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Un intellettuale della Chiesa contemporanea e un vaticanista insieme, dunque, per una operazione editoriale di grande impatto mediatico e di grande successo popolare.
“Nessuno più del suo fedele segretario particolare, l’arcivescovo Georg Gänswein, -sottolinea il giornalista Saverio Gaeta- ha conosciuto e sostenuto Benedetto XVI durante tutto il pontificato e il tempo dell’emeritato. L’ininterrotta condivisione della vita in Vaticano, dapprima nel Palazzo apostolico e successivamente nel monastero “Mater Ecclesiae”, gli ha consentito di entrare in piena sintonia con il pensiero e con l’azione di uno dei più colti e teologicamente preparati Pontefici nella storia della Chiesa”.
Il giudizio di Papa Benedetto XVI che ne viene fuori in questo saggio è un giudizio netto, senza se e senza ma, che non lascia in chi legge questo saggio nessun dubbio di sorta.
“Queste pagine -scrive mons. Georg- contengono una personale testimonianza della grandezza di un uomo mite, di un fine studioso, di un cardinale e di un Papa che ha fatto la storia del nostro tempo e che va ricordato come un faro di competenza teologica, di chiarezza dottrinale e di saggezza profetica. Ma sono anche un racconto di prima mano che cerca di far luce su alcuni aspetti incompresi del suo pontificato e di descrivere dall’interno il vero “mondo vaticano”.
Diciamolo subito, non ci è sembrato francamente un libro “contro”, un saggio polemico come qualcuno ha voluto fare credere in queste ore, o peggio ancora un atto di accusa contro certo potere Vaticano, anzi tutt’altro.
Nient’altro che la verità è un libro in cui Saverio Gaeta e Padre Georg ricostruiscono nei dettagli più inediti e con grande consapevolezza le fasi più delicate e più difficili della vita Vaticana di questi ultimi anni, basti pensare al triste fenomeno della pedofilia o degli abusi sessuali nel mondo del clero, ma lo fanno con un rispetto quasi sacro verso il mondo della Chiesa che ogni giorno ruota attorno alla residenza papale.
Alla fine della lettura di questo libro ne viene fuori l’immagine di un Papa, Papa Benedetto XVI, che non ha mai perso il senso dell’orientamento, di un Papa che pur rinchiuso nella sua nuova dimora dopo aver scelto la via dell’esilio ha continuato a mantenere rapporti continui con il mondo internazionale della Chiesa, un teologo che ha continuato a studiare nel chiuso delle sue stanze giorno e notte e che ha prodotto montagne di appunti e di riflessioni filosofiche e tutto questo -spiega il suo fedele segretario particolare -lo ha continuato a fare nel servizio esclusivo verso la Chiesa.
È quasi commovente il racconto intimo che Padre Georg fa del suo Papa.
Quello che si coglie a piene mani dalle pagine del libro è il rapporto affettivo profondo e di grande ammirazione che questo giovane sacerdote tedesco nutre da 20 anni per il Santo Padre, e questo sin dai primi giorni del loro primo incontro in Vaticano.
Ma cosa si impara stando per tanti anni accanto ai Grandi Padri della Chiesa?
Quasi scioccante la risposta che ne dà Padre Georg: “Tanti anni di frequentazione delle gerarchie vaticane mi hanno fatto maturare un preciso convincimento: ciascun membro del Collegio cardinalizio custodisce – nascosta in un angolino della mente e del cuore – la consapevolezza che un giorno Cristo potrebbe chiedergli di assumere il ruolo di suo Vicario sulla Terra”.
Rose e fiori? Guai a pensarlo, la realtà non sempre è come pare.
“Nel contempo- aggiunge Padre Georg- mi sono anche reso conto che – a meno di seri problemi psichiatrici – nessuno dei membri del Collegio cardinalizio ha realmente l’ambizione di sedersi sulla Cattedra di Pietro, ben conscio dell’impegno materiale, e soprattutto della responsabilità spirituale, che tale ufficio comporta ed esige. Di conseguenza c’è la rimozione di qualunque pensiero in merito, agendo anzi in modo da allontanare il più possibile da sé tale ipotesi”.
Ma c’è da fidarsi della verità di Padre Georg?
“Senza nessun dubbio e fino in fondo- assicura il giornalista Saverio Gaeta, che lo ha scelto come suo testimone di proposito e non a caso- La nostra è una narrazione in prima persona, non un libro-intervista, per una precisa scelta ,riportando alla luce quelle considerazioni che nel corso di decine di anni si sono via via cristallizzate nella sua mente e che hanno reso di fatto monsignor Georg Gänswein il più autorevole testimone ed esegeta di un uomo di fede, di un sacerdote secondo il cuore di Dio, di un protagonista della storia dei nostri difficili ed entusiasmanti tempi. Ed è questa l’essenza delle pagine che seguono, sul cui risultato l’unico giudice sarà ciascun lettore”.
Non mancano nel libro di Padre Georg i riferimenti allo scandalo dei documenti riservati trafugati nel suo ufficio e consegnati al giornalista Gianluigi Nuzzi che poi ne fece un libro a parte, “Sua Santità”. Eravamo a cavallo tra il 2010 e il 2011
“Appena sfogliai quel volume, mi resi conto che alcuni dei documenti citati, e addirittura fotografati, non erano passati per altri uffici vaticani se non il mio. Li avevo mostrati al Papa, che vi aveva apposto la sua sigla e indicato come procedere, e li avevo conservati sullo scaffale alle spalle del mio tavolo di lavoro”.
Ne seguì il processo e quindi l’arresto del maggiordomo personale del Papa, Paolo Gabriele.
“Quella vicenda – ricorda Padre Georg- rappresentò una delle pagine più nere per la nostra famiglia pontificia. Di fatto, la sensazione che conservo ancora oggi dentro di me è quella di essermi trovato nei panni di un padre che non si accorge che il figlio ruba i gioielli della mamma e che, anche quando il furto viene alla luce, non riesce a nutrire alcun sospetto su di lui… Tuttora, se ripenso ai protagonisti di quella triste vicenda, non riesco a staccare da un angolino del cervello l’idea che si sentissero in buona fede. Ma la quantità di azioni negative che furono messe in atto fu indubbiamente qualcosa che si approssima al diabolico”.
La parte più emozionate del libro è stato per noi il racconto delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, la cronaca dettagliatissima di cosa accadde nei giorni precedenti, nei giorni immediatamente successivi, ma soprattutto la mattina in cui il Papa rese nota al Concistoro che aveva appositamente riunito in Vaticano la notizia di voler lasciare la Cattedra di Pietro, e quindi al lancio della prima notizia che la vaticanista dell’Ansa Giovanna Ghirri fece direttamente dalla sala stampa vaticana dopo aver seguito in circuito chiuso il discorso del Papa.
Padre Georg confessa la sua disperazione, racconta il senso profondo della solitudine che lo colse in quei giorni così complicati e difficili, e ricorda la consapevolezza assoluta, conoscendolo meglio di chiunque altro al mondo- che nulla avrebbe mai fatto cambiare idea al Santo Padre. E da quel momento l’attenzione del mondo intero torna su Piazza San Pietro.