“Ho scelto metà del cognome di mia madre, e Monica mentre ero al tavolino di un bar vicino Piazza Bologna, dove abitavo. Mi sono messa lì e ho cominciato con un foglietto a fare vari nomi. Monica perché l’avevo sentito da qualche personaggio alla radio probabilmente. E poi perché mi sembrava che nel nome e nel cognome dovesse esserci qualcosa che doveva far ricordare di me”.
Inizia dalla scelta del nome l’intervista di Enzo Biagi a Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, in “III B: facciamo l'appello”, che Rai Cultura ripropone giovedì 2 febbraio alle 16 su Rai Storia, per un omaggio alla grandissima attrice, a un anno dalla morte.
Un’intervista in cui la Vitti si racconta tra vita privata, passione per il suo lavoro e impegno per i diritti delle donne.
A seguire, lo Speciale di Caterina Intelisano “Monica Vitti, che cos’è un’attrice”, ripercorre la sua carriera attraverso interviste e immagini di repertorio di sue apparizioni in trasmissioni tv come “Studio Uno”, “Serata d’onore”, “Milleluci”, “Canzonissima”, e di backstage di film come “La ragazza con la pistola”, “Deserto rosso”, fino a “Flirt”, uno dei suoi ultimi lavori.
“Monica Vitti, sono un'attrice” - di Nicoletta Leggeri, di Maria Cristina Pilli e Viviana Pregadio – ripropone, infine, immagini di repertorio dell’attrice tratte da trasmissioni tv: da “Studio Uno” del 1966 con Lelio Luttazzi, all’incontro con Papa Giovanni Paolo II; dalla consegna del Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia del 1995 a “Che combinazione”, in cui l’attrice scherza con Don Lurio.
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