Bari: illegalità nella raccolta dei rifiuti, eseguiti confische e arresti dalla Guardia di Finanza

Valore del sequestro oltre i 25 mln di euro

(Prima Pagina News)
Martedì 03 Marzo 2020
Bari - 03 mar 2020 (Prima Pagina News)

Valore del sequestro oltre i 25 mln di euro

Sono iniziate a Bari operazioni di confisca per 4 aziende operanti nell'ambito della raccolta dei rifiuti. L'operazione è compiuta dalla Guardia di Finanza, che sta provvedendo a confiscare anche altre proprietà. L'ammontare totale delle confische è di più di 25 milioni di euro. Con questa operazione è stato abbattuto un sistema dedito alla speculazione illegale sui rifiuti. Le suddette imprese, nello specifico, non avrebbero provveduto ad adottare i metodi utili alla lavorazione della parte organica dei rifiuti. Questa, quindi, una volta ultimato il riciclo, poteva essere ancora considerata come rifiuto non dannoso, invece di essere classificato come concime da immettere sul mercato dei prodotti da usare in agricoltura. In seguito, le aziende provvedevano a produrre falsa documentazione relativa al trasporto e alle operazioni contabili sugli stessi, che poi venivano venduti attraverso una finta compravendita. La documentazione contabile serviva a certificare che i rifiuti potevano essere considerati come vendibili. Gli stessi rifiuti, quindi, erano rilasciati sui terreni, a volte di proprietà delle persone sottoposte ad accertamenti, emanando odori che avevano destato le preoccupazioni dei residenti, che hanno dovuto inspirare aria contaminata dalle effusioni dovute a quanto rovesciato all'interno delle terre agricole. Il concime falsificato, inoltre, poteva essere falsamente indirizzato ad aziende agricole non più attive o che non erano a conoscenza dell'atto illegale, che contemplava anche un finto scambio con il mosto d'uva, tipica produzione agricola, con imprese operanti nel settore enologico, nonchè la vendita del concime ad imprese agricole che non avevano terreni coltivabili o sui quali potesse essere messa alcuna sostanza fertilizzante o concime, e lo svuotamento del fertilizzante in zone fittizie, seguendo le prescrizioni della falsa documentazione relativa al trasporto del prodotto. Nel tentativo di difendere l'atto illecito, che è stato portato alla luce dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo PEF di Bari, volto alla falsa compravendita del prodotto, avrebbero inteso preparare atti fiscali e contabili fittizi, che ostacolassero o fermassero la sorveglianza e gli accertamenti in materia di ambiente. Dalla compravendita dei rifiuti che dovevano essere lavorati, e da quanto ricavato non procedendo nel corretto processo di lavorazione dei rifiuti stessi, come indicato dalla normativa, derivavano guadagni illegali di grande valore. Il GIP, stando a quanto emerso dall'incidente probatorio, ha convalidato la richiesta della Procura locale di effettuare arresti con obblighi di dimora e requisire 48 edifici, 4 imprese e le relative quote di società, conti correnti, 255 terre destinate all'agricoltura - la cui superficie è pari a quasi 355 ettari - oltre a proprietà censite. Inoltre, sono stati posti sotto esproprio i prodotti usati per effettuare l'atto illegale, soprattutto macchinari usati per la movimentazione e lo spostamento, nonchè terre agricole, per un ammontare che non è stato ancora definito, ma che dovrebbe superare i 3 mln di euro.


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