Edoardo Favaretti: “Estate post Covid? Nessuno si illuda, lo stato di disagio psicologico nel Paese è allarmante”

Secondo l’analisi di uno dei più noti psichiatri romani, il dr. Edoardo Favaretti, direttore del Centro Italiano Antimobbing di Roma, la condizione psicologica del Paese del post Covid ha contorni di grande preoccupazione sociale, crescono i disagi, crescono le paure, cresce il senso della precarietà a tutto campo, ma la cosa più grave è che rischiano di crescere anche i suicidi. Per lo psichiatra romano serve un freno a questo “allarmismo istituzionale” che continua a mietere vittime inconsapevoli e senza volto, perché nessuno conosce uno per uno questi nuovi pazienti.

(Prima Pagina News)
Venerdì 07 Agosto 2020
Roma - 07 ago 2020 (Prima Pagina News)

Secondo l’analisi di uno dei più noti psichiatri romani, il dr. Edoardo Favaretti, direttore del Centro Italiano Antimobbing di Roma, la condizione psicologica del Paese del post Covid ha contorni di grande preoccupazione sociale, crescono i disagi, crescono le paure, cresce il senso della precarietà a tutto campo, ma la cosa più grave è che rischiano di crescere anche i suicidi. Per lo psichiatra romano serve un freno a questo “allarmismo istituzionale” che continua a mietere vittime inconsapevoli e senza volto, perché nessuno conosce uno per uno questi nuovi pazienti.

Edoardo Favaretti: “Estate post Covid? Nessuno si illuda, lo stato di disagio psicologico nel Paese è allarmante”
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Professore, l'estate è nei fatti già partita, eppure tantissima gente ha ancora difficoltà ad andare al mare o in montagna, perché teme un possibile contagio. Che fare?

Può sembrare assurdo, ma è tutto vero: credo che, alla fine di tutto, il come agire resti una scelta personale, visto che nessuno può garantire nulla, al momento. Vorrei come sempre ragionare in maniera corretta con i lettori: in Spagna se è vero che ci sono quasi 3000 nuovi casi quotidiani, ieri abbiamo avuto un solo morto ed in Francia, dove i nuovi casi odierni sono quasi 1700, sono stati riportati nove morti: é evidente che oggi, inquadrato il tipo di assistenza ed eventualmente di cure da somministrare, l’infezione ha una percentuale di mortalità bassissima e rarissima. E i soggetti infetti ma asintomatici, cioè che non staranno mai male, sono circa un terzo.

Molti ragazzi hanno invece perso la concezione del contagio e la sera si riversano e si ammassano in discoteca senza remore, a loro cosa consiglierebbe?

Ritengo che proprio gli eccessivi allarmismi governativi, complici direi alcuni grandi organi di informazione, e all’opposto una mortalità quasi nulla in base ai dati ufficiali, creino tensione e non permettano di tenere a freno i giovani. Ma la mia domanda è: dobbiamo davvero tenerli a freno? I locali sono tutti all’aperto e viene misurata la temperatura all’ingresso: abbiamo delle buone garanzie contro la diffusione del virus. I report internazionali parlano di un aumento considerevole dovunque nel mondo di medicinali antidepressivi: cosa vuol dire? Che il covid e l'isolamento sociale hanno appesantito situazioni di stress e di nevrosi? Assolutamente si.Dobbiamo comprendere che il lockdown ha salvato alcune vite ma anche provocato reazioni ansiose-depressive nelle persone più sensibili, finanche al compimento di un “gesto estremo” I suoi pazienti in questo periodo che tipo di problemi particolari accusano? I miei pazienti, abituati a vivere in un humus sociale più complesso rispetto al cittadino comune, hanno saputo far fronte ai problemi causati dal Covid-19 in maniera inizialmente adeguata ma il persistere di norme restrittive sta finendo col mettere in difficoltà colui che vive già nella normalità un certo tipo di isolamento psicologico sociale e affettivo. A me però preoccupano ancor più coloro che mai prima di ora avevano avuto problemi psicologici: amici, colleghi e infermieri hanno iniziato a chiedere un aiuto psicologico per la prima volta nella loro vita proprio in questa estate.

E' vero che d'estate, con la solitudine di certe città e di certi luoghi torna ricorrente il pensiero per chi sta più male al suicidio?

Non vorrei essere frainteso ma debbo risponderle in questa maniera: magari! Infatti va molto peggio. L’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University ha rilevato come la crisi economica abbia portato in Italia al gesto estremo e disperato 42 persone, di cui 25 durante il lockdown forzato e 16 nel solo mese di aprile: ma i dati a disposizione riguardano solo il primo quadrimestre 2020, il peggio arriverà in autunno.

I genitori in famiglia hanno ancora dei margini per aiutare i figli in crisi di solitudine o peggio ancora depressi?

I genitori con figli “problematici” svolgono un lavoro faticoso ed encomiabile per 12 mesi all’anno, che solo il loro amore di papà e mamma può giustificare. Ma in estate riuscivano un tempo a staccare e riposarsi mentalmente proprio inviando i loro figli in centri ed attività ricreative che oggi sono invece chiuse o assai ridotte nel funzionamento: mi impensieriscono i genitori, non i figli.

Possiamo parlare di amori "stanchi"? Sarò più preciso, l'estate e il ritorno alla vita forzata di coppia rischia di appesantire situazioni di disagio pregresse?

Insomma, ad una coppia in crisi consiglierebbe vacanze separate?

“Una coppia deve credere in se stessa, deve tornare alla complicità che li ha uniti e cercare di ritrovare l’intimità spesso perduta: va fatto insieme, non separatamente: questo lockdown, in Italia, non permetteva alle coppie nemmeno di andare a passeggio insieme all’aria aperta con il cane o i figli; una follia che é successa solo da noi e certamente ha contribuito alla crisi della coppia post-lockdown. L'idea di una richiusura della nostra vita sociale in nome dell'emergenza, quanto può incidere sul nostro stato generale e sul nostro umore? Non siamo pronti a livello psichico a superare una richiusura sociale: numeri effettivi alla mano solo una percentuale di mortalità al livello del marzo scorso potrebbe forse giustificarla. Vi lascio con un dato significativo e che mi ha fatto riflettere assai: negli Stati Uniti uno studio fresco di stampa, redatto dal Well Being Trust e dai ricercatori dell'American Academy of Family Physicians, stima per il prossimo decennio ben 75mila vittime legate alla crisi del coronavirus, classificate come “morti per disperazione”. Comprendono sia i suicidi che i decessi per abusi di sostanze stupefacenti. E' una cifra enorme, esattamente la metà delle vittime ufficiali statunitensi del Covid-19. Come si dice: quando la cura è peggio del male....”


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