Turismo. Effetto Covid, Italia perde la metà delle presenze nel 2020, una crisi e un crollo senza precedenti

Nei primi otto mesi del 2020, l’emergenza Coronavirus avrebbe già bruciato ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In picchiata anche gli incassi comunali dell’imposta di soggiorno: oltre 211 milioni di euro. Sforbiciata di ben 16 miliardi di euro di spesa turistica, con quasi la metà, pari a 7,2 miliardi, concentrata in Veneto, Toscana e Lombardia che presentano un tasso di internazionalizzazione dei sistemi turistici ben al di sopra del 50%.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 07 Ottobre 2020
Roma - 07 ott 2020 (Prima Pagina News)

Nei primi otto mesi del 2020, l’emergenza Coronavirus avrebbe già bruciato ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In picchiata anche gli incassi comunali dell’imposta di soggiorno: oltre 211 milioni di euro. Sforbiciata di ben 16 miliardi di euro di spesa turistica, con quasi la metà, pari a 7,2 miliardi, concentrata in Veneto, Toscana e Lombardia che presentano un tasso di internazionalizzazione dei sistemi turistici ben al di sopra del 50%.

L’analisi conclusa da Demoskopika dovrebbe far riflettere il Governo Conte . I dati qui riferiti e riportati sono infatti unici per la storia del nostro Paese. Non si era mai registrata una crisi più profonda e un calo del turismo italiano così secco. E tutto questo emerge da una stima a consuntivo dell’Istituto Demoskopika sulla base degli incassi dell’imposta di soggiorno rilevati dal sistema Siope incrociati con i dati dell’Istat sui movimenti turistici regionali relativi al 2019 e con i dati sul turismo internazionale della Banca d’Italia. Per il Molise, - precisa la nota dell’Istituto di ricerca - non essendo presente l’imposta di soggiorno, si è ipotizzato uno scenario identico a quello medio italiano. Per i Comuni del Lazio, infine, l’imposta di soggiorno riguardante, nello specifico, l’ammontare più che rilevante riferito a Roma Capitale, è stata stimata, poiché la voce non è chiaramente identificabile nel sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE). Si precisa che la stima dei movimenti turistici è “condizionata” da un eventuale blocco temporaneo dell’imposta di soggiorno deciso in qualche comune oltre che dalla mancata o parziale trasmissione degli incassi dell’imposta al sistema SIOPE. «Il Governo – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - decida se il turismo è davvero un settore strategico per la propria economia. Si attivi, nella forma e nella sostanza, a condividere con i portatori di interesse del comparto un unico Piano di ripresa del turismo italiano contenente consapevolmente obiettivi, strategie, azioni, risorse finanziarie e indicatori di risultato. Altrimenti – conclude il presidente dell’Istituto di ricerca – al danno di un mancato impatto sul sistema turistico italiano dei provvedimenti assunti dalle istituzioni ai vari livelli si aggiungerà la beffa di una frammentata governance che rallenterà, in un ostacolante circuito vizioso, la ripresa del turismo italiano». Flussi turistici: la pandemia scoraggia oltre 48 milioni di turisti nel Belpaese. Da gennaio ad agosto dell’anno in corso, Demoskopika stima una diminuzione di 48,2 milioni di arrivi pari a una flessione del 51,1 per cento rispetto allo stesso arco temporale del 2019 che hanno ridotto di 173,5 milioni i pernottamenti nel sistema alberghiero ed extra-alberghiero italiano. Una flessione generata prioritariamente dalle destinazioni regionali che, presentando un elevato livello di internazionalizzazione turistica, risentono più delle altre della rilevante contrazione dei turisti stranieri. Analizzando, in particolare, il quadro per singolo sistema turistico regionale emerge che il Veneto, con un tasso di internazionalizzazione pari al 65,3%, avrebbe ridotto gli arrivi di 9,3 milioni (-63,3% rispetto al 2019) e le presenze di 35,6 milioni (-65,1% rispetto al 2019). A seguire, in valore assoluto, Lombardia con una contrazione pari a 6,6 milioni di arrivi (-55,8%) e 16,4 milioni di presenze (-57,4%), Toscana con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-59,2%) e 21,7 milioni di presenze (-60,7%), Lazio con una riduzione pari a 4,8 milioni di arrivi (-54,7%) e 15,2 milioni di presenze (-55,8%) e l’Emilia Romagna con una riduzione pari a 4,6 milioni di arrivi (-52,4%) e 18,1 milioni di presenze (-55,6%). Da evidenziare che, in chiave percentuale, è la Sicilia a presentare tra i “conti più salati”, preceduta solo dal Veneto: -2,2 milioni di arrivi e – 6,8 milioni di presenze con un calo rispettivamente pari al 59,9% e al 61% rispetto ai primi otto mesi del 2019. Il quadro qui raccontato è davvero devastante sotto tutti i profili, e diventa quasi impossibile immaginare per l’Italia una crescita in positivo nei prossimi anni.(b.n.)


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