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La Juventus supera il Cagliari e conserva il primo posto a quota 45.
La Juventus supera il Cagliari e conserva il primo posto a quota 45.
di Maurizio Bristrusso
Finisce 4-0 una partita dove i rossoblù sono sembrati i lontani parenti della squadra ammirata nelle prima parte del girone di andata. E se nei primi quarantacinque minuti i cagliaritani erano riusciti a mantenere il risultato sullo 0-0, difendendosi con attenzione, nella ripresa è bastato un errore e un calo di concentrazione per spianare la strada e far calare il poker agli uomini di Sarri. Dopo il gol del vantaggio siglato da Ronaldo, su errore dei due centrali difensivi, in particolare per un passaggio approssimativo di Klavan, in fase di uscita, non c’è stata più partita. Il Cagliati è sparito. La Juventus è salita in cattedra e per Nainggolan e compagni, sovrastati sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico-tattico è scesa la notte. È noto a tutti che per competere con squadre di questo livello occorre disputare la partita perfetta. Al Cagliari il compito non è riuscito. A parte la condizione atletica deficitaria di alcuni rossoblù, i campioni d’Italia, con una disposizione accorta e ben studiata nei minimi particolari da Maurizio Sarri, hanno dimostrato di essere più forti e di avere alternative e qualità. Il tecnico juventino ha preparato la partita con grande attenzione e ha mantenuto la squadra corta e sempre molto alta con un pressing asfissiante che ha messo in difficoltà i rossoblù. Giocate a due tocchi e intensità in ogni zona del campo per impedire le ripartenze dei rossoblù e le verticalizzazioni in velocità . Gli uomini di Maran non sono quasi mai riusciti a superare il primo pressing e rendersi pericolosi. Il centrocampo del Cagliari, punto di forza per qualità tecnica dei giocatori e la velocità e il dinamismo di alcuni dei suoi protagonisti, non ha funzionato. Nandez, Rog, Cigarini e Nainggolan sono apparsi in difficoltà e in una condizione atletica approssimativa. I protagonisti di mille battaglie oggi non si sono fatti trovare pronti, hanno perso tutti i duelli individuali e sono stati sovrastati fisicamente. Queste difficoltà oggettive, in una zona nevralgica del campo, hanno determinato una condotta fin troppo passiva e decisamente rinunciataria della squadra. Il 4-0 è stato l’inevitabile conseguenza di quanto si è visto nel rettangolo di gioco e non ammette discussioni. Nel corso della gara solo in tre occasioni la squadra rossoblù si è affacciata nell’area di Szczesny. Prima Nainggolan, nel primo tempo, con un tiro alle stelle, poi Simeone e Joao Pedro, nella ripresa, hanno colpito i legni della porta del numero uno polacco. Poi zero assoluto. Troppo poco per impensierire i bianconeri. Per il Cagliari è la terza sconfitta consecutiva. La prima davvero molto pesante, difficile da accettare, che ci riporta indietro nel tempo e che si spera venga superata dal gruppo senza ulteriori danni. In una stagione lunga è inevitabile convivere e gestire momenti negativi. Sono aspetti che fanno crescere e migliorano le conoscenze e lo spessore del gruppo. Ora occorre restare compatti e lavorare sulla testa dei giocatori. Alcuni dei protagonisti sembrano accusare un calo fisico importante. Ci può stare ma dopo la pausa le aspettative erano altre. Ora occorre reagire e rimettere le cose a posto. Il Cagliari ha dimostrato di poter giocare a testa alta contro qualsiasi squadra e di meritare quanto fin qui ottenuto in campo. Ma non può e deve abbassare la guardia. Dopo la partita disputata a Lecce c’e il rischio che il giocattolo si sia rotto. Quei cinque minuti di follia che avevano trasformato una vittoria in una quasi sconfitta , provocato l’espulsione di Olsen, costata quattro giornate, hanno interrotto la striscia positiva della squadra rivelazione del torneo e hanno aperto una ferita profonda. I rossoblù sembrano aver perso le certezze acquisite e la consapevolezza di poter fare da guasta feste in casa di chiunque. La crescita del gruppo e la dimensione della squadra passa anche attraverso esperienze di questo tipo. Nell’anno del centenario è importante crederci e ritagliarsi uno spazio importante. Il Cagliari deve riprendere la sua corsa ripartendo dalla partita disputata a Bergamo contro l’Atalanta. Forse la migliore del girone di andata. Quella era un’altra squadra. Ma lo deve fare con umiltà, con carattere e la giusta determinazione per ritrovare entusiasmo e poter riprendere a sognare senza guardarsi indietro. Sabato prossimo a Cagliari, al Sardegna Arena, arriva il Milan di Ibrahimovic. La voglia di riscatto e le motivazioni non mancheranno di certo. C’è tanta rabbia in tutto l’ambiente e ora non si può più sbagliare. La striscia negativa può e deve restare solo una parentesi in una stagione che fino ad oggi sta regalando soddisfazioni. Il sesto posto e i 29 punti conquistati non possono essere frutto del caso. Ma per festeggiare ci sarà tempo.