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Un grande evento, per la storia de “La Civiltà Cattolica”, l’incontro concesso al Quirinale dal Capo di Stato al Collegio degli Scrittori della storica rivista diretta dal gesuita Padre Antonio Spadaro.
Un grande evento, per la storia de “La Civiltà Cattolica”, l’incontro concesso al Quirinale dal Capo di Stato al Collegio degli Scrittori della storica rivista diretta dal gesuita Padre Antonio Spadaro.
170 anni di vita, e di parole scritte. Un vero e proprio record per una rivista. “Dal 1850 scriviamo di cultura, teologia, filosofia, storia, sociologia, economia, politica, scienze, letterature, arte, cinema”. Fa ancora eco nel mondo dell’editoria italiana l’incontro che il Capo dello Stato ha avuto con il corpo redazionale di Civiltà Cattolica.
Qualche giorno fa, infatti, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale, in occcasione del 170° anniversario della sua fondazione, il Collegio degli Scrittori de “La Civiltà Cattolica” .
A guidare la delegazione della rivista non poteva che esserci lui, lo storico e instancabile Direttore Responsabile del giornale, il gesuita Padre Antonio Spadaro.Alla cerimonia era anche presente il Preposito Generale dei Gesuiti, Arturo Sosa. “Non è la prima volta- ricorda Padre Antonio Spadaro che noi scrittori della rivista incontriamo il Capo dello Stato.
Il 21 maggio 2015 il Presidente venne a trovarci nella nostra casa. Ricordiamo quel momento con grande affetto e gratitudine. Ci ha poi accolti al Quirinale il 16 febbraio 2017, per celebrare la pubblicazione del numero 4000 della rivista, con una conversazione ampia e profonda”. Siamo affezionati al Presidente- sottolinea ancora il direttore della rivista- “perché consapevoli dell’importanza e della delicatezza del suo ruolo istituzionale.
Per noi rappresenta l’Italia, il nostro amato Paese. In particolare sentiamo profonda gratitudine per la sua energica difesa della Costituzione” La Civiltà Cattolica compie dunque 170 anni, ed è la più antica di tutte le riviste italiane ancora attive. È stata fondata a Napoli –ricordiamo- da un gruppo di gesuiti italiani e il primo numero è stato stampato il 6 aprile 1850.
Scorrendo le annate de La Civiltà Cattolica, dato il suo carattere di rivista di attualità, si può avere un panorama abbastanza completo delle vicende religiose e politiche italiane (e in misura più limitata, mondiali) dal 1850 a oggi «dal punto di vista cattolico». Inoltre, la testata –leggiamo su una nota pubblicata dallo stesso sito on line della rivista- “ha accompagnato la storia d’Italia dal suo nascere a oggi”.
“Ho detto al Presidente- dice Padre Antonio Spadaro- che sebbene nel 1850 la sede della rivista fosse Napoli, i gesuiti della rivista aspiravano ad essere considerati indigeni e naturali, così scrivevano, in tutte le altre città.
Queste parole indicano una chiara tenzione internazionale, capace di scavalcare le frontiere degli Stati”. Oggi la rivista -aggiunge padre Spadaro- viene pubblicata in Italiano, ma anche in inglese, francece, coreano e cinese.
Il gruppo degli scrittori include anche corrispondenti da tutto il mondo. Al Capo dello Stato padre Antonio Sapadaro ha detto con estrema chiarezza: “La Civiltà cattolica vuole essere internazionale, ma da Roma, da questa città così peculiare e unica che aspira a diffondere il senso di una universalità che non è riconducibile alla globalizzazione.
Da Roma la nostra rivista assume quelle particolari asprazioni che poi fecondarono l’Italia nel mondo”. “Papa Francesco- aggiunge lo storico direttore responsabile della rivista- inviandoci un messaggio per il nostro anniversario ha affermato che “si sentono salire dalle pagine le voci di tante frontiere che si ascoltano”.
E la pandemia -commenta il famoso gesuita- “ci ha confermato in maniera paradossale che il mondo è unito, e che le barriere sono di cartapesta. Le frontiere portano voci che devono ascoltarsi reciprocamente”. “A Sergio Mattarella – ricorda padre Sapadaro- abbiamo ribadito che le sfide che abbiamo davanti sono tante.
Lo stesso Pontefice nel suo messaggio ci ha spronati così “Fate discernimento sui linguaggi, combattendo l’odio, la meschinità e il pregiudizio. Il nostro giornalismo combatte le parole d’odio, le parole non sono pietre da scagliare.
Ed escludiamo ogni pretesa a una Civiltà Cattolica possa costruirsi incurante della pluralità delle idee. Escludiamo pure la pretesa che i cattolici possano e debbano costruire la civiltà da soli, senza il contributo di chi porta valori diversi , ma validi perché umani”. Magistrale lezione di giornalismo moderno.
