Serie A: I giallorossi espugnano il Sardegna Arena e blindano il quinto posto

La Roma travolge il Cagliari e in rimonta si porta via i tre punti.Finisce 4-3 contro i rossoblù in piena crisi. La squadra di Maran non vince da tre mesi ed è ormai in caduta libera. Nelle ultime undici partite ha subito sette sconfitte e ottenuto solo quattro pareggi.

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Domenica 01 Marzo 2020
Roma - 01 mar 2020 (Prima Pagina News)

La Roma travolge il Cagliari e in rimonta si porta via i tre punti.Finisce 4-3 contro i rossoblù in piena crisi. La squadra di Maran non vince da tre mesi ed è ormai in caduta libera. Nelle ultime undici partite ha subito sette sconfitte e ottenuto solo quattro pareggi.

Dal nostro corrispondente Maurizio Bistrusso

Dopo la partita pareggiata a Lecce il giocattolo si è rotto. Dopo aver raschiato il barile ora anche Maran è sulla graticola. I giallorossi reduci dal passaggio del turno in Europa League conquistato giovedì scorso hanno dato una lezione di gioco ai cagliaritani.

Nonostante Fonseca abbia cambiato cinque giocatori , disputano una grande partita, creano tantissime occasioni, colpiscono due traverse, corrono e vincono meritatamente.

E se non ci fosse stato Olsen tra i pali della porta cagliaritana il punteggio avrebbe potuto assumere una dimensione diversa.

I rossoblù passeggiano e sono la fotocopia sbiadita della squadra che aveva sorpreso tutti nel girone di andata e che aveva fatto sognare i tifosi. In vantaggio con un bel gol a palombella di Joao Pedro i cagliaritani subiscono dopo appena un minuto il pareggio di Kalinic , servito da un pessimo Pellegrini, che respinge con lo stinco un pallone in piena area e fornisce l’assist vincente al centravanti. Il difensore assolutamente in confusione con Klavan e Pisacane alla fine si dividerà la palma di peggiore in campo. Poi Kalinic, Kluivert, per la Roma, il subentrato Pereiro per tentare di riaprire la partita per il Cagliari portano sul 2-3 il punteggio. Ma il solito Kolarov, su punizione, chiude ogni discorso portando a quattro il bottino dei giallorossi. Reazione di orgoglio tardiva dei rossoblù che nel finale ottengono un rigore, ancora fallito da Joao Pedro per la seconda volta consecutiva, che il brasiliano questa volta riesce comunque a ribadire in rete di testa dopo la respinta del portiere Lopez. Finisce 4-3 per i giallorossi che soffrono nel finale ma conservano la vittoria. I numeri sono indicativi e confermano che la squadra e il tecnico sono in confusione e rischiano di pagare a caro prezzo la pressione e le attese dei tifosi e di tutto l’ambiente che forse si era illuso di poter raggiungere traguardi decisamente più ambiziosi. Il gruppo ha perso la sua identità, le sue certezze e quella consapevolezza che aveva permesso di chiudere il girone di andata con 29 punti e un sesto posto davvero prestigioso. Ora la squadra ha perso entusiasmo ed è in difficoltà.

A parte il centrocampo, che risulta il settore meglio assortito in termini di qualità e per alternative e i due portieri Cragno e Olsen, il resto della squadra è normale e il livello tecnico di alcuni dei protagonisti è davvero imbarazzante.

Se non ci fosse stato l’exploit di Joao Pedro, che ha realizzato sedici gol, il destino del Cagliari sarebbe stato diverso. Fino a qualche mese fa questi limiti i protagonisti in campo erano riusciti a mascherarli con umiltà e grande disponibilità poi il giocattolo si è rotto.

E nella partita disputata contro la Roma i limiti sono emersi in lungo e in largo. A salvarsi nel buio totale è stato Rog fino a quando hanno retto le gambe. Nainggolan è apparso meno preciso del solito, poco lucido e ha perso molti palloni in fase di costruzione. Ionita non pervenuto. E se neppure il centrocampo funziona sono dolori. Squadra lunga, con reparti slegati e difesa bassa sono il peggior biglietto da visita di un gruppo ormai fuori giri. Senza un minimo di organizzazione ci si espone a brutte figure.

I rossoblù sono stati superati in velocità con estrema facilità e hanno sbagliato le chiusure difensive e la lettura delle situazioni concedendo un numero di occasioni incredibili oltremodo regalando spazi per il contropiede. In realtà non c’è stata partita. E anche il tecnico ha pagato alcune scelte che sono state davvero discutibili. La rinuncia a Simeone per un Paloschi inesistente e in ritardo di condizione e di Cigarini per Oliva, senza nulla togliere all’uruguaiano, hanno lasciato molte perplessità . Il Cagliari aveva qualche certezza che ora è stata riposta nel cassetto.

A nulla è servita la reazione tardiva e confusa vista nel finale di gara. Serve un cambio di rotta deciso da parte di tutti. Di questo passo il rischio di essere coinvolti nelle zone pericolose è molto elevato se non ci sarà una reazione. E le responsabilità di questa situazione sono di tutti. Della società, che non ha avuto la capacità di rinforzare la squadra nei settori deficitari nel mercato di gennaio, e non ha saputo gestire i momenti negativi come l’infortunio di Pavoletti.

Dell’allenatore e dello staff tecnico che non ha avuto nessun peso nelle scelte anche in uscita, e degli stessi giocatori che si sono convinti di essere diventati bravi.

Senza la testa non si va da nessuna parte. E ritornare normali fa male a tutti soprattutto nell’anno del centenario e della festa per i 50 anni dello scudetto. Forse è arrivato il momento di trovare nuove soluzioni e pensare a salvarsi quanto prima.


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