Camera, Meloni: "Raccontare che lasciamo morire i bambini in mare è una calunnia"
Approvata la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della premier, in vista del Consiglio Europeo.
(Prima Pagina News)
Mercoledì 22 Marzo 2023
Roma - 22 mar 2023 (Prima Pagina News)
Approvata la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della premier, in vista del Consiglio Europeo.
La Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della premier, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio Europeo.

Il testo, che ricalca quello sottoposto all'esame del senato, stabilisce l'impegno del governo “a proseguire nell’azione di sostegno all’Ucraina favorendo nel contempo ogni iniziativa finalizzata ad una risoluzione del conflitto nel rispetto del diritto internazionale, lavorando con la comunità internazionale nel quadro delle Nazioni unite”, nonché “a continuare a far fronte alle immediate esigenze per la resilienza dell’Ucraina, assieme agli altri Stati membri dell’Unione europea e a pianificare specifiche iniziative per la ripresa e la ricostruzione del Paese anche nella prospettiva dell’avvio del percorso di adesione all’Unione” e “ad adoperarsi affinché l’avvio di un analogo percorso sia assicurato a Moldova e Georgia e ad intensificare i negoziati per finalizzare l’adesione dei Paesi dei Balcani occidentali”.

Il governo è anche impegnato “a garantire il più ampio supporto alle iniziative volte a perseguire i crimini di guerra e contro l’umanità commessi nel territorio ucraino, agli sforzi volti all’istituzione del più appropriato meccanismo per la punizione del crimine di aggressione e all’azione della Corte penale internazionale”, “a valorizzare pienamente il potenziale del Mercato unico, tutelandone gli aspetti imprescindibili di integrità e parità di condizioni ed a sviluppare politiche funzionali alla competitività internazionale delle nostre imprese interconnesse a quelle europee”, “ad adoperarsi affinché le politiche comuni a tutela della concorrenza assicurino la parità di condizioni e rispettino le specificità dei tessuti economici e sociali dei singoli Stati membri”, “a rimodulare la transizione verde e digitale del nostro tessuto economico, mediante un percorso che sia realmente sostenibile sul piano economico e sociale, basato sul principio di neutralità tecnologica, che tenga conto delle dinamiche di trasformazione dell’industria nazionale e europea, nonché degli effetti sul debito, e sia finanziato da adeguati investimenti con anche risorse europee”, “a garantire l’adeguata considerazione delle specificità degli Stati membri nell’ambito dei più attuali dibattiti europei per il conseguimento della neutralità climatica, quali la rigenerazione in chiave green del patrimonio edilizio e la transizione energetica dell’automotive, tenendo conto dell’esigenza dell’Italia e dell’Europa di realizzare un’efficace autonomia strategica europea, limitando le dipendenze dalle materie prime critiche e dalle tecnologie di Paesi extra-europei”.

Inoltre, il testo prevede l'impegno del governo “ad assumere iniziative per realizzare pienamente la sicurezza e l’indipendenza energetica dell’Italia nel breve e lungo periodo, portando avanti l’obiettivo di trasformare il Paese in hub energetico al servizio dell’Europa; a lavorare insieme agli Stati membri per una riforma del mercato interno dell’energia elettrica che sia equilibrata e capace di promuovere la competitività e la sostenibilità, garantendo prezzi dell’energia più bassi per imprese e famiglie e favorendo gli investimenti nei settori delle energie rinnovabili; dell’innovazione; dell’efficienza e delle infrastrutture”, nonché “a sostenere un negoziato sulla riforma della governance economica che promuova l’adozione di regole chiare e semplici e consenta di individuare percorsi credibili e sostenibili di riduzione del debito e controllo della spesa, affrontando la transizione del 2024 in maniera realistica e con obiettivi raggiungibili e favorendo un approccio orientato alla crescita ed agli investimenti strategici; a valorizzare in sede negoziale le indicazioni contenute negli atti di indirizzo approvati dai due rami del Parlamento italiano; a orientare il negoziato per la riforma della governance economica utilizzando un approccio che tenga conto non solo dei paralleli lavori sul nuovo piano industriale del Green deal e in materia di revisione delle regole sugli aiuti di Stato, ma anche del ricorso all’uso flessibile dei fondi europei, adeguando gli obiettivi della politica di coesione al sostegno di tutti i fattori abilitanti la crescita economica e la competitività del nostro Paese e dell’Europa, a partire dal nostro tessuto industriale”.

