Draghi: "Non sono disponibile per un secondo mandato"
"Fondi russi? La democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati".
(Prima Pagina News)
Venerdì 16 Settembre 2022
Roma - 16 set 2022 (Prima Pagina News)
"Fondi russi? La democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati".
Il Consiglio dei Ministri ha approvato stamani il Decreto Aiuti Ter, che ammonta a 14 miliardi di euro. In apertura alla conferenza stampa, il premier Mario Draghi ha espresso il cordoglio per l'alluvione nelle Marche, per cui "il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d'emergenza con lo stanziamento di 5 milioni per i primi aiuti".

Inoltre, Draghi si è detto indisponibile a coprire un secondo mandato come premier.

"Voglio prima di tutto esprimere il mio più profondo cordoglio per le vittime delle alluvioni nelle Marche e la vicinanza del governo e mia personale ai familiari delle vittime e a tutti i feriti", ha dichiarato il premier aprendo la conferenza stampa.

"Ho parlato con Acquaroli, il governo farà tutto ciò che è necessario. Ringrazio la protezione civile e le autorità locali e i sindaci delle zone colpite che sono i protragonisti in prima persona della presenza dello Stato. Ringrazio anche tutti i soccorritori", ha proseguito. "Quanto successo oggi" in territorio marchigiano "dimostra come la lotta al cambiamento climatico sia fondamentale", ha sottolineato il premier.

"Sul fronte della diversificazione energetica abbiamo ora tempi rapidi e certi per il rigassificatore di Piombino che è una cosa essenziale", ha continuato.

Per quanto riguarda il decreto, riferendosi anche alla richiesta avanzata da Matteo Salvini di procedere con uno scostamento di bilancio, Draghi ha detto che, tra dl Aiuti Bis e Aiuti Ter, "siamo a quota 31 miliardi che sembra rispondere alla richiesta di scostamento, a meno che non si voglia chiedere uno scostamento ogni mese. Quindi non prevediamo nessuno scostamento di bilancio".

"L'andamento dell'economia italiana ci consente di aiutare famiglie e imprese senza fare uno scostamento dei conti pubblici", ha proseguito. "Il decreto prevede l'estensione dei crediti di imposta, un rafforzamento ed un ampliamento dei beneficiari. Da oggi centinaia di piccole imprese ne avranno accesso. Prevediamo un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani che guadagno meno di ventimila euro", ha continuato. Saranno stanziati "14 miliardi di euro per famiglie e imprese che si aggiungono a quasi 50 nei mesi scorsi, nel complesso un valore superiore a 60 miliardi di euro pari al 3.5% del Pil. Quindi siamo tra i paesi che hanno speso di più in Europa".

"Sostegno all'occupazione, crescita per imprese e famiglie e più deboli: questa è l'agenda sociale del governo che ho avuto l'onore di presiedere", ha continuato il premier. "Voglio fare complimenti al ministro Franco, mi auguro che il prossimo governo abbia un ministro come lui". Draghi si è complimentato anche con il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, per "l'apertura delle scuole in buon ordine". "Il sistema bancario ha mostrato disponibilità a lavorare insieme per il Paese che significa essere pronti a dare prestiti al tasso dei Btp senza commissioni aggiuntive alle imprese per il pagamento della bolletta: questi prestiti saranno garantiti dallo Stato ma con una garanzia gratuita. Di fatto è una rateizzazione delle bollette", ha detto ancora il premier.

Interpellato sul caso dei fondi russi, Draghi ha dato conferma di aver "avuto una telefonata con Blinken, la cosa più naturale era chiedere cosa sapessero. Lui mi ha confermato l'assenza di forze poliche italiane nella lista di chi ha beneficiato di fondi russi". "Non dimentichiamo che la democrazia italiana è forte: dobbiamo essere fiduciosi, non avere timore di qualunque voce. E' chiaro che negli ultimi anni la Russia ha effettuato un' opera continua di corruzione in tanti settori in Europa e negli Stati Uniti", ha continuato, per poi ripetere che "la democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati. Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia, non bisogna avere timore di qualunque voce".

Sulle sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina, "le sanzioni funzionano. Bisogna capire questo, altrimenti non si capirebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin e bisogna continuare su quel fronte. E continuare sul fronte di sostegno all'Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il paese. Questa è stata la linea del mio governo. All'interno del centrodestra ci sono tanti punti di vista. Quello di Salvini prevale? Non lo posso dire questo. E' una visione che il governo attuale non condivide".

