Giulia Cecchettin, il papà: "La sua memoria ci ispiri a lavorare contro la violenza".
"Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento".
(Prima Pagina News)
Martedì 05 Dicembre 2023
Padova - 05 dic 2023 (Prima Pagina News)
"Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento".
"Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare". E' quanto ha detto il papà di Giulia Cecchettin, Gino, in un messaggio letto al termine dei funerali della figlia, alla Basilica di Santa Giustina in Prato della Valle, a Padova.

"Mia figlia Giulia era proprio come l'avete conosciuta, una giovane donna straordinaria, allegra e vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma", ha proseguito.

La morte di Giulia, ha proseguito, deve diventare un catalizzatore per richiedere un cambiamento significativo nella lotta contro la violenza di genere, coinvolgendo sia la sfera legislativa che quella educativa: “Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne”.

“Abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili”, ha detto ancora l'uomo, per poi evidenziare che “il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.

Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione”.

“Mi rivolgo per primo agli uomini,  perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto".

“A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro”, ha aggiunto.

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