La Cina emette un documento ufficiale: a Taiwan non sarà ammesso alcun separatista
Il documento illustra come la Cina intenda rivendicare Taiwan attraverso una serie di incentivi economici e pressioni militari.
di Francesco Tortora
Mercoledì 10 Agosto 2022
Dal nostro corrispondente a Bangkok - 10 ago 2022 (Prima Pagina News)
Il documento illustra come la Cina intenda rivendicare Taiwan attraverso una serie di incentivi economici e pressioni militari.

La Cina ha giurato oggi tolleranza zero per le "attività separatiste" a Taiwan e ha ribadito che, se necessario, prenderà l'isola autogovernata con la forza. 

L'avvertimento di Pechino, che considera Taiwan un suo territorio, è arrivato dopo giorni di esercitazioni militari cinesi senza precedenti intorno all'isola, provocate dal viaggio della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. 

La settimana scorsa Pelosi è diventata il più alto funzionario statunitense a visitare Taiwan da decenni a questa parte, nonostante le forti minacce della Cina, che cerca di tenere Taipei isolata sulla scena mondiale. 

L'Ufficio cinese per gli affari di Taiwan ha pubblicato mercoledì un libro bianco che illustra come intende rivendicare l'isola attraverso una serie di incentivi economici e pressioni militari. 

"Siamo pronti a creare un ampio spazio per una riunificazione pacifica, ma non lasceremo spazio ad attività separatiste in nessuna forma", si legge nel libro bianco. 

La Cina "non rinuncerà all'uso della forza e si riserva la possibilità di adottare tutte le misure necessarie". 

Tuttavia, ha aggiunto: "Saremo costretti a prendere misure drastiche solo per rispondere alle provocazioni di elementi separatisti o di forze esterne, se mai dovessero oltrepassare le nostre linee rosse". 

L'ultima volta che la Cina ha pubblicato un libro bianco su Taiwan è stato nel 2000. 

Dalla fine degli anni Novanta, l'isola si è trasformata da autocrazia a vivace democrazia ed è emersa una distinta identità taiwanese. 

Le relazioni tra le due parti sono notevolmente peggiorate da quando Tsai Ing-wen è diventata presidente nel 2016. 

Tsai e il suo Partito Democratico Progressista non considerano Taiwan parte della Cina. 

La loro piattaforma rientra nell'ampia definizione cinese di separatismo taiwanese, che include anche coloro che sostengono che l'isola abbia un'identità separata dalla terraferma. 


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