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In queste ore – dice il prof. Elio Vitale, cardiologo molto famoso in servizio alla Clinica Parioli di Roma- stiamo cercando di capire cosa fare per evitargli ulteriori problemi. Molto probabilmente dovrò applicarli un pacemaker per aiutare il suo cuore a pulsare meglio.
Ma lui è perfettamente lucido e in perfettamente consapevole delle sue condizioni di salute. Riesce anche a sorridere di questo suo stato fisico, e soprattutto riesce a raccontare aneddoti della sua vita professionale che sanno di storia italiana vissuta e soprattutto di grandi protagonisti incontrati lungo il percorso della sua lunga carriera giornalistica. Considero un privilegio averlo conosciuto, incontrato, e ora doverlo assistere nel momento forse più delicato della sua vita da centenario”.
In realtà dietro l’immagine serena e tenerissima di questa che vedete qui foto in alto, si nasconde la vita affascinante e anche avventurosa del decano dei giornalisti italiani, certamente il giornalista più vecchio d’Italia, Franco Monaco, che a 106 anni è ancora in grado di sorridere alla vita e di prendere in giro il suo cardiologo di fiducia.
Giornalista e scrittore di lunga data, Franco Monaco, è nato in Calabria, a Spezzano della Sila 106 anni fa, esattamente il 21 novembre 1915. La sua storia sembra quasi una favola.
Laureato in Legge all'Università La Sapienza di Roma, rimarrà alla storia per essere stato in passato un grande protagonista dell’equitazione nazionale. Sull'altopiano della Sila ha infatti partecipato alle famosissime gare ippiche organizzate, in quegli anni, dal Direttore del Deposito Stalloni, di Santa Maria Capua Vetere, un ente impegnato nel miglioramento della razza equina italiana.
Non solo, ma dal 2002 al 2008 ha partecipato, alla guida della sua Maserati, anche alle gare di regolarità su vari circuiti, organizzate dal Club Maserati del quale era presidente il costruttore De Tomaso. Gli faceva da "Navigatore" la moglie Margherita. Brillantissima carriera professionale alle spalle.
Dal 1938 al 1941 è stato redattore del settimanale degli Universitari romani Roma Fascista, con l'incarico di critico cinematografico. Il suo primo articolo è stato dedicato al "Dottor Jeckill". Nel 1941 redattore de Il Giornale d'Italia, diretto da Virginio Gayda, portavoce ufficioso del Capo del Governo per la politica estera.
Dopo il servizio militare, come ufficiale in un Battaglione costiero e poi nel reggimento di cavalleria "IX Lancieri Firenze", ha ripreso il lavoro di giornalista. Dal 1945 al 1947 è stato redattore de La Tribuna del Popolo con incarichi vari: critico cinematografico; titolare della rubrica quotidiana Una al giorno, poi cambiata in Allegretto; inviato per servizi speciali.
Nel 1948 Gerente Responsabile de L'Ora d'Italia, quotidiano fondato da Emilio Patrissi, parlamentare staccatosi dall' Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini. Dal 1950 al 1980 ha lavorato all'Enit (Ente Nazionale Italiano Turismo) con incarichi di vertice: Redattore Capo del Notiziario Turistico Italia; quindi, Direttore Responsabile della rivista L'Italia e Capo Ufficio della Presidenza.
In questo periodo – si legge nella sua biografia ufficiale- ha letteralmente "rastrellato" l'Italia, percorrendola in lungo e in largo per documentarne le attrattive, e farle conoscere all'estero, con articoli e con servizi fotografici.
Ha viaggiato in auto e in treno, sempre munito di due macchine fotografiche, una Leica e una Rolleiflex. Nel 1956 ha fatto materia di lavoro turistico perfino il suo viaggio di nozze, servendosi della moglie per animare immagini fotografiche di Ansedonia, di Orbetello, della Grotta della Bàsura, del Giardino Hambury, di San Remo e di San Romolo, di Portofino e di altre località della Liguria.
Da giornalista diventa anche scrittore affermato. Nel periodo 1950-1980 ha, inoltre, pubblicato diversi libri di carattere turistico. Nel 1957 è stato collaboratore della Rai. Nel 1963 ha creato l'Agenzia giornalistica Italia Notizie e nel 1987 l'Agenzia giornalistica Documenti Italia, ambedue tuttora attive con periodicità settimanale. Dal 1967 al 1973 è stato collaboratore turistico del Giornale d'Italia.
Concluso nel 1980 il lavoro all'Enit, Franco Monaco si è dedicato interamente al quotidiano Linea (organo del Movimento Sociale Fiamma Tricolore fondato da Pino Rauti), pubblicandovi centinaia di articoli e le rubriche "Italiani discutibili", medaglioni di centinaia di italiani d'oggi, e "Italia così", seguiti poi dalla rubrica bisettimanale "Parliamoci chiaro" nella quale ha messo a fuoco personaggi e situazioni paradossali della mediocre realtà nazionale odierna.
Dal 1974 al 1994 ha invece pubblicato una serie di libri di carattere politico, pur rimanendo assolutamente fuori del Palazzo. Anzi Monaco -lo confessa candidamente lui stesso- è forse l'unico giornalista che non ha mai messo piede né a Palazzo Chigi, né a Montecitorio, né a Palazzo Madama.
Ricoverato da qualche giorno a Roma nella Clinica Parioli è curato da un medico calabrese, il Prof. Elio Vitale, famoso cardiologo italiano, che lo segue con una passione e un amore quasi filiale. Di lui il prof. Elio Vitale dice “Un professionista straordinario” che ricorda mille dettagli del passato e che è perfettamente consapevole di essere stato un grande protagonista della storia del giornalismo italiano.
Tra qualche giorno forse gli applicherò un pacemaker e poi lo rimanderò a casa a riposare, in attesa -è il caso di dire- del suo prossimo “articolo firmato”. E della cosa, conoscendo la verve caratteriale del grande cronista di un tempo- non si meraviglierebbe proprio nessuno.