Sicurezza, Vincenzo Chianese: “Al Paese servono più poliziotti, “Ministro Salvini faccia scorrere le graduatorie

Un intervento di Vincenzo Chianese Segretario Nazionale del sindacato di Polizia Equilibrio e Sicurezza.

(Prima Pagina News)
Lunedì 21 Gennaio 2019
Roma - 21 gen 2019 (Prima Pagina News)

Un intervento di Vincenzo Chianese Segretario Nazionale del sindacato di Polizia Equilibrio e Sicurezza.

Sicurezza, Vincenzo Chianese: “Al Paese servono più poliziotti, “Ministro Salvini faccia scorrere le graduatorie
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Al Paese serve maggiore sicurezza e alla sicurezza servono uomini preposti a difendere il cittadino e non è vero che questi uomini non ci siano, perché dalle ultime selezioni della Polizia di Stato si possono reperire tutte le energie necessarie allo scopo. Il tema è evidentemente di scottante attualità e ridiventa oggi di grande coinvolgimento mediatico proprio per via della battaglia personale che il Segretario Nazionale EQUILIBRIO E SICUREZZA Polizia Vincenzo Chianese ha deciso di fare propria e di combattere in prima persona.

Chianese, da vecchio mastino, non conosce mezzi termini e ricorda che “Le vigenti Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni dispongono che le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione”. Tradotto in parole povere significa che “Stante la situazione emergenziale che si sta determinando per l’assenza di tempestivo ed adeguato turnover, il Ministero dell’interno avrebbe dovuto già dar corso allo scorrimento della graduatoria della prova scritta del concorso a 893 posti da allievo agente il cui bando è stato pubblicato nella GU del 26 maggio 2017, approvata il 27 ottobre dello stesso anno, pertanto valida fino al 26 ottobre 2020”.

Chianese va giù duro e ricorda allo stesso Ministro Salvini che “ Anche il Consiglio di Stato, nell’Adunanza Plenaria n. 14 del 28 luglio 2011, ha rafforzato ed esteso la preferenza a favore dello scorrimento delle graduatorie ancora vigenti, richiedendo una congrua motivazione per la indizione di un nuovo concorso”.

Come dire? Non ci sono più scuse per nessuno, né tantomeno per chi spera di ovviare a queste direttive e magari immaginare una nuova e inutile selezione di personale già abbondantemente trovato e selezionato. Vincenzo Chianese sfoglia i suoi appunti con una serenità quasi proverbiale, si capisce molto bene che l’uomo conosce la materia a menadito e che diventa davvero difficile fermare questa sua battaglia sindacale: “Nel corso di un incontro tra il Ministro dell’interno ed i predetti sindacati – sottolinea il leader sindacale- questi ultimi hanno unanimemente chiesto di procedere allo scorrimento del concorso pubblico a 893 posti da agente.

Il Ministro si è impegnato a prevedere ciò in un emendamento nella conversione del primo decreto-legge utile: è stato individuato il DDL di conversione del DL 135/2018 (AS 989, inizio esame in aula nella seduta pomeridiana del 15 gennaio 2019) e risultano presentati in commissione due emendamenti contenenti però gravissime criticità”.

Chianese conosce bene i rischi possibili e avverte: “Se gli emendamenti passassero senza modifiche, si avrebbe l’esclusione degli idonei che non rispondessero al nuovo limite d’età, fissato a 26 anni dal decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 e non risultassero in possesso del titolo di studio di scuola media superiore, il cui possesso ai fini dell’accesso alla qualifica di agente è imposto sempre dalla richiamata novellazione: sul tavolo nessuno ne aveva parlato!”

Per il capo carismatico di Equilibrio e Sicurezza Polizia “Questo modo di procedere, oltre a non avere alcun precedente noto – soprattutto nel Comparto – ed essere contrario ai principi di affidamento ed equità, escluderebbe definitivamente dall’assunzione centinaia di ragazzi mediamente ventottenni che hanno conseguito votazioni di merito elevatissime, molto superiori alla sufficienza, contribuendo in maniera solo infinitesimale all’abbassamento dell’età media della Polizia di Stato ed in maniera insufficiente al ripianamento degli organici, obiettivi questi che si possono raggiungere in maniera veloce, economica e scevra dalle incognite che accompagnano le procedure concorsuali soprattutto se di dubbia legittimità solo facendo scorrere subito la graduatoria così com’è fino alla sua scadenza di legge, ottobre 2020”.

Quanta gente è interessata al problema? Almeno 10 mila famiglie italiane, troppe per non prestare attenzione alle preoccupazioni del leader sindacale.

Chianese dice molto di più: “ Viceversa si rinvengono negli emendamenti altri dettagli sconcertanti: vengono imposti allo scorrimento un limite numerico (1850 unità) ed uno temporale (1° settembre 2019) insieme ad una integrazione di 5 milioni di euro al fondo per l’acquisto di beni e servizi di cui all’art. 23, co.1, legge 27 dicembre 2002, n. 289 che appare ictu oculi preordinato al bando di un nuovo concorso in tempi brevi e comunque molto prima della scadenza del 2020.

Il concorso che si era chiesto di non bandire verrebbe invece rimandato solo di pochissimo e lo scorrimento promesso verrebbe compromesso dall’assurda esclusione una notevole percentuale di idonei”.

E’ evidente – conclude Vincenzo Chianese che “se non cambiasse il testo – con tutti i danni che deriverebbero da un eventuale stop al turnover anche di pochi mesi – basta osservare che quello stesso Ministero, nell’ambito del medesimo concorso, potendo disporre di risorse aggiuntive, ha già disposto il 27 ottobre 2017 – quindi dopo l’entrata in vigore del d.lgs. 95/2017 e dei nuovi requisiti – uno scorrimento per il concorso a 893 posti – portati a 1182 – guardandosi bene però dal determinare esclusioni di sorta, il che costituisce una evidente – incostituzionale – disparità di trattamento”.

L’appello finale è diretto al ministro Salvini: “ Signor Ministro, Migliaia di ragazzi giovani ed idonei sono pronti a servire il Paese, che ne ha un immenso ed indifferibile bisogno, ad inizio febbraio si liberano 1200 posti nelle scuole di polizia: mentre a Roma si discute Sagunto brucia!”.

La parola passa ora al Viminale, e in attesa di una risposta definitiva Vincenzo Chianese si prepara alla fase successiva di una battaglia che all’interno della polizia italiana viene considerata onesta e sacrosanta. (Beatrice Nano)


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