Unical, la laurea ai tempi del Coronavirus, 7 neo dottori in Chimica discutono la propria tesi via Skype.

Università della Calabria, Aurelio Spinoso si laurea in Chimica in diretta streaming con la Commissione di esame, collegata dal Campus universitario di Arcavacata, e con lui i primi sette dottori “figli della pandemia”

di Pino Nano
Venerdì 27 Marzo 2020
Cosenza - 27 mar 2020 (Prima Pagina News)

Università della Calabria, Aurelio Spinoso si laurea in Chimica in diretta streaming con la Commissione di esame, collegata dal Campus universitario di Arcavacata, e con lui i primi sette dottori “figli della pandemia”

Il Coronavirus detta legge anche per le Università, e per gli studenti che devono affrontare l’esame finale di Laurea. È accaduto per la prima volta in Italia questa mattina all’Università della Calabria, e i primi a laurearsi via Skype sono stati sette neo dottori in chimica discutendo la propria tesi finale in diretta streaming e on line direttamente da casa propria.

Per ovvi motivi, non avendo noi ancora il dono dell’ubiquità o della bilocazione, per forza di cose dovevano scegliere di seguire l’esame di solo uno di loro, e abbiamo scelto di farlo a casa di Aurelio Spinoso (nella foto in alto) , appena vent’anni, una grande passione per la musica rock, e un futuro ancora tutto da vivere – ci confessa lui- “in qualche grande laboratorio di ricerca dovunque nel mondo”. Questo è almeno il suo sogno segreto.

E comunque, Aurelio passerà alla storia dell’Università della Calabria per essere stato il primo dottore laureatosi “ai tempi di Coronavirus”. Laurea in Chimica, voto abbastanza alto, 97 su 100, standosene tranquillamente seduto a casa propria, in collegamento on line con la sua commissione di Laurea, e discutendo la sua tesi via Skype con il relatore, il prof Antonio De Nino, che nei fatti è anche il Direttore di uno dei più prestigiosi laboratori di ricerca dell’Unical, il LabOrSy, sta per “Laboratorio di Sintesi Organica e Preparazioni Chimiche” Emozionato? “Dire emozionato – risponde Aurelio- è troppo poco, la parola più giusta è: emozionatissimo”.

E non solo perché questo è il “giorno più importante” della vita di un ragazzo come lui, ma soprattutto perché il giorno della sua laurea potrebbe accadere di tutto, il suo esame finale è appeso alla rete on line, e la discussione che ha preparato in questi mesi con tutte le sue slides potrebbe dover fare i conti con le mille difficoltà tecniche che spesso e volentieri la rete ci riserva.

E invece, oggi per fortuna è filato tutto liscio, e nella sua stanzetta al quarto piano di Via Panebianco a Cosenza, proprio alle spalle del Tribunale della città, dove Aurelio vive con mamma e papà, ad un certo punto sono arrivati e sono rimbombati per l’aria anche gli applausi finali dei professori che lo hanno interrogato. Dopo Aurelio Spinoso è toccato al resto del suo gruppo storico, Manuel Rotundo, Francesco Fioravanti, Simona Ciurciù, Federica Meringolo, Alessia Fata e Paola Rotundo.

Al centro dello schermo con cui Aurelio “parla” e discute c’è schierata al completo tutta la sua Commissione di Laurea, il presidente di Commissione la professoressa Alessandra Crispini, e accanto a lei i professori Antonio De Nino, Loredana Maiuolo, Emilia Furia, Antonio Tagarelli e Iolinda Aiello. Il Coronavirus ci proietta dunque in una dimensione onirica, che fino a qualche mese ritenevamo inimmaginabile e impossibile da vivere.

La Commissione di Laurea sta questa volta dall’altra parte dello schermo, o meglio sta sullo schermo di un leggerissimo pc portatile, che è il pc personale di Aurelio, non più quindi dall’altra parte di una cattedra ed in uno spazio comune, ma questa volta dall’altra parte dell’etere, chissà dove.

Certo, nel nostro caso la Commissione di Esame finale stava nel cuore del Campus universitario di Cosenza, ma in situazioni diverse avrebbe potuto anche essere in Florida o da qualunque altra parte del mondo. Che meraviglia.

Una vera e propria rivoluzione. Senza Coronavirus non saremmo mai arrivati fino a tanto. Hanno ragione gli antropologi e i sociologi quando ci avvertono che dopo il Coronavirus “Niente sarà più come prima”. Un’ultima cosa ancora.

Avevamo dimenticato di dirvi quale fosse il titolo della tesi del dottor Aurelio Spinoso: “Sintesi e caratterizzazione di cellulosa funzionalizzata: proprietà di adsorbimento e preparazione di materiali compositi”, materia e argomento, insomma, di non facile digeribilità assicurano gli esperti. Ma vale però la pena di dirvi dove il neo-dottore Aurelio Spinoso ha realizzato le sue prime ricerche importanti.

Lo ha fatto all’interno di questo meraviglioso laboratorio che si chiama LabOrSy, presente da circa un ventennio presso il Dipartimento di Chimica prima, e oggi nel Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche (CTC). Un laboratorio fortemente voluto vent’anni fa dal relatore della tesi di laurea di Aurelio, il prof Antonio De Nino, e che da sempre opera nel campo della sintesi e delle preparazioni organiche ed è vocato soprattutto alla ricerca nell’ambito di innovative metodologie sintetiche ecocompatibili, nella sintesi di molecole farmacologicamente attive, nella preparazione di composti organici ad alto valore aggiunto e nella formazione avanzata di laureandi, dottorandi di ricerca e assegnisti di ricerca. Per capire del livello altissimo di cui stiamo parlando, vi aggiungiamo che nell'ambito di vari progetti i ricercatori del LabOrSy collaborano attivamente con diversi gruppi italiani e stranieri (con la Prof.ssa Olga Bortolini-Università di Ferrara, con il Prof. Antonio Procopio Università della Magna Graecia-CZ, con il Prof. Riccardo Gavioli-Università di Ferrara, con il Prof. Pedro Merino-Università di Saragozza-Spagna.

E alcune di queste iniziative hanno portato alla sintesi di molecole attive biologicamente in vitro nei confronti di tumori solidi come quelli all'ovaio e al colon. Come dire? Siamo ad alti livelli della ricerca scientifica.

Peccato che da domani il dottor Aurelio Spinoso, anche lui purtroppo, lascerà per sempre questo laboratorio. Lascia la Calabria a va a Bologna, raggiunge il fratello più grande, per fare la specialistica con lui, all’Alma Mater, e poi? Chissà dove, dove la vita e il lavoro porterà tutti e due. Perché anche suo fratello è un chimico come lui.

Ma il bello è proprio questo forse, non sapere mai cosa succederà domani. Non credete? In bocca al lupo ai nuovi dottori.


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