Infine, il governo si impegna anche “a ribadire, anche alla luce della tragedia di Cutro, ed al recente scambio di lettere fra il presidente del Consiglio ed i presidenti del Consiglio europeo e della commissione europea, la necessità che l’Unione europea intraprenda una forte azione in materia migratoria, dando rapido seguito alle conclusioni del vertice del 9 febbraio con particolare riguardo alla cooperazione con i Paesi di origine e di transito al fine di prevenire le partenze irregolari, aumentare e garantire rimpatri efficaci e assicurare una lotta senza tregua alle organizzazioni criminali dei trafficanti; a regolamentare i flussi di immigrazione legale verso l’Europa tenendo conto delle quote che ciascuno Stato membro liberamente decide secondo necessità preordinate e definite; a riaffermare la piena disponibilità del governo a favorire un accordo sul nuovo quadro delle regole comuni europee in materia di immigrazione ed asilo, che porti al superamento del ‘principio di Dublino’ ed a un nuovo sistema basato su un adeguato bilanciamento fra i principi di solidarietà e responsabilità”, oltre che “a sostenere l’azione esterna dell’Unione europea nel quadro della Politica europea di vicinato, prestando particolare attenzione al quadrante meridionale, relativo ai paesi del Nord Africa e dell’area saheliana; a rendere, in una cornice multilaterale, prioritario il supporto ad un processo di stabilizzazione dell’area del Mediterraneo allargato, alla luce dei rischi in tema di sicurezza e migrazione. A promuovere partenariati strategici con i paesi africani, che intensifichino nel continente gli investimenti nelle infrastrutture materiali, nell’energia, nell’istruzione, nella digitalizzazione, nella sicurezza, consolidando in tal modo una presenza maggiormente attiva dell’Unione europea che sia nel contempo fattore di stabilizzazione delle pressioni migratorie e di bilanciamento dell’influenza di Stati terzi”.

"Risponderò prevalentemente alle cose che non condivido, cercando di guadagnare tempo perché siamo impegnati al Quirinale sempre in vista del Consiglio Europeo, ma sono molte le questioni che non condivido: dico di più, ho sentito una grande quantità di cose false e la considero una buona notizia" perché "quando c'è bisogno di dire cose che non sono vere evidentemente non si ha molto da dire su quello che vero è. Partiamo dal tema dell'immigrazione, il tema principalmente attenzionato. In ben due interventi dell'opposizione si dice che io ho detto che Cutro è una disgrazia e invece è una tragedia. Avviare una polemica su una cosa che ho ampiamente detto è francamente bizzarra", ha detto la premier nelle repliche alle comunicazioni, per poi ricordare che, in merito al naufragio di Cutro, ha utilizzato le parole "disgrazia" e "tragedia".

"Dal 2013 al 2023 secondo i dati Unhcr, nel Mediterraneo sono morte complessivamente 25.692 persone: sappiamo che il rischio che qualcosa vada storto è insito nelle partenze in sé e infatti è accaduto con tutti i governi.

Sono andata a guardare quale era la percentuale di quanti non si è riusciti a salvare rispetto alle partenze e i dati di questo governo sono i più bassi. Noi siamo quelli che in rapporto agli sbarchi sono riusciti potenzialmente a salvare più persone. I dati smontano una certa propaganda.

Raccontare al cospetto del mondo, di fronte a questo enorme sforzo, che invece lasciamo bambini morire nel Mediterraneo è una calunnia non solo del governo ma nei confronti dello Stato italiano, degli uomini e delle donne delle forze dell'ordine, del nostro intero sistema. O volete dire che ci sono uomini delle forze dell'ordine che non vogliono salvare i bambini per indicazioni del governo?

Siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro a volte fuori dai confini nazionali. Ho sempre configurato il blocco navale come proposta europea in collaborazione con l'autorità libica. Pensate di sapere meglio di me cosa dico e cosa penso? Gli atti lo confermeranno. Io lavoro per un obiettivo di questo tipo, per una missione europea che blocchi le partenze in collaborazione con autorità africane, quindi anche libiche, e con una cooperazione che porti sviluppo", ha continuato.

"Abbiamo già risposto mille volte, se si continuano a dire cose false è difficile. Scusate colleghi, cerchiamo di essere all'altezza del compito. Ho sentito dire, mi pare da Bonelli, che abbiamo negato che Frontex avesse fatto una segnalazione sulla presenza dei migranti. Non l'abbiamo mai negato, il governo ha detto che la segnalazione di Frontex era di polizia, della presenza della nave ma non della situazione di difficoltà. È la vostra versione che non torna, non la nostra. Spero si possa andare avanti per cercare insieme delle soluzioni. Il regolamento di Dublino va rivisto ma continuo a segnalare sommessamente che non è una soluzione per l'Italia.