Ma padre Sapadaro va ancora oltre e ricorda che “La conversazione, avuta con il Presidente Mattarella nel 2017, ci ha insegnato che l’Italia è piena di energie positive, e di tante persone che si impegnano con consapevolezza per il bene comune.
Al Capo dello Stato abbiamo assicurato il 9 luglio di quest’anno, 2020, che intendiamo essere tra queste persone che si impegnano con consapevolezza per il vene comune, pur con tutti i nostri limiti. Vogliamo tenere alta la comune sensibilità democratica, per restare fedeli ai principi che ispirano la nostra convivenza ,contibuendo alla vita del nostro Paese, e a mantenere solido il tessuto culturale”.
Ma torniamo alla storia della rivista. Ispiratore e primo direttore della rivista fu il padre Carlo Maria Curci, ma a volerla fu soprattutto papa Pio IX (in quel momento esule a Gaeta). L’idea che spinse alla fondazione della rivista fu quella di difendere «la civiltà cattolica», come allora la si concepiva, minacciata dai nemici della Chiesa, in particolare dai liberali e dai massoni, che andavano ispirando molte linee portanti dell’Italia risorgimentale.
La nuova rivista, a cui collaboravano uomini di grande valore, come il padre Luigi Taparelli d’Azeglio (fratello di Massimo), il padre Antonio Bresciani, il padre Matteo Liberatore, ebbe subito un notevole successo. Del primo fascicolo, stampato in 4.200 copie, si dovettero fare ben sette successive edizioni.Dopo quattro anni la tiratura salì a 13.000 copie: numero notevole per l’epoca, tanto che il tipografo dovette acquistare in Inghilterra una «macchina celere» in sostituzione di quella per la stampa a mano.
“La rivista - sottolineano in redazione- è scritta soltanto da gesuiti (tranne che per le recensioni) e segue dalla fondazione lo stesso metodo redazionale. La Civiltà Cattolica infatti è nata e resta come opera non di singoli scrittori, ma di un gruppo di gesuiti, il «Collegio degli Scrittori»: tutti i redattori della rivista, insieme col direttore, che è designato dal Superiore Generale della Compagnia col beneplacito della Santa Sede, sono corresponsabili in solidum di tutto ciò che si pubblica in essa”.
Questo è l’attuale corpo redazionale della rivista: Antonio Spadaro (direttore); Giovanni Cucci ; Diego Fares; Giancarlo Pani (vicedirettore); Domenico Ronchitelli (caporedattore); Giovanni Sale ; e Claudio Zonta. Gli scrittori emeriti sono invece Padre Federico Lombardi; Giandomenico Mucci;e GianPaolo Salvini. Oltre un secolo e mezzo fa, ricorda il Papa, “il beato Pio IX chiese alla Compagnia di Gesu’ di fondare ‘La Civiltà Cattolica’. Da allora essa accompagna fedelmente il Papa. Grazie per l’aiuto che offrite anche a me. Continuate a vivere la dinamica tra vita e pensiero con occhi che ascoltano, sapendo che la “Civilta’ cattolica” è quella del buon samaritano”. Nel messaggio scritto di proprio pugno a padre Antonio Spadaro per i 170 anni della rivista, Papa Francesco diceva :“ Oltre un secolo e mezzo fa, il beato Pio IX chiese alla Compagnia di Gesu’ di fondare ‘La Civiltà Cattolica’. Da allora essa accompagna fedelmente il Papa. Grazie per l’aiuto che offrite anche a me.
Continuate a vivere la dinamica tra vita e pensiero con occhi che ascoltano, sapendo che la “Civilta’ cattolica” è quella del buon samaritano.
Vi auguro – aggiungeva il Santo Padre- di essere creativi in Dio esplorando nuove strade, anche grazie al nuovo respiro internazionale che anima la rivista. Fate discernimento sui linguaggi, combattete l’odio, la meschinità e il pregiudizio. E soprattutto non accontentatevi di fare proposte di rammendo o di sintesi astratta: accettate invece la sfida delle inquietudini straripanti del tempo presente, nel quale Dio è sempre all’opera” 170 anni di lunga vita dunque, anzi forse molto di più, 170 anni di vita gloriosa, per mille motivi diversi, se non altro per il ruolo-guida che la rivista ha avuto per tutto il mondo cattolico da quando è nata.
Buon lavoro ancora, Direttore, e “Ad maiora semper”.
ASCOLTA LA VOCE E IL COMMENTO DI PADRE ANTONIO SAPADARO SULL'INCONTRO AVUTO CON IL CAPO DELLO STATO