Regionali, Vito Crimi ignora sconfitta e fallimento M5Stelle, e parla di un partito che non c’è

Troppi silenzi sulla sconfitta subita nella riflessione del leader 5 Stelle Vito Crimi

di Maurizio Pizzuto
Martedì 28 Gennaio 2020
Roma - 28 gen 2020 (Prima Pagina News)

Troppi silenzi sulla sconfitta subita nella riflessione del leader 5 Stelle Vito Crimi

Vito Claudio Crimi, nuovo Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, appena subentrato a Luigi Di Maio affronta l’analisi del voto in Emilia-Romagna e in Calabria con un post sul Blog delle Stelle in cui il leader del Movimento sembra voler ignorare la pesante sconfitta politica subita per parlare invece delle cose da fare “da oggi in poi”.

“Ogni volta che un risultato elettorale non ci sorride - scrive Vito Crimi- sento partire il solito coro che scandisce all’unisono: il MoVimento è finito, è in ginocchio, sta scomparendo. In più, questa volta, viene dato per scontato il ritorno del bipolarismo, come se le elezioni in due regioni equivalessero al voto nazionale”.

Crimi è invece convinto del contrario e sottolinea come “Anche questa volta deluderemo chi dice questo, perché non ha capito cosa sia veramente il MoVimento 5 Stelle, del perché siamo nati e quali sono gli ideali che ci guidano e ci rendono diversi da tutti gli altri”. Non è molto convincente l’analisi che Crimi affronta per giustificare o minimizzare la sconfitta subita: “Il voto delle regionali – spiega il nuovo leade del Movimento- ha sempre visto il MoVimento raccogliere risultati inferiori rispetto alle tornate nazionali, ma va riconosciuto che in Calabria ed Emilia-Romagna i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Questo però non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario”.

Questo naturalmente comporterà tanto lavoro, e Crimi questo lo riconosce, e dice: “Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento e ci permetterà di essere più presenti sui territori. Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti, di non lasciarsi irretire da facili sirene, di ricordare sempre quali sono gli obiettivi e le motivazioni che ci hanno portati nelle istituzioni e alla guida del Paese”. Poi per dare maggiore forza alla sua tesi, Crimi usa una battuta ad effetto: “A volte ci si trova a dover scegliere tra il consenso e il bene dei cittadini, non sempre le due cose coincidono”. Per il successore di Luigi Di Maio non saranno settimane facili quelle che verranno, e forse anche mesi difficili, ma lui si dice fermamente convinto che il futuro del Movimento sarà meno nero di questa tornata elettorale in Emila Romagna e in Calabria e lo spiega in questo modo: “C’è la ricerca del facile consenso, quello di chi ad agosto fugge dalle responsabilità che si era assunto nei confronti dei cittadini italiani. E poi c’è il consenso guadagnato con il sudore, che richiede tempo, pazienza e resistenza.

Il consenso che arriva solo attraverso il lavoro incessante, la progettualità a medio e lungo termine, la capacità di immaginare e costruire il nostro futuro. Abbiamo sempre scelto la seconda strada, lavorando per introdurre finalmente quelle misure di equità e giustizia sociale che il nostro Paese attendeva da decenni”.

Nessun riferimento Crimi fa alle “guerre intestine” che pure hanno segnato profondamente la vita del Movimento sia in Emilia-Romagna sia e soprattutto in Calabria, dove per esempio il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, senatore Morra, proprio ieri ha candidamente confessato di non aver votato per il proprio candidato, una vera e propria raffica di “fuoco amico” che alla fine è risultata devastante per la vita stessa dei grillini calabresi.

Crimi fa finta di non conoscere questi dettagli, evita ogni forma di polemica o di processo pubblico, certamente sa che farlo diventerebbe assai rischioso per tutto il Movimento 5 Stelle, e allora elude il nodo centrale del giorno e prova invece a volare alto: “Noi - sottolinea- stiamo dando l’esempio che la politica si può fare in maniera diversa, parlando di meno e badando ai risultati.

I dati sull’occupazione non sono mai stati così positivi, c’è un sistema degli appalti che grazie allo Sblocca-Cantieri è tornato a muovere miliardi dopo anni di immobilismo, 16 milioni di lavoratori grazie al taglio del cuneo fiscale riceveranno più soldi in busta paga, oltre 2,5 milioni di italiani che versavano in condizioni di povertà oggi accedono al reddito di cittadinanza”.

Non è facile dargli ragione, soprattutto alla luce di quello che è successo, e non si capisce come fa un leader politico come lui, chiamato a guidare la vita del Movimento, a non voler affrontare un’analisi seria sul fallimento elettorale subito. È come se Vito Crimi non si rendesse conto che il Movimento si è praticamente disintegrato, un Movimento il suo che si va sciogliendo giorno per giorno come neve al sole, ma soprattutto destinato al suicidio politico dettato da devastanti incomprensioni interne. Lui invece sorvola tutto quanto, e dice ancora: “Quello che stiamo facendo e continueremo a fare contribuirà a renderà questo Paese migliore e più vivibile.

Ci vorrà tempo, ma il consenso arriverà e non sarà effimero, ma il risultato di un buon lavoro. Ora non resta che continuare a lavorare pancia a terra con il governo che, dopo queste elezioni, deve proseguire nel suo percorso”. Non sarà così e Vito Crimi questo lo sa bene, da politico attento e onesto come lo è sempre stato.

Le settimane che verranno riserveranno al Movimento brutti e amari contraccolpi, perché necessariamente i vertici del PD, Zingaretti in testa, chiederanno al Movimento di poter contare di più al Governo, se non altro di contare in termini direttamente proporzionali alla grande sconfitta subita dal movimento e di cui oggi Vito Crimi è unico e indiscusso capo assoluto.

È vero, lo sarà fino agli Stati Generali, ma ci vorrà ancora del tempo per capire cosa succederà agli Stati Generali.


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