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Non poteva mancare una dedica speciale ad un uomo amato da tutti e protagonista della splendida cavalcata scudetto.
Non poteva mancare una dedica speciale ad un uomo amato da tutti e protagonista della splendida cavalcata scudetto.
Nel celebrare i 50 anni dello storico scudetto vinto dal Cagliari in quel 12 aprile 1970 ormai scolpito nella memoria non può mancare una dedica speciale ad un uomo amato da tutti e protagonista di quella splendida cavalcata: Claudio Olinto de Carvalho, in arte Nenè.
Il giocatore ci ha lasciato il 3 settembre 2016, all’età di 74 anni, e nei giorni dell’anniversario in cui si festeggia quell’impresa non sono mancati i ricordi, i tantissimi aneddoti con le dediche dei compagni che a distanza di tempo non hanno mai dimenticato quel ragazzo disincantato umile e amico di tutti. Un atleta che dava del tu al pallone come tutti brasiliani e che col sorriso era riuscito ad inventarsi ballerino di samba per alleviare le fatiche in allenamento.
Una simpatia infinita che ne aveva caratterizzato la figura in campo e fuori. Grande amico di Gigi Riva, aveva festeggiato i suoi 74 anni con gli amici di sempre. Un compleanno speciale, l’ultimo della sua vita, trascorso con chi gli ha voluto sempre bene e non lo ha mai lasciato solo anche in una fase complicata della sua vita.
Claudio Nenè era nato a Santos il 1 febbraio del 1942 e nei dodici anni in rossoblù, dal 1964 al 1976, aveva collezionato 311 presenze. Il sardo brasiliano, che la città di Cagliari aveva adottato, ha vissuto coccolato e circondato dagli ex compagni dello scudetto vinto nel campionato 1969-70 dal Cagliari di Scopigno gli ultimi anni della sua vita dopo che una grave malattia lo aveva debilitato e costretto a convivere con una situazione di salute molto delicata. Un’amicizia vera che ha confermato quanto quel gruppo di ragazzi, oggi ultra settantenni, avesse fatto della amicizia un valore assoluto che non si è mai interrotto neppure a distanza di anni. Dentro e fuori dal campo.
Un valore aggiunto che aveva regalato grandi soddisfazioni e sfatato mille tabù. I grandi club si erano dovuti inchinare davanti a quella squadra solida e fortissima in ogni reparto e formata da un gruppo impermeabile a qualsiasi offesa o discriminazione sociale. Claudio era uno di noi.
Il rapporto con la città, con i tifosi , con i compagni e con gli amici era speciale. Un amore mai finito. Una stima infinita. Ancora oggi non finiremo mai di ringraziarlo quel ragazzo inafferrabile capace di percorrere settanta metri in velocità palla al piede senza conoscere ostacoli. Claudio Olinto de Carvalho Nenè, che la mamma avrebbe voluto elettricista e che lo sport e il calcio hanno reso protagonista.
Quel ragazzo, arrivato in Sardegna dopo aver giocato nel Santos del grande Pelé e poi, dopo una breve parentesi a Torino, scaricato dalla Juve, ci ha regalato tante emozioni col suo modo disincantato e sempre sorridente di affrontare la vita e di vivere il calcio. In quel gruppo dove la parola d'ordine era l'amicizia e il rispetto e dove le regole erano alla base dei successi.
Nenè: il numero 8 per eccellenza. Qualcuno aveva chiesto di ritirare la sua maglia. E questo è successo solo per Gigi Riva. Un grande giocatore, prima centrocampista offensivo, poi attaccante e a volte difensore. Un calciatore moderno. Claudio l'amico di tutti. Mai una polemica, mai una parola fuori posto. Un grande in tutti i sensi , un vero campione sempre umile e disponibile al servizio della squadra e dei sui tifosi. Gioie e dolori condivisi in una città a misura d'uomo che ha sempre rispettato e amato l’uomo e lo ha accompagnato nei momenti più difficili.
Claudio protagonista e giocatore vincente. Resterà scolpita nel libro dei ricordi la sua straordinaria discesa sulla fascia destra eseguita all'Olimpico contro la Roma poi trasformata in gol da Gigi Riva.
Il numero 8 rossoblù, dopo aver conquistato palla nella sua area, aveva percorso tutto il campo in velocità senza che gli avversari riuscissero a fermarlo e aveva servito il numero 11, il bomber di Leggiuno, con un assist vincente.
Un gesto atletico e tecnico di straordinaria potenza poi diventato un cult e ancora oggi sui Social. Un esempio da trasmettere e insegnare ai bambini che si avvicinano al calcio. Bastava incrociare il suo sguardo, il suo sorriso e quel il viso fiero e consapevole di aver scritto la storia, per rivivere quei momenti.
Gli episodi sono tantissimi ma la memoria si ferma e ci riporta alla mitica gara vinta col Bari in casa per 2-0 con i gol di Riva e Bobo Gori in quella straordinaria domenica 12 aprile del 70' che consegnò lo scudetto ai rossoblù con due turni d'anticipo. Emozioni e sentimenti che non dimenticheremo mai. Episodi che ancora oggi nei filmati dell'epoca, fanno venire i brividi e che ci accomunano tutti in un grande abbraccio in una gioia irrefrenabile. Momenti condivisi con un grande uomo, un campione.
Grazie Claudio per quello che hai fatto. Sei e sarai sempre uno di noi. Noi ti vorremo bene sempre. Ovunque tu sia.
Nell’album dei ricordi un posto per te ci sarà sempre.