Viterbo: avviata sperimentazione sulla memoria cellulare da Sars-Cov-2
Il progetto inaugura una nuova divisione di ricerca dedicata al Covid-19 all'interno del Centro Polispecialistico Giovanni Paolo I
(Prima Pagina News)
Lunedì 23 Novembre 2020
Roma - 23 nov 2020 (Prima Pagina News)
Il progetto inaugura una nuova divisione di ricerca dedicata al Covid-19 all'interno del Centro Polispecialistico Giovanni Paolo I
Cresce sempre di più l'impegno nella ricerca scientifica a Viterbo grazie alla proficua collaborazione tra pubblico e privato. È stato lanciato un progetto di ricerca, approvato dal Comitato Etico dell’Ospedale Spallanzani di Roma, di importante rilevanza scientifica nell’ambito di un protocollo d’intesa fra il Centro Polispecialistico Giovanni Paolo I di Viterbo e il Dipartimento Dibaf dell’Unitus- Università della Tuscia.

Il lavoro ha avuto l'obiettivo di valutare la presenza di anticorpi contro il Sars-Cov-2 e la relativa memoria immunologica delle cellule che li producono attraverso un’analisi più approfondita delle cellule di persone che, in alcuni casi sono risultate negative al test sierologico, ma hanno comunque contratto il virus.

Il gruppo di ricerca è stato coordinato dal Prof. Giuseppe Scapigliati dell’Unitus, noto in ambito internazionale per le ricerche nell’immunologia comparata e conosciuto per le sue spedizioni scientifiche in Antartide. Fanno parte dell’equipe di ricerca tre professionisti ed ex studenti dell'Ateneo a testimonianza di una collaborazione scientifica ancor più significativa e legata al territorio: il Dott. Gianpaolo Zarletti e il Dott. Massimo Tiberi titolari e fondatori i del Centro Polispecialistico Giovanni Paolo I, importante punto di riferimento di diagnostica nel territorio della Tuscia, insieme alla Dott.ssa Veronica De Molfetta stimata professionista da anni impegnata nelle Scienze dell’alimentazione e nella Nutrizione.

Il lavoro scientifico

"I risultati preliminari ottenuti nella ricerca indicano che in alcuni casi, in cui non si rilevano anticorpi circolanti in sierologia, si può verificare una positività in un sistema cellulare, che sembrerebbe consentire un monitoraggio degli anticorpi specifici prodotti in vitro contro il virus- commenta il Professor Giuseppe Scapigliati del Dibaf Unitus - Il test delle cellule, denominato Cell-ELISA, è basato sulla presenza di linfociti della memoria che producono anticorpi, e potrebbe divenire utile-prosegue il professor Scapigliati- per identificare quelle persone che hanno incontrato il virus, ma possono risultare negative al test sierologico a causa di anticorpi circolanti non più rilevabili. Una volta che i risultati preliminari pubblicati saranno estesi ad una casistica più ampia, il monitoraggio incrociato fra il Tampone, il Sierologico e Cell- ELISA, potrà essere di aiuto per valutare la durata nel tempo della memoria anticorpale per il virus SARS-CoV- 2”.

Il progetto avviato da Unitus e Centro Polispecialistico ha come obiettivo di valutare la presenza nei globuli bianchi della memoria immunologica verso SARS-CoV-2. Tramite un monitoraggio incrociato con Tampone, Sierologico e metodo cellulare si valuta la presenza di anticorpi contro questo virus. Il lavoro effettuato tramite il monitoraggio incrociato suddetto può estendere le analisi sierologiche, infatti i risultati preliminari delle indagini, pubblicati nella rivista scientifica "Viruses" sono incoraggianti e stimolano a procedere per definirne la specificità e l'affidabilità in vista di una loro possibile applicazione nel campo diagnostico. Il fulcro e l'obiettivo della ricerca pubblicata sta nella valutazione della memoria immunologica verso Sars-cov-2 - aggiunge il dottor Gianpaolo Zarletti co-fondatore del "Giovanni Paolo I"- attraverso un test cellulare abbiamo potuto osservare che i linfociti B stimolati in vitro con la proteina spike del SARS-CoV-2 hanno prodotto anticorpi anche in alcuni pazienti il cui siero era risultato negativo.

La ricerca, approvata dal Comitato Etico dell’Ospedale Spallanzani di Roma, si avvale anche di collaborazioni con ricercatori esterni all’Ateneo della Tuscia per l’analisi dei dati clinici.

Il progetto può essere consultato qui.

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