Regione Calabria, Pippo Callipo (Pd) sbatte la porta e lascia il Consiglio Regionale. Immediate le reazioni politiche

“Intendo rivolgere un sentito ringraziamento alle tantissime persone che, anche in quest’ultimo periodo, mi hanno manifestato stima e vicinanza. Ringrazio sinceramente i consiglieri regionali che hanno votato per respingere le mie dimissioni, apprezzo il loro gesto, ma confermo la decisione di lasciare il Consiglio regionale della Calabria”. Così Pippo Callipo, consigliere regionale eletto nelle lista Io resto in Calabria.

di Gregorio Corigliano
Lunedì 27 Luglio 2020
Roma - 27 lug 2020 (Prima Pagina News)

“Intendo rivolgere un sentito ringraziamento alle tantissime persone che, anche in quest’ultimo periodo, mi hanno manifestato stima e vicinanza. Ringrazio sinceramente i consiglieri regionali che hanno votato per respingere le mie dimissioni, apprezzo il loro gesto, ma confermo la decisione di lasciare il Consiglio regionale della Calabria”. Così Pippo Callipo, consigliere regionale eletto nelle lista Io resto in Calabria.

“Come avevo preannunciato – spiega – quella di dimettermi è una decisione irrevocabile che ho assunto dopo una profonda riflessione, alla luce della quale ho provveduto a reiterare la mia lettera di dimissioni al presidente del Consiglio regionale. Capisco le ragioni di chi non condivide politicamente questa scelta e le rispetto, apprezzo anche le parole dei tanti che mi hanno invitato a ripensarci ma, alla luce delle motivazioni che ho già espresso in maniera approfondita, credo che la mia decisione vada ugualmente rispettata”. Alea iacta est. Ha atteso qualche giorno, poi ha rassegnato le dimissioni che aveva, inaspettatamente dato e, nonostante gliele avessero respinte, le ha confermate. Eppure, mi ero illuso che di fronte ad un gesto plateale dell’intero Consiglio, Pippo Callipo, tornasse indietro. Ha ringraziato, sic et simpliciter, quanti, tra i suoi ormai ex colleghi, avevano votato perchè rimanesse a Palazzo Campanella ed ha confermato il suo gesto, ingiustificato ed ingiustificabile e, del tutto inatteso. Inatteso finquando, andando a Pizzo, quasi di proposito – e non per un gelato- non ho incontrato qualche amico che di politica se ne intende, e non poco, il quale non ha avuto il minimo dubbio. Avevo scritto un articolo per dire che speravo nella resipiscenza del candidato di centro sinistra alla Regione, anche perché lo avevo votato, e lui mi ha detto testualmente:”Vedrai che non le ritira, non conosci Callipo. Lui è uomo che o è o non è, o comanda o si nasconde, si ritira. “ Vedrai, vedrai”, come la stupenda canzone di Luigi Tenco. Passato qualche giorno, senza il pronunciamento “del principe”, mi ero rallegrato. Rientrerà, mi sono detto, Invece… dopo aver ringraziato Graziano Di Natale e Marcello Anastasi, ha abbandonato il campo. Al pari di un giocatore di boxe, che dopo qualche pugno ricevuto sul ring, getta la spugna. Non aveva ricevuto alcun pugno in quell’aula nella quale, da presidente della Confindustria, aveva tuonato con progetti, proponimenti, impegni. Solo in quella occasione perchè nel corso delle riunioni degli eletti, non ha mai parlato. Non ha mai alzato la testa. Ha solo scritto che, da benestante, per capacità personali e familiari, che avrebbe rinunciato ad ogni emolumento. E questo gli ha fatto onore, nessuno immaginava che avrebbe potuto essere un segno dell’abbandono. E’ stato così! Nelle due parole due che ha scritto per confermare l’addio a Palazzo Campanella, ha sommessamente rilevato che “spero che le mie dimissioni servano ad aprire una riflessione seria che vada oltre le lotte di potere e le beghe di partito perché i calabresi hanno necessità di riconquistare la fiducia nello Stato e nelle Istituzioni che purtroppo, hanno comprensibilmente perduto.” Ma come, Tu eri là, a pieno titolo, perché i calabresi Ti hanno votato ed eletto, e adesso vuoi che gli altri facciano quello che i tuoi elettori Ti hanno affidato? Lo sai, onorevole consigliere, che queste parole sono state pronunciate migliaia di volte nell’aula prima di Palazzo San Giorgio e adesso di Palazzo Campanella, dai consiglieri di opposizione, una volta di centro sinistra, tal’altra di centro destra? Hai mai partecipato, pur da osservatore esterno, a riunioni nelle quali tuonavano Ligato, Rossi, Dominjanni, Meduri tanto per fare qualche nome, ma meriterebbero tanti altri (non tutti per la verità)?. E adesso te ne vai? Hai girato, e non da solo, ma col segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, , grandi e piccoli della Regione, promettendo tutto l’impegno possibile, per affrontare i problemi di cui hai parlato – mi scuso se sono passato al TU, ma mi è venuto spontaneo- e adesso te ne vai? Allora è vero che o comandi Tu o abbandoni il campo, come dicono nel tuo regno? Quando si fanno le battaglie, bisogna mettere in conto, che si può vincere o si può perdere. Lo capiscono tutti anche i più sprovveduti e Tu che sprovveduto non sei, non avresti dovuto fare il c.d. “Beau geste”. Hai dimostrato così che, al pari di altri che appartengono alle quarte file di un recente passato, con la politica, ottima o pessima che sia, non hai un buon rapporto. E’ troppo tardi per cominciare adesso e, comunque, avresti dovuto rimanere, per dare soddisfazioni ai cittadini che ti hanno votato. E forse, quelli che non ti hanno votato, conoscendoti bene, pur essendo di centro sinistra, hanno scelto Jole Santelli, politica di lungo corso che evidentemente dava maggiore fiducia. Non si spiega diversamente. Loiero, da par suo, lo ha spiegato meglio di me, addundo le sue buone e convincenti ragioni. Sandro Principe non è stato da meno. Entrambi su questo giornale. Principe ha parlato addirittura di caratteristiche umane, professionali e culturali che deve avere il personale politico. Non basta essere un capace imprenditore – onore al merito. Bisogne vivere con la gente, con i cittadini, capirne ansie, preoccupazioni, problemi, aspirazioni. E molti, diciamo la verità, sono arrivati alle massime assise calabresi, senza averne appieno i titoli. Callipo, hai comunque sbagliato, a mio sommesso parere di cittadino che ha seguito per professione, migliaia di sedute di consiglio e di giunta regionale.


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