Immagino che sappiate che si riferisce a chi ha ragionevolmente la possibilità di avere una protezione internazionale, ma la percentuale che arriva da noi è una minoranza. Anche quando dovessimo arrivare ad ottenere di più su Dublino il tema del 70-80% di chi arriva da noi e rimane senza risposte e soluzioni rimane. Credo che serva un approccio più globale che non possa prescindere dal dialogo con i paesi africani", ha detto ancora Meloni.

Per quanto riguarda il tema della mobilità, il deputato di Avs Angelo Bonelli ha detto alla premier che "l'attacco al regolamento sull'auto è sul perché danneggerà l'economia. È una bugia in primis perché dopo il 2035 le auto a motore endotermiche potranno continuare a circolare, ma comunico alla presidente, che tutte le industrie automobilistiche del mondo hanno deciso di produrre solo elettrico: chi nel 2030 e chi nel 2035. Stellantis 2030, Volvo 2030. Se fosse per questo governo ci sposteremmo ancora con il calesse trainato dai cavalli".

"Dite che volete la neutralità tecnologica e proponete l'uso dei biocarburanti e dei carburanti sintetici. Ma sapete di cosa state parlando ? Per incrementare la produzione di biocarburanti Eni ha avviato progetti agricoli in sei Paesi dell'Africa subsahariana: Kenya, Congo, Angola, Costa d'Avorio, Mozambico e Ruanda", ha continuato Bonelli.

"Stiamo parlando di paesi africani che vivono problemi drammatici per l'accesso al cibo. Nel Congo ci sono 7 milioni di persone che soffrono la fame con l'indice di malnutrizione più basso nel mondo, idem in Ruanda. Cosa fa il governo italiano attraverso la sua azienda di stato Eni? Prende i terreni in Africa, li sottrae alla coltivazione di cibo per garantire a noi l'uso dei biocarburanti mentre le popolazioni continuano a morire di fame, più di prima".

"Questo a me provoca disgusto, a voi? Cara Presidente Meloni e maggioranza - ha concluso Bonelli - questo non è il piano Mattei per l'Africa, questo si chiama colonialismo".

"Quello che ha prodotto un certo approccio ideologico è una situazione che sul piano ambientale non sta benissimo e soprattutto dopo quello che ci ha insegnato l'aggressione russa all'Ucraina il rischio di passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dall'elettrico cinese: non mi sembra una cosa intelligente, credo che l'Europa debba lavorare sulla propria sovranità tecnologica", ha replicato Meloni.

Per quel che riguarda il Superbonus, Meloni ha risposto ai deputati del M5S, che hanno protestato anche per la direttiva europea sulle "case green": "Dite che noi siamo 'il governo dell'austerità' anche se io sono molto distante dall'austerità, ma se questo significa mettere delle pezze a un provvedimento che ha creato un buco da 40 miliardi per non efficientare davvero gli edifici e ristrutturare per lo più seconde case, creando un debito di 2000 euro a persona anche a chi non ha una casa solo per aiutare le banche a lucrarci sopra, allora si, io sono a favore dell'austerità", ha detto Meloni alzando la voce e ricevendo gli applausi da parte della maggioranza.

Sul Mes e sul Patto di Stabilità, Meloni ha detto che "dobbiamo provare ad adeguare gli strumenti di cui disponiamo. Non sono mai dei totem, si valutano di fronte alla loro utilità. Registro che nel nostro dibattito quelli che sono strumenti diventano spesso dei totem indiscutibili. Il governo prende seriamente in considerazione la proposta di Confindustria. Oggi è uno strumento non particolarmente utilizzato, credo che possa diventare uno strumento reale di sviluppo industriale e finanziario europeo.

Sul Patto di stabilità la proposta della Commissione non è esattamente il nostro desiderata. Ma allo stato attuale, rispetto a quella proposta, si rischia di tornare indietro e faremo del nostro meglio per migliorarla".

La replica ha provocato rumorii da parte delle opposizioni, a cui Meloni ha risposto: "Mi corre l'obbligo di ricordare che quella proposta è formulata da realtà politiche più vicine a voi che alla sottoscritta. I parametri di governance devono maggiormente tenere in conto il tema della crescita rispetto a quello della stabilità".

Alle comunicazioni ha preso parte soltanto un membro del governo in quota Lega, il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

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