E sull'Ungheria guidata da Viktor Orbàn, che un rapporto del Parlamento Europeo, che ieri ha avuto il voto negativo di Lega e FdI, ha definito una "minaccia" per la democrazia e i valori dell'Ue, ha dichiarato: "Noi abbiamo una certa visione dell'Europa, difendiamo lo stato di diritto, siamo alleati alla Germania e alla Francia. Cosa farà il prossimo governo non lo so. Ma mi chiedo, uno come se li sceglie i partner? Certo, c'è una comunanza ideologica ma anche credo sulla base dell'interesse degli italiani. Chi sono questi partner? Chi conta di più? Datevi le risposte voi".

Interpellato sul tema della delega fiscale, Draghi ha sottolineato che il governo ha mostrato lealtà, mentre un partito politico non è stato leale: "C'era un accordo con tutte le forze politiche, cioè che la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. Il governo si è impegnato a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola. Tutte le forze politiche, tranne una che non ha mantenuto la sua parola e non l'ha votata".

"La prima riflessione da fare è quindi che noi abbiamo cercato di fare il possibile. Non mantenere la parola data non è il metodo di questo governo, c'è una grossa differenza tra chi la mantiene e chi no.E non potete dire che la pensate come noi", ha continuato. "Ho parlato con la presidente Casellati, mi ha detto che proverà a convocare la capogruppo la prossima settimana per vedere se si può calendarizzare la delega fiscale in Senato. Quindi ancora un filo di speranza c'è", ha aggiunto. "Se non si trovasse un accordo, si va in Aula se la capigruppo è d'accordo, e si vota la calendarizzazione della delega fiscale".

Per quel che riguarda la crescita dell'economia italiana, "le previsioni dicevano 3% oggi siamo al 3,4 o 3,5%. L'anno scorso siamo andati al 6,5%. L'anno prossimo prevedono una mezza recessione, chiaramente c'è un rallentamento ancora non ci sono sintomi di una recessione".

Il provvedimento è stato spiegato nel dettaglio dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco: con l'approvazione odierna, ha detto il Ministro, "stanziamo 14 miliardi nel complesso", che aumentano a 66 miliardi, contando il denaro erogato nei mesi scorsi.

"Per l'energia abbiamo dedicato 33 miliardi, con i dieci di oggi diventano 43. L'indebitamento resta al 5,6%, indicato nella Nadef e nel Def", ha continuato. A garantire la copertura finanziaria per il decreto, ha proseguito Franco, sono le maggiori entrate, la razionalizzazione delle poste di bilancio e il meccanismo di compensazione applicato alle fonti rinnovabili. "È fondamentale continuare a sostenere" l'ambito produttivo, vista l'"incertezza a livello internazionale, ma è importante che la politica di bilancio continui a sostenere il settore produttivo. Se vi sarà un tasso adeguato di crescita, penso che la politica economica possa restare positiva, di sostegno alla crescita", anche per il 2023.

"Abbiamo chiuso la prima parte dell'anno meglio delle attese", inoltre "sul terzo trimestre, anche se ci sono evidenti segnali di rallentamento sul lato dell'industria, i servizi mostrano segnali positivi, vedremo come si chiuderà ma il terzo trimestre non è di recessione", ha continuato il Ministro dell'Economia. "E' chiaro che siamo legati all'andamento dell'economia europea e mondiale, se vanno in recessione noi seguiremo".

Alla conferenza stampa ha partecipato anche il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che, per quanto riguarda il settore energetico, ha detto che "il 30 settembre possiamo avere ottime chance" che il Consiglio Ue straordinario riesca ad approvare il "price cap", e la "tendenza" sarebbe quella di approvare un provvedimento generale sul gas, concentrato sulle forniture tramite gasdotto. I partner europei, ha proseguito Cingolani, "inizialmente prima non volevano sentir parlare di un price cap, poi anche a loro arrivano le bollette".

"Gli stoccaggi di gas sono all' 86,7, l'obiettivo era 90 a fine ottobre, siamo in anticipo. Oggi ho firmato una lettera a Snam di andare oltre, se riuscissimo ad arrivare a 92-93 avremmo maggior flessibilità nei momenti di massimo assorbimento invernale", ha poi detto Cingolani, aggiungendo che l'ipotesi razionamenti non è sul tavolo. Se alcune imprese non possono comprare energia ai prezzi odierni, questo non indica che ci siano razionamenti di fatto, perchè una cosa sono i prezzi e "una cosa è la quantità, ancora adesso l'offerta è superiore alla domanda sulle piattaforme, è molto importante".

Per quanto riguarda lo slittamento della realizzazione del rigassificatore di Piombino da gennaio ad aprile del prossimo anno, "a luglio era stato indicato l'inizio del 2023, si sono persi un paio di mesi per i motivi che sapete", però "non mi sembra un problema estremamente preoccupante".

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