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Domani sera, 12 novembre, come ogni lunedì, torna su Rai3 una nuova puntata di Report condotta da Sigfrido Ranucci.
Domani sera, 12 novembre, come ogni lunedì, torna su Rai3 una nuova puntata di Report condotta da Sigfrido Ranucci.
Domani sera, 12 novembre, come ogni lunedì, torna su Rai3 una nuova puntata di Report e questa volta Sigfrido Ranucci affronta uno dei temi di maggiore attualità del momento, una vicenda di cronaca che ha letteralmente impressionato il Paese se non altro per via del suo protagonista considerato per anni icona dell’antimafia in Sicilia e poi finito in carcere per reati pesanti. Per Sigfrido Ranucci è soprattutto il racconto di una inchiesta giudiziaria che da mesi fa parlare di sé e soprattutto tremare i palazzi del potere, se non altro per via dei possibili sviluppi che potrebbe riservare. Dentro fino ad ora ci sono finiti davvero in tanti, e soprattutto tanti sono i nomi insospettabili di questo cerchio così complesso e corrotto così come viene descritto e ricostruito dai magistrati siciliani. “Per dieci anni – si legge sulla pagina ufficiale di Report-è stato a capo degli industriali siciliani che hanno detto “no” al pizzo ma dal maggio scorso è in carcere con l’accusa di associazione a delinquere per corruzione e per aver creato una rete che spiava politici, giornalisti e magistrati”. Si parla appunto di Antonio Calogero Montante, detto Antonello, imprenditore siciliano costruttore di biciclette nato a Serradifalco, un paesino in provincia di Caltanissetta. “Nella sua casa – spiega la nota ufficiale che anticipa la messa in onda del programma e dell’inchiesta e che porta la firma principale di Paolo Moldani- è stato trovato un archivio pieno di fascicoli sui suoi nemici e nella sua rete di informatori figurano i vertici dei servizi segreti civili, esponenti delle forze dell’ordine, il senatore Renato Schifani e l’ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Per anni Confindustria ha deciso la strategia dello Stato sull’Antimafia ed è stato Antonello Montante ad anticipare la linea che oggi vuole svuotare la normativa sui certificati antimafia per le aziende e consegnare ai privati la gestione dei beni confiscati alla criminalità”. L’inchiesta di Paolo Mondani – sottolinea ancora la nota degli autori di Report- è andata in cerca di risposte: “chi ha creato questo eroe dell’antimafia e perché? A cosa serviva, la rete di spionaggio gestita da Montante? Cosa avevano in comune importanti magistrati antimafia, uomini delle istituzioni, del mondo politico e della società civile con questo finto paladino della legalità? Quali accordi sono stati siglati "in nome dell'Antimafia" fra pezzi di Stato e pezzi di Confindustria? Chi ha pianificato la falsa “rivoluzione” degli industriali siciliani? Un testimone racconterà la genesi di una storia che parte dalla Sicilia per arrivare nella Capitale”. Ricordiamo anche per dovere di cronaca che lo stesso Montante si è sempre difeso dalle accuse mosse contro di lui, sostenendo che con investigatori, vertici dei servizi segreti, politici e imprenditori ha avuto “soltanto rapporti istituzionali” legati “all’impegno antimafia e al percorso di legalità” avviato da Confindustria: “Se poi qualcuno ha fatto delle cose che io non so, la responsabilità è sua…”. L’inchiesta che segue è poi quella di Cecilia Andrea Bacci, dal titolo “Memoria a breve termine”: “Produciamo dati a una velocità così elevata da poterli quantificare addirittura in zettabyte: vale a dire, milioni di miliardi di gigabyte. La nostra fame di byte cresce così tanto da renderci ciechi di fronte all'evidenza: potremmo alzarci, nel 2100, e non essere più capaci di leggere quella sequenza di 0 e 1 che avevamo diligentemente salvato in un hard disk venti anni prima. Potremmo addirittura ritrovarci a guardare al ventunesimo secolo come un nuovo Medioevo: un’epoca in cui si è prodotto troppo per poi non riuscire a conservare niente. Ma dove vengono salvati i nostri dati, a quale costo? E soprattutto, c’è spazio sufficiente per tutti e per tutto?” Domani sera, lunedì 12 novembre, alle 21.15 su Rai3. B.N.