soprattutto in virtù che chi ne è a capo a già dimostrato che non sa dialogare con le opposizioni. Per spirito di responsabilità e costruttore del paese si dimetta! Sono convinto che il presidente Mattarella visto l’ andamento delle Camere saprà decidere da vero arbitro ciò che serve all’Italia un “governo forte”".
Per quanto riguarda il settore delle pensioni, "eliminare quota 100 o meglio ancora rinnegare questa scelta di flessibilità dal mercato del lavoro, per questioni ideologiche o peggio ancora per pressioni europee è una follia. Piuttosto è necessario spiegare all’Europa che in tempi di guerra economica nei quali noi siamo è indispensabile avere un mercato del lavoro flessibile favorendo un ricambio generazionale. Questo anche perché nell’ultimo anno la spinta tecnologica ha comportato la modifica delle esigenze occupazionali nelle imprese. Quindi, anziché concedere il bonus monopattino o il bonus rubinetti o banchi a rotelle si dovrebbero ascoltare le esigenze del Paese con misure che acconsentono in questa fase, di non agire solo sulla difensiva, ma prevedendo misure strutturali per le nostre imprese".
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